La florida produzione (6 album e 1 EP) degli ucraini Drudkh, band black metal attiva dal 2002, porta alla luce (si fa per dire) questo tetro e gelido “Autumn Aurora” (partorito nel 2004, ristampato e rimasterizzato nel 2009) dall’intro subdolo, farcito dal canto di uccellini e dal fruscio soave di ruscello. Lo stile, invece, nel prosieguo è accostabile a quello tormentato e introspettivo degli Ancient miscelato a venature folk. Lo dimostrano gli arpeggi di chitarra classica (mai invadenti) che donano quel tratto romantico-nostalgico capace di rendere il lavoro completo e vario. La chiara impronta misantropica trova sfogo in un cantato screaming praticamente oltre tombale. Proprio la voce, però, alla lunga si rivela il punto debole dell’opera. Una domanda nasce spontanea: il timbro eccessivamente cupo è voluto o ci sono omissioni della produzione? Il quesito resta senza risposta, probabilmente ad alimentare il velo di mistero che aleggia sul gruppo. Sono comunque presenti tracce di un certo pregio compositivo dalla metrica secca e decisa come “Sunwheel”, mentre altre sono caratterizzate da lunghe partiture musicali (“Wind of the Night Forest” ad esempio) che rimandano al “doom” primordiale. Con questo non è nostra intenzione scomodare gli inarrivabili maestri Paradise Lost e Cathedral. Da pelle d’oca, poi, sono le tristi melodie di “The First Snow”. Allora non resta che lasciarvi condurre per mano nelle fredde e desolate steppe dell’Europa orientale, sospesi tra paganesimo, misticismo e quel pizzico di cultura popolare che non guasta mai. Ma attenti, il viaggio può essere senza ritorno. Nota a margine: mezzo voto in meno per la voce non all’altezza delle sonorità strumentali.
Voto: 6,5/10
Enrico Losito
Voto: 6,5/10
Enrico Losito
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