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lunedì 4 aprile 2011

DOOMSWORD - Intervista alla Band


Intervista ai lombardi DoomSword in occasione della pubblicazione del loro ultimo lavoro in studio "The Eternal Battle". Ci rispondono il chitarrista Alessio “Sacred Heart” Berlaffa (SH) ed il cantante della band Deathmaster (DM):

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

SH: Ciao a tutti! The eternal battle e’ stato un lavoro per assurdo nato molto piu’ velocemente del precedente My Name Will Live On, ma molto piu’ lavorato nelle strutture e soprattutto nell'arrangiamento. Al solito abbiamo lavorato a distanza, tra Italia e Irlanda, ma le dinamiche all'interno della band sono molto migliorate. L’idea e’ stata quindi quella di rendere il disco un tutt'uno di musica e testi, racconti e immagini in musica.Da qui l’esigenza di arrichire la tessitura armonica con due linee di chitarre che intrecciano ritmica a parti melodiche e assoli che nascano dall'esigenza di raggiungere un apice nel racconto: sono infatti molto melodici e dinamici, crescono con la canzone, ben supportati dal contesto ritmico.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

DM: La band nasce nel 1997 come ―'67traslazione” heavy metal di un progetto di musica antica chiamato 1014 AD di cui io e Guardian Angel eravamo i membri. Parlando un giorno con Maurizio Chiarello di Undeground Symphony rivelai la mia intenzione di fondare una band heavy metal epico molto 80s con atmosfere medievaleggianti, e lui mi disse che mi avrebbe immediatamente messo sotto contratto se avessi realizzato un progetto del genere, cosi' tornai a casa contattai Guardian Angel e lavorammo sul materiale 1014AD per riarrangiarlo metal, producemmo un demo di 5 tracce in 10 ore e lo sottoponemmo ad Undeground Symphony che come promesso piacque il prodotto e ci offri' un contratto.

Come è nato invece il nome della band?

DM: Fu una conversazione tra me e un mio amico (Luca della label Iron Tyrant), stavo cercando il nome della band da alcuni giorni e come nel suo stile – senza preavvisi e fronzoli – un giorno mi dice “ho il nome della band: DoomSword”. Che io trovai appropriatissimo.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

SH: Dipende, si tratta di temi storici o narrazioni, a volte di un passato mitologico, altre volte vengono usati dei temi che potrebbero racchiudere scottante attualità. Parlando di questo disco vorrei dire che e' in un certo senso un concept album sul concetto di Conflitto, inteso sia come conflitto interiore e psicologico che come conflitto armato. In particolare io credo che il Conflitto sia lo stato naturale dell'uomo, qualsiasi sia lo scopo naturale o prefisso da raggiungere, il percorso per ottenere l'agognato risultato passa per un conflitto di sorta. Il tema portante del disco e l’essenza stessa del titolo e’ quindi, come già accennavo, una sorta di concept a livello interiore, dove i testi supportati da un cantato molto sentito, quasi vissuto in prima persona, descrivono il punto di vista del guerriero.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

SH: E’ un sound che e’ fortemente impernianto sulla melodia e drammaticita’ della narrazione, con momenti forti e veloci, altri piu’ cadenzati, ma sempre intrisi di pathos. The eternal battle è un disco piu’ lavorato nelle strutture e soprattutto nell’arrangiamento,
rispetto i precedenti.

Come nasce un vostro pezzo?

SH: Al solito lavoriamo a distanza, tra Italia e Irlanda, e abbiamo sviluppato buone dinamiche all'interno della band. Le idee originali e le bozze compositive hanno la loro importanza ma non sono piu' cosi' definitive come potevano esserlo anni fa, perche' si lascia molta definizione della struttura e dell'atmosfera del brano agli arrangiamenti che io e Wrathlord in particolare apportiamo. In generale, ma non e' una regola, le idee arrivano da Deathmaster ma in forma volutamente grezza e noi in Italia plasmiamo il materiale dandogli definizione, poi comincia un gioco di rimbalzi di idee al fine di ottenere il risultato migliore possibile. Naturalmente ci sono eccezioni ma questa e' piu' o meno la dinamica della band.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

SH: Essendo l’album una sorta di “concept” piu’ imperniato su temi filosofici e sulla battaglia anche vista in modo interiore, ho voluto aggiungere all’album un brano acustico, che fosse una sorta di racconto della notte prima della battaglia, della lotta interiore del guerriero. Tale brano introduce l’ultimo pezzo del plot, un brano molto introspettivo, che mi piace particolarmente, sia per il lato lirico, sia per quello compositivo, in cui vi sono molte linee melodiche che portano l’ascoltatore dove dovrebbe essere…credo ascoltando si riesca davvero ad avere una dimensione del testo: e’ quello cui volevo arrivare al di la di passaggi piu’ o meno tecnici o impegnativi, come in Varus o W.o.t.gods.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

SH:Per quel che mi riguarda, in ambito strettamente metal anni ’80, i Jag Panzer in passato, mentre per questo disco ho seguito delle sonorita’ piu’ vicine a vecchie band sempre vive degli anni ’70, creando un’amalgama molto particolare, ponendo attenzione a dividere su vari piani gli arrangiamenti, allontanandomi da quello che puo’ essere l’Heavy piu’ classico.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

SH:Al momento abbiamo confermato l’Hammer of doom il prossimo Ottobre..

DM: a dire il vero le nostre date live sono rare e ben ponderate, io sto gia' pensando al prossimo disco.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

SH: Non al momento, anche se abbiamo del materiale da vari festival come Bang your head e Keep it true…

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

DM: La scena italiana e' ottima, in special modo in campo heavy metal epico, non abbiamo niente da invidiare a nessuno anzi direi nel genere siamo decisamente trainanti. Problematiche non ne riscontriamo, promozione e distribuzione sono proporzionali alla notorieta' della band e del genere quindi tutto va di pari passo.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

SH: Ne l’uno ne l’altra.. o meglio… la pubblicita’ scorre su internet, anche se i fan e gli ascoltatori di questo genere comprano molte riviste(infatti e’ qui che scriviamo), mentre a livello di vendite.. beh si sa come funziona, dovremmo indubbiamente capire pero’ tutti che i canali stanno cambiando, per cui se il tuo disco gira su internet e’ certamente un modo.

Intervista di Maurizio Mazzarella

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