Ansa News

giovedì 2 luglio 2009

SHAKRA – Everest


Attivi da circa dodici anni e provenienti dalla vicina Svizzera, precisamente dalla città di Berna, gli Shakra con questo nuovo lavoro “Everest”, edito per l’etichetta AFM Records, fanno ritorno sul mercato discografico a poco meno di due di distanza dal precedente “Infected”, pubblicando il settimo disco in studio della propria carriera. La formazione di questo combo svizzero è composta da Mark Fox alla voce, Thomas Muster e Thom Blunier alle chitarre, Dominik Pfister al basso e Roger Tanner alla batteria. Musicalmente il genere proposto dagli Shakra, è riconducibile ad una sorta di hard rock fortemente melodico corredato da alcune sfumature power con una palpabile strizzata d’occhio ad un sound dai tratti alternativi ed all’avanguardia, adagiato su toni principalmente morbidi ed ammaliatori. Nel suo genere e nel proprio complesso, “Everest” è un buon disco, ben suonato ed egregiamente prodotto, con l’ulteriore capacità di rimarcare più volte le ottime doti compositive della band. Il precedente “Infected”, aveva sottolineato la voglia della band di raggiungere un pubblico più ampio, non soffermandosi esclusivamente su quello di settore ed “Everest” segue la stessa scia, senza ammorbidirsi ulteriormente rispetto al proprio predecessore, facendo restare immutata la coerenza stilistica degli Shakra. Si parte con “Ashes To Ashes”, song energica e graffiante, intensa ed avvolta in una melodia ipnotizzante, “Love & Pain” a seguire, è un pezzo semplice e complesso allo stesso tempo, con diversi spunti tecnici di vibrante interesse, “Let Me Lie My Life To You” spiazza per le proprie sonorità solide, ruvide e robuste, in “The Illusion Of Reality” invece, emerge la dimensione passionale della musica degli Shakra. “Why” è un’autentica poesia avvolta in musica raffinata, “The Journey” incanta per la propria vena malinconica, “Regressive Evolution” alterna momenti duri a fraseggi soffici, mentre “Anybody Out There” rappresenta tecnicamente uno dei migliori momenti di “Everest”. Con “Right Between The Eyes” si esplorano territori più estremi, “Dirty Money” conferma la cura maniacale degli arrangiamenti, “Insanity” rimarca il gran lavoro delle chitarre, la conclusiva “Hopeless” infine, racchiude l’essenza della band, godendo della palma come “hit” del disco.

Voto: 7/10

Maurizio Mazzarella

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