Ansa News

lunedì 18 aprile 2011

LUIGI SCHIAVONE - 16 Steps To The Sky


Sedici sono i gradini che portano alla mansarda di casa, il posto dove Luigi Schiavone trova la giusta concentrazione per concretizzare i suoi guizzi geniali in composizioni musicali di smisurato valore e sicuro successo, com’è stato per Quello Che Le Donne Non Dicono, un brano che fa parte della leggenda del pop nazionale a cui ha dato la voce Fiorella Mannoia, scritto in coppia con Enrico Ruggeri, di cui Luigi ne è il chitarrista e partner artistico per eccellenza da sempre. Ed è accanto a quest’ultimo che il nostro ha avuto modo di crescere come strumentista e come compositore, tra decine di dischi, collaborazioni con altri artisti e centinaia di date dal vivo che hanno fatto di lui uno dei più apprezzati axeman nazionali. Artista talentuoso ed intelligente, ha sempre messo la tecnica a servizio del risultato finale, creando uno stile riconoscibilissimo tra mille quando va in assolo sui brani e che si distingue per pulizia, eleganza ed incisività. Il lavoro che stiamo recensendo esce a 14 anni di distanza dal precedente album solista (intitolato semplicemente III) ed è costituito da 10 brani interamente strumentali, totalmente arrangiati e suonati in tutte le loro parti dal chitarrista, che vi ha profuso tutte quelle idee che magari non hanno trovato posto nel repertorio di Enrico e dove ha messo in mostra il suo eclettismo compositivo e strumentale. Catapultati in corsa sulla Route 66 con l’opener My New Wyoming, si passa poi alla riflessiva e sognante So Nice. Blues rock condito da tanto groove in Black And Blues, una intro ambient sfocia in un hard rock molto armonico in A New Heart, mentre un vero e proprio trionfo di melodia è Hymn For Miroslav. Si ritorna al rock col roccioso mid tempo di Stay Hungry, Stay Foolish che precede il torrenziale southern rock di Magilla Godzilla. Il pianoforte apre la delicata Nocturne, dove la chitarra con suadente lirismo regala una melodia toccante… A giudizio di chi scrive l’apice di questo lavoro. Si chiude con l’ammiccante e sorniona Chill Bill e con la sperimentale Look At Me che dimostrano ulteriormente l’ampiezza di vedute dell’artista. Davvero elegante il digipack che racchiude il supporto ottico, nelle cui foto interne fa bella mostra di se la magnifica Schecter Luigi Schiavone Signature. Un disco a cui ogni amante della sei corde non può e non deve rinunciare. Per info www.luigischiavone.it oppure www.videoradio.org.

Voto: 8,5/10

Salvatore Mazzarella

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