Ansa News

giovedì 30 luglio 2009

DYSRHYTHMIA - Psychic Maps


Attivi ormai da circa dieci anni e provenient dagli Stati Uniti d'America, più precisamente dalla città di Philadelphia, Pennsylvania, i Dysrhythmia fanno ritorno sul mercato discografico con "Psychic Maps" a tre anni di distanza dal precedente "Barriers And Passages". da un punto di vista prettamente musicale, i Dysrhythmia suonano un rock progressivo molto tecnico basato su sonorità prevalentemente anni settanta. Kevin Hufnagel e compagni, dimostrano di saperci fare vermente per tutta la durata del disco composto da pranti totalmente strumentali, evidenziando una personalità fuori dal comune. "Psychic Maps" nel suo genere e nel poprio complesso è un disco egregio, ben prodotto ed eccezionalmente suonato, che scorre in modo fluido, anche se per chi non è un amante di questo stile può dimostrarsi un prodotto poco digeribile e pesante, il che rende questo prodotto esclusiamente consigliato a chi non può fare a meno di queste atmosfere. Passando al disco nel particolare, si parte con "Festival Of Popular Delusions" è un pezzo ponderatamente dinamico ed introspettivo allo stesso tempo, supportato da uno stile tradizionale e da un sound datato, ma comunque particolarmente apprezzabile, "Triangular Stare" a seguire, è un brano privo di punti di riferimento, dove i virtuosismi si riducono in modo considervole e dove le sonorità diventano più oscure e complesse, quasi impenetrabili in alcuni momenti, soprattutto nel contributo,egregio, delle chitarre. Con "Reactionary" si passa alla parte più intensa ed ispirata del repertorio dei Dysrhythmia, in n componimento colmo di spunti tecnici di particolar einteresse, dove un ruolo fondamentale viene interpretato dalla sezione ritmica, imprevedibile, ma puntuale, "Room Of Vertigo" è un insieme di riffa graffianti e compatti, in una canzone dotata di un notevole impatto e di frasseggi psichedelici stupefacenti da pelle d'oca. Nella parte finale del disco, "Iron Cathedral" pone in luce una cura molto dettagliata e minuziosa degli arrangiamenti, mentre la conclusiva "Lifted By Skin", un'autentica perla musicale, nei propri dieci minuti complessivi, racchiude l'essenza della band e riassume i contenuti di un disco altalente cosigliato ai fruitori di queste sonorità.

Voto: 7/10

Maurizio Mazzarella

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