Ansa News

martedì 13 settembre 2011

BACKJUMPER - Intervista alla Band


Intervista ai nostrani Backjumper in occasione della pubblicazione del loro ultimo disco in studio White, Black And The Lies Between, ci risponde Dario De Falco:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-"White, Black and the Lies Between" è il titolo del nostro secondo album ufficiale, rilasciato in collaborazione con la Southern Brigade Records, etichetta giovanissima ma che raccoglie nel suo roster alcune delle principali realtà della scena metal pugliese (Golem, Natron). L'album in questione rappresenta un importante punto d'arrivo per noi della band, in quanto gli undici pezzi della tracklist sono stati scritti negli ultimissimi anni (2009-2010) e per la prima volta tutti dalla line up definitiva, affrancandoci una volta per tutte dal materiale prodotto in passato con il precedente vocalist. Siamo molto soddisfatti dei pezzi e di come suonano, anche l'esperienza in studio stavolta è stata estremamente positiva e rilassata, forse per la prima volta siamo certi che un nostro brano su disco possa rappresentare realmente il suono e le intenzioni della band, lasciando intendere all'ascoltatore quello che potrà trovare ad un nostro show. A questo punto non vi resta che dare un ascolto al nostro nuovo album, venire ad un nostro live...ed eventualmente confermarci tutto questo!

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-La band è nata agli inizi del 2003, quando al nucleo originario formato da me e Brus (batteria) si è unito Vasco (chitarra). La line up è la stessa da allora tranne per quanto riguarda il cantante: a metà del 2005 c'è stato il cambio e l'arrivo in pianta stabile di paCMan. All'origine del gruppo c'è la semplice amicizia tra teenager, cementata dalla comune passione per la musica; siamo letteralmente cresciuti attraverso l'esperienza di questa band, guadagnando progressivamente esperienza dai numerosi alti e bassi che tanti anni nell'underground possono riservarti. L'amicizia però è rimasta.

Come è nato invece il nome della band?

-In principio il nome designato fu Buckjumper, che significa propriamente “asino che scalcia", ma realizzammo subito che suonava un po’ male. Decidemmo quindi di renderlo meno "cacofonico", da qui il cambio di vocale e la nascita di BACKJUMPER. Il sinonimo principale è "Backstabber" colui che ti pugnala alle spalle. Il backjumping invece è una tecnica di writing che consiste nel fare un graffito su di un vagone mentre è fermo prima di ripartire per la destinazione seguente.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-L'autore di tutti i testi è paCMan, ma il loro adattamento sui brani è un lavoro che coinvolge tutta la band, permettendoci così di comprendere il loro significato e coniugarlo al meglio con la musica. In tal modo nessuno di noi è estraneo a ciò che le nostre canzoni vogliono raccontare, anzi, in certi casi questo procedimento ci ha portati a strutturare alcune parti in modo da poterle cantare in coro. Le tematiche sono sempre in bilico tra il vissuto personale e l'esperienza umana in generale. Si parte da percezioni e vicende strettamente interiori per poi estenderle potenzialmente a chiunque, a dimostrare che proprio la presunta incomunicabilità delle nostre vite soggettive è in realtà una cosa che ci accomuna. Non ci sono eroi nè vittime nei nostri testi, solo esseri umani, fallibili e mortali.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Le canzoni del nuovo album sono tutte molto differenti tra loro. Questo perchè la nostra intenzione principale resta quella di scrivere brani mescolando con assoluta libertà tutte le nostre influenze, senza avere una linea guida o un canone stilistico da dover rispettare. Il gioco sta nel rendere un pezzo un insieme coerente di parti apparentemente inconciliabili, e credo che il disco sia la dimostrazione che ci siamo riusciti. Un ascoltatore che dovesse avvicinarsi alla nostra musica potrebbe essere colpito dalle ritmiche furiose, dai vertiginosi cambi di tempo o dalle aperture melodiche, specie quelle vocali, che per la prima volta abbiamo sperimentato proprio sui nuovi brani. Tutti questi spunti non si trovano però separati in pezzi diversi, bensì tutti condensati in ciascuna canzone. Ecco perchè ogni brano è in qualche modo "un album a sè". Nonostante possa richiamare un passato musicale ormai obsoleto, noi la parola "Crossover" continuiamo a prenderla alla lettera, qualsiasi siano le atmosfere che andiamo via via a fondere.

Come nasce un vostro pezzo?

-Che siano pezzi scritti di getto o composizioni che richiedono una gestazione più lunga, di solito il tutto nasce da un riff di chitarra, da una linea di basso o un pattern di batteria. Si butta giù subito uno scheletro della canzone e si lo si va via via completando attraverso altre idee precedenti o cercando soluzioni nuove. Quando il brano sta per prendere la sua forma definitiva iniziamo a sistemare le parti vocali.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-A proposito di pezzi scritti di getto...penso di parlare a nome di tutti quando scelgo l'opener Jack Bumper. É stata composta in pochissimo tempo, un paio di sessioni di prova al massimo, si è praticamente scritta da sola! Ha un tiro pazzesco che ci mette alla prova come musicisti e un testo che vuole essere la vera dichiarazione d'intenti dell'album e della band in generale. Credo che più di tutte sia la canzone che parla di noi. Il titolo la dice tutta...

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Ciascuno di noi quattro ha gusti musicali e ascolti in qualche modo diversi e che vanno via via ampliandosi; ciò resta una grande fortuna per l'eterogeneità della nostra musica. Le radici delle nostre influenze però sono comuni, e affondano ovviamente negli anni '90: solo alcuni nomi sono Rage Against The Machine, Deftones, Refused, Pantera. Ci sono poi dei punti d'incontro su esperienze musicali più recenti che riescono comunque a metterci d'accordo: esempi sono i Converge, i 36 Crazyfists, gli Every Time I Die, i Cancer Bats.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-A partire dall'uscita dell'album, a fine marzo, abbiamo già affrontato diverse date in giro per l'Italia. Aprile e maggio sono stati densi di concerti e belle esperienze. Ora siamo fermi e ne approfittiamo per ricaricare le batterie perchè a settembre ci attende il piatto forte, ovvero una dozzina di date in giro per l'Europa nel quale toccheremo Svizzera, Francia, Belgio, Olanda e Germania.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-No, ma ci stiamo attrezzando per girare il nostro primo videoclip ufficiale.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-L'Italia resta il paese di Sanremo e delle canzonette, se il rock è nato e ha prosperato altrove un motivo ci sarà...per la musica "estrema" come la nostra qui non vi è spazio se non nell'underground, sostenuta a proprie spese. Senza entrare nel merito del disastroso mondo discografico italiano, i problemi più gravi che incontriamo nei nostri tour sono legati alla scarsa apertura della gente alle novità. I gestori dei locali, interessati fondamentalmente a riempire le proprie sale e vendere birra, conoscono il fenomeno e difficilmente puntano su gruppi che portano in giro la propria musica, preferendo andare sul sicuro con DJ o cover band. É così che paradossalmente sei tu a dover "ringraziare" chi ti ha permesso di suonare nel proprio locale (magari rinunciando ad una tribute night dal successo assicurato) e ti ha pagato quei pochi Euro che a malapena copriranno le spese di viaggio. Per quanto ci riguarda, quando chiudiamo un tour con il bilancio spese/rimborsi in pari, abbiamo da festeggiare..

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Fino ad ora ci ha aiutati, soprattutto ad avere una certa visibilità oltre i confini della nostra regione. Senza la rete anche organizzarci da soli il tour europeo che ci attende sarebbe stato quasi impossibile. In questo senso Internet è una straordinaria arma di democrazia. Basti pensare a quanti artisti (noi compresi) erano avvolti nel buio pesto prima dell'avvento di MySpace a favore di pochi grossi nomi. Adesso la rete è popolata da centinaia di migliaia di band, alcune valide, altre di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma la rivoluzione sta proprio nel dare a tutti la stessa possibilità. É il pubblico che sceglie.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Nella misura in cui una nostra canzone, anche se relativamente semplice dal punto di vista tecnico, colpisce il cuore di qualcuno.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Per il momento direi di no.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Grazie per la lettura ragazzi, vi invito a procurarvi il nostro disco e farci sapere cosa ne pensate, veniteci a trovare a qualche nostro live show...e non solo il nostro! Andate ai concerti e supportate chi fa la musica con il cuore e investe tutto per portarla in giro...l'underground vive di questo!

Maurizio Mazzarella

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