Ansa News

martedì 4 agosto 2009

HACKNEYED - Burn After Reaping


C'è del buon death metal in giro e senza dubbio gli Hackneyed confermano appieno questo concetto. Dopo l'ottimo album di debutto "Death Prevalis" uscito nel 2008, questa band tedesca ci riprova ad un anno di distanza con questo pregevole "Burn After Reaping", un disco che gli amanti del settore ameranno alla follia. La ricetta degli Hackneyed si rifà nel complesso ai classici canoni del genere, ma la loro peculiarità, è quella di non fermarsi e guardare avanti, senza però snaturare quella che è la classica essenza del death metal, e vista la giovane età nel complesso dei componenti di questa band, il futuro per loro non può altro essere che roseo. Ottima la produzione curata da Corni Bartels, eccellente la prova di ogni singolo componente, tutti con doti tecniche di egregio livello. L'album è buono, scorre fluido e si fa ascoltare senza momenti di pausa, altro punto a favore di questa band, che ha buone prospettive anche per migliorare ulteriormente. Passando al disco nel particolare, dopo l'introspettivo intro "Burn", che lascia ampiamente presagire i contenuti complessivi dell'album, si parte con "Weed Flavoured Meat", song brutale ed aggressiva allo stesso tempo, priva di eccessivi virtuosismi, con un forte concentrato di rabbia e malvagità, "Deatholution" a seguire, rimarca in modo egregio le peculiarità tecniche della band, soprattutto per quanto rigarda l'eccellente contributo delle chitarre, "Kingdom Of Thoughts" invece, vede gli Hackneyed districarsi su ritmi che si alternano tra momenti iper veloci ed altri più armonici, ma sempre incisivi, pungenti e particolarmente taglienti. Con "March Of The Worms" si passa a toni più ponderati, dove la band non rinuncia mai a graffiare con un muro sonoro granitico ed impenetrabile, "Bloodshed" giova di una maggiore versatilità e di un sound all'avanguardia egregiamente variegato, "Redying" spiazza per i propri arpeggi ispirati nella parte inziale, per poi assestarsi in quello che è il classico stile della band, mentre "Finger On The Trigger" conferma l'eccellente quanto impeccabile contributo di una sezione ritmica sempre puntuale e massacrante. Nella parte finale del disco, "Home Meat Home" è in assoluto il brano più estremo rispetto a tutti i presenti, dove la band pigia sull'accelleratore senza fermarsi mai un instante, differentemente "Putrid" si assesta su una struttura impeccabile usufruendo di atmosfere avvolgenti, "Last Man On Earth" conferma una cura impeccabile degli arrangiamenti e la conclusiva "After Reaping" infine, nelle sue trame incantevoli inziali pone la parole fine su un disco di notevole qualità e straordinario spessore artistico per il settore al quale appertengono gli Hackneyed.

Voto: 7/10

Maurizio Mazzarella

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