Ansa News

giovedì 2 luglio 2009

CANDLEMASS – Death Magic Doom


Allo scoccare dei venticinque anni di onorata carriera, i Candlemass, privi da ormai tre anni del vocalist Messiah Marcolin, danno alle stampe per la Nuclear Blast un autentico capolavoro, in assoluto, il miglior disco mai composto dai tempi degli album storici della band, come “Nightfall”, “Ancient Dreams” e “Tales Of Creation”. Non è un’esagerazione, perché “Death Magic Doom”, il decimo firmato Candlemass, mette in luce l’incredibile stato di forma di una band dotata di notevoli qualità tecniche e compositive, capace di evolversi nel sound mantenendo intatto il proprio stile. I precedenti “Candlemass” del 2005 e “King Of The Gray Islands” del 2007, si sono distinti come grandi album, ma “Death Magic Doom” è di un livello nettamente superiore, merito della formazione attuale composta da Robert Lowe alla voce, Lars Johansson e Mats Björkman alle chitarre, Jan Lindh alla batteria ed il mitico Leif Edling al basso. Musicalmente, i Candlemass sono rimasti fedeli al proprio classico stile, fatto di un heavy/doom dai forti connotati epici, richiamando in più d’un frangente i Black Sabbath della “Dio era” ed i migliori lavori composti dalla stessa band scandinava. Nel suo genere e nel proprio complesso quindi, “Death Magic Doom” è un album assolutamente impeccabile, prodotto in modo pressoché perfetto e suonato in maniera meravigliosa, rimarcando quella che è la magia della musica firmata Candlemass. Si parte con “If I Ever Die”, song compatta, energica e dinamica, dotata di un sound straordinariamente all’avanguardia senza snaturare quello che è il classico marchio di fabbrica della band, “Hammer of Doom” a seguire, si assesta su ritmi lenti in un vortice sonoro avvolgente, risultando uno dei pezzi più rappresentativi dell’album, “The Bleeding Baroness” invece, decolla lentamente per poi districarsi su atmosfere oscure ed alquanto pungenti, evidenziando il gran lavoro delle chitarre. “Demon of the Deep” è il momento più intenso ed ispirato di “Death Magic Doom”, differentemente “House of 1000 Voices” mette in luce l’aspetto più duro ed energico della musica dei Candlemass, mentre “Dead Angel” spiazza per la propria rapidità d’esecuzione. “Clouds of Dementia” è un pezzo versatile che giova di un arrangiamento curato in ogni dettaglio, la conclusiva “My Funeral Dreams” infine, racchiude l’essenza della band, riassumendo le peculiarità di un disco altamente consigliato non solo agli amanti della band e di questo genere, ma a tutti coloro che amando la musica nella sua totalità.

Voto: 9/10

Maurizio Mazzarella

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