Ansa News

lunedì 3 agosto 2009

ODESSA - The Final Day (Il Giorno Del Giudizio)


Ritorno davvero interessante per i marchigiani hard progsters Odessa, a dieci anni dall’acclamato debutto ‘Stazione Getsemani’, dopo alcuni cambi di formazione ed un’attività live che non si è mai fermata tra festivals, concorsi vinti con relative gratificazioni di critica e pubblico (PescaRock, Territorio Musicale, FaNote, Progsud a Marsiglia, BajaProg in Messico, ProgFarm in Olanda), collaborazioni con Ian Paice, Glenn Hughes, la Banda di Stato di San Marino e serate a suonare cover comunque di lusso (da Hendrix ai Dream Theater passando per i King Crimson)…Come di lusso è la musica che i nostri ci propongono!!!
Si perché gli Odessa sono cresciuti a pane e prog, soprattutto quello italiano dei seventies e dopo averlo metabolizzato ben bene insieme ad influenze più hard del passato (Deep Purple) e del presente (Dream Theater) hanno prodotto questo disco che contrariamente a quello che ci si può aspettare, anche leggendo le presentazioni ed alcune recensioni che lo dipingono come un miscuglio di Goblin, The Trip, Rovescio Della Medaglia ecc. ecc., suona fresco e moderno più che mai.
Composto da musicisti preparatissimi ed intelligenti, il gruppo ha prodotto un lotto di canzoni dove oltre al prog nel senso stretto della parola, possiamo udire echi jazz (come nelle improvvisazioni tastieristiche), funky (alcune parti di chitarra ed alcune soluzioni ritmiche) e soul (bè, ascoltate la voce) ma anche pezzi pop, fruibili ma mai banali dove si può anche scorgere l’influenza che sicuramente ha esercitato sui nostri un gruppo come i NewTrolls (e parlo sia di quelli dei tre “Concerto Grosso” che quelli più pop di lavori come Aldebaran,l’Omonimo del ’79 ed FS).
Notevole la prestazione del leader Lorenzo Giovagnoli dotato di una voce dal timbro molto originale e con un’ampissima estensione (che attualmente continua a perfezionare studiando tecnica canora e che in questo disco da sfoggio di se in Cometa Rossa, cover degli Area) e grandissimo tastierista, elegante ed ipertecnica la chitarra di Giulio Vampa (con piacere ho riscontrato su di lui, in alcuni fraseggi, anche l’influenza di capiscuola italiani come Mussida, Di Palo e Battaglia), precisa e pulita la sezione ritmica composta da Valerio De Angelis al basso e Marco Fabbri alla batteria.
Il disco esce per il binomio Lizard-Andromeda Relics, quindi con garanzia di qualità, e lascerà soddisfatti tutti coloro che gli dedicheranno la meritata attenzione.

Voto: 7,5/10

Salvatore Mazzarella

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