Intervista agli italici Revoltons, ci rispondono il cantante della band Andro ed il chitarrista Alex Corona:
Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
Alex: Sicuramente “Underwater” è un lavoro potente ed onesto lontano da ogni logica di mercato se non x l’uso della sette corde che è una scelta precisa x unire il moderno al tradizionale.
Alex & Andro: Quello che volevamo fare era un disco pesante e più diretto rispetto ai precedenti, abbandonammo così le tastiere dicendo: “HEAVY METAL”!!! Ora, e ne siamo ovviamente onorati, è curiosissimo che in molte recensioni ci paragonino a gruppi come Metal Church e affini, visto che non ci siamo affatto ispirati a loro. Per quanto riguarda invece il discorso “power-prog” delle nostre origini, sinceramente non troviamo niente che possa richiamare UNDERWATER BELLS a questo genere da noi ormai abbandonato, noi lo vediamo semplicemente come un disco di “fuckin’ HEAVY METAL”.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
Alex: Ho fondato i Revoltons a 14 anni, nel febbraio del 1991, assieme a mio cugino Andrea Corona (ora tastierista nei Raintime) e a mio cugino Pietro Corona (scomparso nel 2002). Siamo stati una cover band hard-rock fino al 1997, anno in cui abbiamo iniziato a comporre il nostro materiale: nel 2000 ha infatti visto la luce il nostro primo demo: SEE YOU SOON IN THE END OF TIME, seguito, nel 2001 dal secondo demo THE AUTUMN BELIEVER, che da subito ha suscitato l'interesse di LIMB che, nel 2002, una volta ricevuta la versione completa di NIGHT VISIONS (4 pezzi erano già presenti, in versione demo, su AUTUMN BELIEVER) ha deciso, infatti, di pubblicarlo. La line-up che ha registrato NIGHT VISIONS era composta, oltre che da me alla chitarra ed Andrea alle tastiere, da Alex Carli al basso, da Giorgio Murer, che aveva sostituito Pietro il mese prima della sua scomparsa, alla batteria e da Andro, entrato in sostituzione di Gianni Rui, cantante nei precedenti demo. Partimmo alla grande con tantissimi live che ci portarono anche ad aprire per BLAZE. Mentre NIGHT VISIONS era power-prog oriented, anche se a mio avviso molto diverso da quello dei nostri colleghi italiani, LOST REMEMBRANCE fu un esperimento oscurissimo, che legava thrash metal a progressive pesantissimo; lo consideriamo tutt’ora un bellissimo disco che vorremmo ri-registrare per una release ufficiale. Per quanto riguarda UNDERWATER BELLS, il disco è pura dinamite, ed il lavoro di batteria di Stefano Rumich è stellare, anche il modo di cantare di Andro è cambiato tantissimo rispetto ai primi due album, essendo entrato nel gruppo proprio alla vigilia delle registrazioni di NIGHT VISIONS si era trovato a cantare parti vocali che già erano state scritte, su UNDERWATER BELLS si può invece godere di un Andro al 100%.
Come è nato invece il nome della band?
Alex: Me lo porto a presso dal 91 (ride n.d.a.). Fu coniato dal padre di Pietro: nel nostro dialetto significa “casino”, quello che facevamo a prove senza lasciare dormire mio zio che abitava al piano superiore: vista la sua affinità con l’inglese (suona un po’ come Revolution) mi è sempre piaciuto.
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
Andro: Le lyrics di Underwater toccano le tematiche più varie, andando da ispirazioni tratte da esperienze personali, passando per la rilettura in chiave musicale di passioni comuni o di particolari interessi e di letture legate a determinati momenti della nostra vita.
Alex: il testo della canzine “Underwater Bells” è ispirato ad un racconto di Paulo Coelho che ho letto nella prefazione del “Manuale del Guerriero della luce”. Anche se non sempre condivido le sue idee, questo racconto mi era rimasto impresso così io e mio fratello abbiamo scritto il testo.
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
Andro: È importante che salti “all’orecchio” che Underwater è figlio di una composizione fatta solo di passione, una composizione ben lontana da quella di chi cerca, con la propria musica, il successo a botta sicura, infarcendo di “metal alla moda” il proprio prodotto musicale.
Alex & Andro: Una cosa che ci fa enormemente piacere è vedere che, da ascoltare ad ascoltatore, vengono individuate nel disco parti stilistiche con richiami a questo o a quell’altro sottogenere metal, opinioni che magari noi non condividiamo al 100%, ma questo è piacevole perché ci fa capire che il disco è recepito in maniera molto varia e questo non può che essere positivo per la band. Ti possiamo dire che ci piace fare quello che vogliamo e non seguiamo mode, anche se può sembrare scontato, ma alla fine è così; con tutti i nostri pro e i nostri contro, prima di tutto, siamo un gruppo che compone e suona la musica in cui crede, senza addittivi aggiunti. (ridono n.d.a.)
Come nasce un vostro pezzo?
Alex: Nel caso di Underwater è quasi tutta farina del mio sacco con un grande aiuto da parte di Andro sia a livello di lyrics che di linee vocali. Volevamo un disco di puro heavy metal e stop! Quindi abbiamo relegato la tastiera ad un ruolo puramente marginale! Direi che dopo l’uscita di Andrea (adesso tastierista dei Raintime) i Revoltons sono un’ altra Band!
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
Andro: Sicuramente The Pure Soul Cry per il ritmo serrato ed il riffing semplice ma incisivo, cose queste che mi fanno adorare l’ascoltare Heavy Metal, avendo così in modo naturale il desiderio di sbattere la testa su e giù, eheh… poi Death To Leave Eternity, sia per la storia oscura e vampirosa che ho voluto raccontare con essa, sia per il modo naturale in cui assieme ad Ale l’abbiamo composta, mi fa impazzire cantarla dal vivo!!!
Alex: The Pure Soul Cry, Death To Leave Eternity, Slow Row ed Underwater Bells: Le prime due perchè sono proprio le più belle a mio avviso, Slow Row l’ho dedicata ai miei cugini Pietro e suo fratello Jason che purtroppo morì tre anni dopo di lui in un incidente con la moto. Underwater Bells perchè fonde tutti gli elementi del disco ed è potentissima!
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
Alex: Le nostre influenze sono le più varie. Io personalmente non ascolto solo Heavy. Pensa che una delle mie bands preferite sono i Cure! A livello prettamente Heavy sono molto tradizionalista (Maiden, Megadeth e Paradise Lost su tutti) anche se ammiro anche qualche gruppo più moderno!
Andro: Abbiamo un bagaglio musicale formativo molto vario, che va dai grandi classici dell’Heavy citati da Ale (…e a quelli aggiungo personalmente Metallica e Pantera) uniti ad ascolti più personali che con il metal, in certi casi, non hanno nulla a che fare e che sicuramente vanno ad aumentare il pathos dei pezzi, regalando loro grande personalità.
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
Andro: Beh, per quanto riguarda la promozione del disco direi che ci siamo mossi (anche con l’aiuto di Giuliano di Mygraveyard) per lo più, a livello di recensioni, pubblicità e concerti, sul territorio italiano; in questo periodo ci stiamo invece dedicando, almeno per quanto riguarda il versante live, a concentrarci un po’ di più verso l’estero: abbiamo fato date in Slovenia, Svizzera, Repubblica Ceca e sabato saremo a suonare a Pola, in Croazia; stiamo notando buoni riscontri sul nostro ultimo album anche “fuori casa” e la cosa non può che farci piacere!!!
E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?
Andro: Tra un po’ cominceremo a comporre insieme nuovo materiale, pur continuando a dedicarci alla promozione live di Underwater, stiamo comunque raccogliendo documentazioni audio/video live di tutte le nostre date e non solo, quindi non si sa mai che un giorno si possa utilizzare quel materiale per ricavarne qualcosa di interessante…
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
Andro: Solo in Friuli si contanto tanti nomi importanti dell’underground metal italico, come Elevenking, Raintime, Slowmotion Apocalypse, Tystnaden, Pathosray e Rumors Of Gehenna, solo per citarne alcuni, posso dirti che ci sono tantissime realtà super valide, ognuna con una proposta diversa e attraente per gli amanti di qualsiasi genere e sottogenere metal, quello che manca all’Italia non sono le buone bands, ma una corretta cultura generale di maggior apprezzamento per chi dedica tempo e sacrificio a comporre il proprio materiale… ma purtroppo qui continua ad essere più facile suonare in giro se hai una tribute band…
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
Andro: Internet è una lama a doppio taglio, va bene per dare visibilità, ma è chiaro che il fatto che solo su myspace ci siano milioni di band possa creare confusioni, alla fine ci si trova con un minestrone tra ciofeche totali e ottimi gruppi, sta all’ascoltatore muoversi con destrezza per scremare e riuscire nella massa totale ad estrapolare quello che c’è di veramente buono!!!
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
Andro: Quando fai musica tua cerchi di comporre cose che, oltre a piacerti, riescano a darti soddisfazione anche nell’eseguirle, questo è quello che conta… spero che, di conseguenza, in questo modo il nostro “talento di musicisti” ne emerga ;)
C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
Andro: Tim Owens!!!
Alex: Slash!!!
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Andro e Alex: Grazie mille a te e a tutto lo staff di INFORMAZIONE METAL per la bella intervista che ci hai concesso e grazie anche a tutti quelli che ci seguono da anni: speriamo di incontrarvi tutti on the road, prima o poi!!!
Intervista a cura di Maurizio Mazzarella
Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
Alex: Sicuramente “Underwater” è un lavoro potente ed onesto lontano da ogni logica di mercato se non x l’uso della sette corde che è una scelta precisa x unire il moderno al tradizionale.
Alex & Andro: Quello che volevamo fare era un disco pesante e più diretto rispetto ai precedenti, abbandonammo così le tastiere dicendo: “HEAVY METAL”!!! Ora, e ne siamo ovviamente onorati, è curiosissimo che in molte recensioni ci paragonino a gruppi come Metal Church e affini, visto che non ci siamo affatto ispirati a loro. Per quanto riguarda invece il discorso “power-prog” delle nostre origini, sinceramente non troviamo niente che possa richiamare UNDERWATER BELLS a questo genere da noi ormai abbandonato, noi lo vediamo semplicemente come un disco di “fuckin’ HEAVY METAL”.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
Alex: Ho fondato i Revoltons a 14 anni, nel febbraio del 1991, assieme a mio cugino Andrea Corona (ora tastierista nei Raintime) e a mio cugino Pietro Corona (scomparso nel 2002). Siamo stati una cover band hard-rock fino al 1997, anno in cui abbiamo iniziato a comporre il nostro materiale: nel 2000 ha infatti visto la luce il nostro primo demo: SEE YOU SOON IN THE END OF TIME, seguito, nel 2001 dal secondo demo THE AUTUMN BELIEVER, che da subito ha suscitato l'interesse di LIMB che, nel 2002, una volta ricevuta la versione completa di NIGHT VISIONS (4 pezzi erano già presenti, in versione demo, su AUTUMN BELIEVER) ha deciso, infatti, di pubblicarlo. La line-up che ha registrato NIGHT VISIONS era composta, oltre che da me alla chitarra ed Andrea alle tastiere, da Alex Carli al basso, da Giorgio Murer, che aveva sostituito Pietro il mese prima della sua scomparsa, alla batteria e da Andro, entrato in sostituzione di Gianni Rui, cantante nei precedenti demo. Partimmo alla grande con tantissimi live che ci portarono anche ad aprire per BLAZE. Mentre NIGHT VISIONS era power-prog oriented, anche se a mio avviso molto diverso da quello dei nostri colleghi italiani, LOST REMEMBRANCE fu un esperimento oscurissimo, che legava thrash metal a progressive pesantissimo; lo consideriamo tutt’ora un bellissimo disco che vorremmo ri-registrare per una release ufficiale. Per quanto riguarda UNDERWATER BELLS, il disco è pura dinamite, ed il lavoro di batteria di Stefano Rumich è stellare, anche il modo di cantare di Andro è cambiato tantissimo rispetto ai primi due album, essendo entrato nel gruppo proprio alla vigilia delle registrazioni di NIGHT VISIONS si era trovato a cantare parti vocali che già erano state scritte, su UNDERWATER BELLS si può invece godere di un Andro al 100%.
Come è nato invece il nome della band?
Alex: Me lo porto a presso dal 91 (ride n.d.a.). Fu coniato dal padre di Pietro: nel nostro dialetto significa “casino”, quello che facevamo a prove senza lasciare dormire mio zio che abitava al piano superiore: vista la sua affinità con l’inglese (suona un po’ come Revolution) mi è sempre piaciuto.
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
Andro: Le lyrics di Underwater toccano le tematiche più varie, andando da ispirazioni tratte da esperienze personali, passando per la rilettura in chiave musicale di passioni comuni o di particolari interessi e di letture legate a determinati momenti della nostra vita.
Alex: il testo della canzine “Underwater Bells” è ispirato ad un racconto di Paulo Coelho che ho letto nella prefazione del “Manuale del Guerriero della luce”. Anche se non sempre condivido le sue idee, questo racconto mi era rimasto impresso così io e mio fratello abbiamo scritto il testo.
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
Andro: È importante che salti “all’orecchio” che Underwater è figlio di una composizione fatta solo di passione, una composizione ben lontana da quella di chi cerca, con la propria musica, il successo a botta sicura, infarcendo di “metal alla moda” il proprio prodotto musicale.
Alex & Andro: Una cosa che ci fa enormemente piacere è vedere che, da ascoltare ad ascoltatore, vengono individuate nel disco parti stilistiche con richiami a questo o a quell’altro sottogenere metal, opinioni che magari noi non condividiamo al 100%, ma questo è piacevole perché ci fa capire che il disco è recepito in maniera molto varia e questo non può che essere positivo per la band. Ti possiamo dire che ci piace fare quello che vogliamo e non seguiamo mode, anche se può sembrare scontato, ma alla fine è così; con tutti i nostri pro e i nostri contro, prima di tutto, siamo un gruppo che compone e suona la musica in cui crede, senza addittivi aggiunti. (ridono n.d.a.)
Come nasce un vostro pezzo?
Alex: Nel caso di Underwater è quasi tutta farina del mio sacco con un grande aiuto da parte di Andro sia a livello di lyrics che di linee vocali. Volevamo un disco di puro heavy metal e stop! Quindi abbiamo relegato la tastiera ad un ruolo puramente marginale! Direi che dopo l’uscita di Andrea (adesso tastierista dei Raintime) i Revoltons sono un’ altra Band!
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
Andro: Sicuramente The Pure Soul Cry per il ritmo serrato ed il riffing semplice ma incisivo, cose queste che mi fanno adorare l’ascoltare Heavy Metal, avendo così in modo naturale il desiderio di sbattere la testa su e giù, eheh… poi Death To Leave Eternity, sia per la storia oscura e vampirosa che ho voluto raccontare con essa, sia per il modo naturale in cui assieme ad Ale l’abbiamo composta, mi fa impazzire cantarla dal vivo!!!
Alex: The Pure Soul Cry, Death To Leave Eternity, Slow Row ed Underwater Bells: Le prime due perchè sono proprio le più belle a mio avviso, Slow Row l’ho dedicata ai miei cugini Pietro e suo fratello Jason che purtroppo morì tre anni dopo di lui in un incidente con la moto. Underwater Bells perchè fonde tutti gli elementi del disco ed è potentissima!
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
Alex: Le nostre influenze sono le più varie. Io personalmente non ascolto solo Heavy. Pensa che una delle mie bands preferite sono i Cure! A livello prettamente Heavy sono molto tradizionalista (Maiden, Megadeth e Paradise Lost su tutti) anche se ammiro anche qualche gruppo più moderno!
Andro: Abbiamo un bagaglio musicale formativo molto vario, che va dai grandi classici dell’Heavy citati da Ale (…e a quelli aggiungo personalmente Metallica e Pantera) uniti ad ascolti più personali che con il metal, in certi casi, non hanno nulla a che fare e che sicuramente vanno ad aumentare il pathos dei pezzi, regalando loro grande personalità.
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
Andro: Beh, per quanto riguarda la promozione del disco direi che ci siamo mossi (anche con l’aiuto di Giuliano di Mygraveyard) per lo più, a livello di recensioni, pubblicità e concerti, sul territorio italiano; in questo periodo ci stiamo invece dedicando, almeno per quanto riguarda il versante live, a concentrarci un po’ di più verso l’estero: abbiamo fato date in Slovenia, Svizzera, Repubblica Ceca e sabato saremo a suonare a Pola, in Croazia; stiamo notando buoni riscontri sul nostro ultimo album anche “fuori casa” e la cosa non può che farci piacere!!!
E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?
Andro: Tra un po’ cominceremo a comporre insieme nuovo materiale, pur continuando a dedicarci alla promozione live di Underwater, stiamo comunque raccogliendo documentazioni audio/video live di tutte le nostre date e non solo, quindi non si sa mai che un giorno si possa utilizzare quel materiale per ricavarne qualcosa di interessante…
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
Andro: Solo in Friuli si contanto tanti nomi importanti dell’underground metal italico, come Elevenking, Raintime, Slowmotion Apocalypse, Tystnaden, Pathosray e Rumors Of Gehenna, solo per citarne alcuni, posso dirti che ci sono tantissime realtà super valide, ognuna con una proposta diversa e attraente per gli amanti di qualsiasi genere e sottogenere metal, quello che manca all’Italia non sono le buone bands, ma una corretta cultura generale di maggior apprezzamento per chi dedica tempo e sacrificio a comporre il proprio materiale… ma purtroppo qui continua ad essere più facile suonare in giro se hai una tribute band…
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
Andro: Internet è una lama a doppio taglio, va bene per dare visibilità, ma è chiaro che il fatto che solo su myspace ci siano milioni di band possa creare confusioni, alla fine ci si trova con un minestrone tra ciofeche totali e ottimi gruppi, sta all’ascoltatore muoversi con destrezza per scremare e riuscire nella massa totale ad estrapolare quello che c’è di veramente buono!!!
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
Andro: Quando fai musica tua cerchi di comporre cose che, oltre a piacerti, riescano a darti soddisfazione anche nell’eseguirle, questo è quello che conta… spero che, di conseguenza, in questo modo il nostro “talento di musicisti” ne emerga ;)
C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
Andro: Tim Owens!!!
Alex: Slash!!!
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Andro e Alex: Grazie mille a te e a tutto lo staff di INFORMAZIONE METAL per la bella intervista che ci hai concesso e grazie anche a tutti quelli che ci seguono da anni: speriamo di incontrarvi tutti on the road, prima o poi!!!
Intervista a cura di Maurizio Mazzarella
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