Ansa News

lunedì 12 settembre 2011

HATE INC – Art of Suffering


Ascoltando gli Hate Inc. chi scrive si è concesso delle riflessioni sull’industrial e tutte le sue successive diramazioni. L’industrial negli ultimi anni ha segnato un po’ il passo, alcuni esponenti di spicco hanno stravolto il loro tipico sound appiattendolo, se non banalizzandolo, riuscendo comunque a fare ancora scuola. Il risultato è proprio quella deriva di cui si diceva prima. Il nuovo lavoro degli Hate Inc. incarna questo discorso: stilisticamente vicino al Trent Reznor (Nine Inch Nails) degli ultimi periodi, quindi con innesti rock, ma anche nu metal, e di conseguenza meno sperimentale e innovativo. Detto questo si rintracciano tutti i canovacci del genere, i richiami e le diverse influenze, i quali non apportano novità ma rendono l’album una release tipica del calderone. La stessa produzione di Victor Love (Dop Stars Inc.) è ineccepibile, ma non ha contribuito a migliorie nella sostanza. Gli Hate Inc. avevano ben figurato con il precedente lavoro, il MCD “Fragments”, e “Art of Suffering” per certi versi ricalca gli schemi del suo predecessore. I ritmi a martello e i sintetizzatori fanno la loro parte da leone, come la ministryana “Herangue” o la corrosiva “Breed”, ma qualcosa di più morbido si ha con la title track e “Without Your Skin”. La band italiana realizza dunque un lavoro in linea con il nuovo corso industrial, operando di maniera e senza rischiare. Il risultato è quello di un album che guarda a chi segue le nuove tendenze, ma incapace a dire di più ad altro pubblico.

Voto: 5,5/10

Alberto Vitale

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