Ansa News

giovedì 1 ottobre 2009

ANTONIUS REX - Per Viam


Antonio Bartoccetti (Antonius Rex) è sicuramente una delle figure più carismatiche e forse il personaggio più di culto della scena progressive italiana degli anni ’70.
Dopo I Dietro Di Noi Il Deserto e dopo i più seminali Jacula nasce quindi nel 1974 il progetto Antonius Rex, ancora una volta affianco alla compagna Doris Norton, producendo sempre opere dal contenuto musicale e concettuale molto forti, che nel corso degli anni sono diventate ambite prede, nelle loro versioni originali in vinile, dei collezionisti in tutto il mondo, raggiungendo cifre da capogiro.
Un lunghissimo silenzio discografico durato più di vent’anni ed interrotto solo da una serie di ristampe in cd dei precedenti lavori, non ha fatto altro che accrescere l’alone di mistero attorno al personaggio, sino a quando gli amici della Black Widow (autentici mecenati) son riusciti a fornire le giuste motivazioni, artistiche sia chiaro, per rimettere in pista il progetto.
Dopo il precedente e più etereo Switch On Dark del 2006, quello che abbiamo tra le mani è un album più roccioso, diretto e fisico, sia a livello musicale, grazie ad un robusto e ripetuto riffing di chitarra elettrica che s’incastona perfettamente nel magistrale lavoro di tastiere, sia a livello concettuale, visto che dopo tantissimo tempo ricompare l’ipnotico parlato di Bartoccetti.
Sinceramente, descrivere il caleidoscopio di sensazioni ed emozioni che questo disco produce non è una cosa facile…
Certo è che la musica di Antonius Rex non fa parte di questo mondo e quindi già prima dell’ascolto materiale dei suoni che usciranno dalle casse dello stereo (rigorosamente circondati dal buio e dal silenzio esterno) è necessario predisporsi all’ascolto col proprio spirito. Perché si possono condividere o no le idee ed i concetti ivi contenuti, ed espliciti oggi più che mai, ma quello che Antonio Bartocetti vuole è indurre colui che ascolta a riflettere.
Ed infatti già lo splendido artwork, opera dell’artista rumeno Dragos Jeanu, ci pone davanti ad una scelta: dove sceglieremo di essere traghettati? Verso una dimora facilmente raggiungibile ma circondata dalle tenebre o scegleremo di seguire il cammino più lungo, e forse più difficile, verso la luce ?
I brani sono tutti suggestivi, ma lasciano sicuramente il segno Woman Of The King, dove l’apice della composizione è raggiunto con un utilizzo magistrale di effetti sonori che accompagnano la declamazione dei versi, Angels & Demons, dove soavi partiture di tastiere si alternano ad urla infernali accompagnate da una chitarra metal più che mai.
Splendido poi il rifacimento in chiave dark-metal di UFDEM (Uomo Fallito Dell’Era Moderna, classico degli Jacula) dove Antonio Bartocetti si scatena letteralmente con la sua chitarra, ora nel riffing, ora in assoli sicuramente complessi, mentre Doris Norton ci incanta con la sua voce fatata, con un avvolgente tappeto di tastiere ed un tagliente assolo di Moog.
Discorso a parte per Antonius Rex Prophecy…in tanti anni di ascolti musicali ho provato una sensazione di disagio e comunque delle forti sensazioni in tre casi: Is There Anybody Out There dei Pink Floyd, Black Mass dei Death SS ed infine ora col brano sopracitato.
Antonius Rex Prophecy ridicolizza sino a rendere una macchietta teatrale qualsiasi gruppo death/black metal (dai Crandle Of Filth ai Mayhem) pur senza voci urlate, batteria a 200 Km orari e chitarre a manetta: semplicemente delle splendide partiture tastieristiche, il magistrale parlato di Bartocetti (‘Sarà comandato al Sole di piangere…’) ed un magistrale assolo di chitarra sinth in chiusura.
Inutile aggiungere altre parole: opera d’arte ‘TOTALE’ !!!

Voto: 10/10

Salvatore Mazzarella

Nessun commento:

Posta un commento