Intervista ai nostrani Destrage in occasione della pubblicazione del loro ultimo lavoro in studio "The King Is Fat 'N' Old":
Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
-The King Is Fat'N'Old è la nostra scommessa: abbiamo voluto fare tutto quello che ci pareva. Tutta l'energia creativa della band è condensata senza filtri nè stereotipi nei contenuti musicali, letterali, visuali e in tutti gli elementi vivacemente diversi tra loro che tradiscono tuttavia un collante ben visibile, direi tangibile. La musica è il caos messo in provetta e tenuto sotto controllo, e i concetti sono ancora più intensi dello scorso lavoro ma alleggeriti da una superficie di ironia a tratti demenziale. Nel disco ci sono anche veri e propri esperimenti di randomizzazione e matematica applicata, ed altre chicche nascoste. La cosa di cui siamo più felici è di aver messo la sostanza e l'intelligenza al servizio del divertimento.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
-La band è nata piano piano, in sordina. Prima facevano solo cover e c’era solo Mat della formazione attuale.E a poco a poco siamo entrati io, Fede, Gabriel e Ralph. Nel 2005 abbiamo inciso il nostro primo demo “Code To Emptiness” e nel 2006 il secondo “Self Id Generator” che ci ha permesso di firmare un contratto con l’etichetta giapponese Howling-Bull. Urban Being infatti è stato distribuito prima in Giappone alla fine del 2007 e solo da Giugno 2009 nel resto del mondo dalla Coroner Records. Nella stessa estate abbiamo composto e iniziato le registrazioni di The King Is Fat ‘N’ Old che è uscito il 4 Ottobre in Europa e America ed uscirà il 22 Dicembre in Giappone.
Come è nato invece il nome della band?
-E’ una domanda che ci fanno in molti, ma in realtà non ha un particolare significato. E’ nato quando avevamo circa 17 anni, è stato detto per scherzo ci è piaciuto e non ci siamo mai più posti il problema. A noi è sempre suonato bene!
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
-I testi hanno un enorme peso nella nostra musica, è ciò che comunichiamo ai nostri ascoltatori e a nostro parere è un dettaglio assolutamente non trascurabile. Le tematiche variano da canzone a canzone, ma c'è una forte identità concettuale di fondo. Il Re di cui parliamo è una specie di capro espiatorio del sistema di potere verticale del quale siamo tutti vittime e carnefici, pecore e lupi. Volendo dare un nome e una forma a quello che è il modello capitalistico nel quale volteggiamo come in un tornado abbiamo fatto ricorso a questa anonima figura di re, che ricorre ad una corona (lo status, la gerarchia) come "penis engagement" ed adopera due mani per raccogliere potere e controllo, accumulando capitale nello stomaco (fat) distribuendo con altre due mani terrore e ignoranza (old, non è certo una formula inventata ieri), indorando la pillola con dosi di intrattenimento a prova di idiota per anestetizzare le masse ed educarle alla richiesta e al consumo veicolato, cosicché the King possa regnare per sempre. La copertina del disco mostra la testa del re e l'interno del booklet contiene altri dettagli dell'artwork completo, un disegno a mano di circa 60x60cm.
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
-Potrebbe essere l'energia positiva che la musica trasmette, l'esuberanza, la ricchezza di linguaggio e di spessore musicale, che invita a riascoltare e riascoltare i pezzi, e la violenza con cui ci presentiamo ai primi ascolti. Ci sono tante cose in Destrage, l'ironia, la tecnica, la velocità, ma in fondo credo che i nostri fan semplicemente si divertano ad ascoltarci e vederci dal vivo, e per noi è la cosa più importante. Che poi facciano ascolti mirati con le cuffie e si rompano la testa per trovare tutti i dettagli del disco o si mettano mimare i soli di chitarra fa sempre piacere, ma è secondario. La cosa davvero importante è che chi ascolta un nostro pezzo goda almeno la metà di quanto godiamo noi a suonarlo. Almeno!
Come nasce un vostro pezzo?
-Di solito dalle chitarre. La voce viene abbozzata quando è pronta una preproduzione strumentale, ma a volte il procedimento si inverte o si spezza, Jade's Place ad esempio è nata canticchiando il ritornello mentre viaggiavo in moto intonandomi col suono del motore. In realtà è difficile che un pezzo nasca e venga chiuso in maniera lineare, o almeno su questo disco è stato così. Abbiamo attrezzato una parete in una casa vuota con decine di post it, ognuno con un idea musicale scribacchiata sopra, e poi abbiamo composto e ricomposto il puzzle una marea di volte fino a quando tutto, a nostro modo, quadrava.
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
-Personalmente Back Door Epoque.
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
-Guarda in verità le influenze di tutti noi 5 messe assieme creerebbero una lista a dir poco infinita. E non parlo di metal bensì di tutto ciò che è racchiuso tra musica classica e techno. Se dovessi però darti dei nomi “grossi” pensando ai singoli componenti dei Destrage direi Soilwork, Nickelback, The Dillinger Escape Plan, Protest The Hero, Lamb of God, Death, Prodigy , Inflames , John Zorn, Animals As Leaders, Sikth, Nevermore, Karnivool, The Beatles, Alter Bridge, Creed, Extreme, Everytime I Die, Botch, Suicidal Tendencies…ma sono davvero i primi che mi vengono in mente!come puoi ben vedere non esiste una vera e propria corrente unica che raccoglie le nostre influenze!
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
-Certo! Attualmente abbiamo un bel po’ di date in giro per l’Italia, per quanto riguarda invece l’estero saremo impegnati in un tour Giapponese a fine Gennaio/inizio Febbraio e a seguire stiamo lavorando per un tour Europeo.
E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?
-No per ora no. Siamo solo al secondo disco, mi pare eccessivo al momento.
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
-Mi duole in ogni intervista dire quello che sto dicendo, ma in Italia ci sono davvero band che meriterebbero molto di più di quello che hanno, e questa possibilità spesso e volentieri gli viene negata, semplicemente perché sono Italiani. Ma se le nostre band continuano di questo passo, sono sicuro che arriverà il giorno in cui sarà impossibile non notarle.
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
-Internet è un mezzo, e come tale a mio parere ha dei pro e dei contro. Per le band della nostra generazione ha sicuramente più lati positivi, molta gente non ci conoscerebbe se non fosse per la rete.
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
-Questo non te lo so dire. Questa è la musica che nasce dalla nostra voglia di comunicare qualcosa…il genere che ne scaturisce ne è frutto a sua volta. E il nostro “talento musicale” ne è il linguaggio.
C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
-Penso che ognuno dei membri abbia parecchi musicisti con cui vorrebbe collaborare! Se devo dirti il primo che viene in mente ti dico Maynard dei Tool e A Perfect Circle. Ma davvero più tempo ci metto a rispondere a questa domanda e più la lista si fa infinita, anche con i Prodigy e Aphex Twin ad esempio. Ecco l’ho detto!
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
-Vi ringraziamo molto per l’intervista e vi invitiamo ad ascoltare il nostro ultimo disco The King Is Fat’N’Old. E se sarà di vostro gradimento di seguirci sui nostri social network (Myspace, Facebook, Twitter, Wordpress) e naturalmente ai nostri concerti! Yo!
Intervista di Maurizio Mazzarella
Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
-The King Is Fat'N'Old è la nostra scommessa: abbiamo voluto fare tutto quello che ci pareva. Tutta l'energia creativa della band è condensata senza filtri nè stereotipi nei contenuti musicali, letterali, visuali e in tutti gli elementi vivacemente diversi tra loro che tradiscono tuttavia un collante ben visibile, direi tangibile. La musica è il caos messo in provetta e tenuto sotto controllo, e i concetti sono ancora più intensi dello scorso lavoro ma alleggeriti da una superficie di ironia a tratti demenziale. Nel disco ci sono anche veri e propri esperimenti di randomizzazione e matematica applicata, ed altre chicche nascoste. La cosa di cui siamo più felici è di aver messo la sostanza e l'intelligenza al servizio del divertimento.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
-La band è nata piano piano, in sordina. Prima facevano solo cover e c’era solo Mat della formazione attuale.E a poco a poco siamo entrati io, Fede, Gabriel e Ralph. Nel 2005 abbiamo inciso il nostro primo demo “Code To Emptiness” e nel 2006 il secondo “Self Id Generator” che ci ha permesso di firmare un contratto con l’etichetta giapponese Howling-Bull. Urban Being infatti è stato distribuito prima in Giappone alla fine del 2007 e solo da Giugno 2009 nel resto del mondo dalla Coroner Records. Nella stessa estate abbiamo composto e iniziato le registrazioni di The King Is Fat ‘N’ Old che è uscito il 4 Ottobre in Europa e America ed uscirà il 22 Dicembre in Giappone.
Come è nato invece il nome della band?
-E’ una domanda che ci fanno in molti, ma in realtà non ha un particolare significato. E’ nato quando avevamo circa 17 anni, è stato detto per scherzo ci è piaciuto e non ci siamo mai più posti il problema. A noi è sempre suonato bene!
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
-I testi hanno un enorme peso nella nostra musica, è ciò che comunichiamo ai nostri ascoltatori e a nostro parere è un dettaglio assolutamente non trascurabile. Le tematiche variano da canzone a canzone, ma c'è una forte identità concettuale di fondo. Il Re di cui parliamo è una specie di capro espiatorio del sistema di potere verticale del quale siamo tutti vittime e carnefici, pecore e lupi. Volendo dare un nome e una forma a quello che è il modello capitalistico nel quale volteggiamo come in un tornado abbiamo fatto ricorso a questa anonima figura di re, che ricorre ad una corona (lo status, la gerarchia) come "penis engagement" ed adopera due mani per raccogliere potere e controllo, accumulando capitale nello stomaco (fat) distribuendo con altre due mani terrore e ignoranza (old, non è certo una formula inventata ieri), indorando la pillola con dosi di intrattenimento a prova di idiota per anestetizzare le masse ed educarle alla richiesta e al consumo veicolato, cosicché the King possa regnare per sempre. La copertina del disco mostra la testa del re e l'interno del booklet contiene altri dettagli dell'artwork completo, un disegno a mano di circa 60x60cm.
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
-Potrebbe essere l'energia positiva che la musica trasmette, l'esuberanza, la ricchezza di linguaggio e di spessore musicale, che invita a riascoltare e riascoltare i pezzi, e la violenza con cui ci presentiamo ai primi ascolti. Ci sono tante cose in Destrage, l'ironia, la tecnica, la velocità, ma in fondo credo che i nostri fan semplicemente si divertano ad ascoltarci e vederci dal vivo, e per noi è la cosa più importante. Che poi facciano ascolti mirati con le cuffie e si rompano la testa per trovare tutti i dettagli del disco o si mettano mimare i soli di chitarra fa sempre piacere, ma è secondario. La cosa davvero importante è che chi ascolta un nostro pezzo goda almeno la metà di quanto godiamo noi a suonarlo. Almeno!
Come nasce un vostro pezzo?
-Di solito dalle chitarre. La voce viene abbozzata quando è pronta una preproduzione strumentale, ma a volte il procedimento si inverte o si spezza, Jade's Place ad esempio è nata canticchiando il ritornello mentre viaggiavo in moto intonandomi col suono del motore. In realtà è difficile che un pezzo nasca e venga chiuso in maniera lineare, o almeno su questo disco è stato così. Abbiamo attrezzato una parete in una casa vuota con decine di post it, ognuno con un idea musicale scribacchiata sopra, e poi abbiamo composto e ricomposto il puzzle una marea di volte fino a quando tutto, a nostro modo, quadrava.
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
-Personalmente Back Door Epoque.
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
-Guarda in verità le influenze di tutti noi 5 messe assieme creerebbero una lista a dir poco infinita. E non parlo di metal bensì di tutto ciò che è racchiuso tra musica classica e techno. Se dovessi però darti dei nomi “grossi” pensando ai singoli componenti dei Destrage direi Soilwork, Nickelback, The Dillinger Escape Plan, Protest The Hero, Lamb of God, Death, Prodigy , Inflames , John Zorn, Animals As Leaders, Sikth, Nevermore, Karnivool, The Beatles, Alter Bridge, Creed, Extreme, Everytime I Die, Botch, Suicidal Tendencies…ma sono davvero i primi che mi vengono in mente!come puoi ben vedere non esiste una vera e propria corrente unica che raccoglie le nostre influenze!
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
-Certo! Attualmente abbiamo un bel po’ di date in giro per l’Italia, per quanto riguarda invece l’estero saremo impegnati in un tour Giapponese a fine Gennaio/inizio Febbraio e a seguire stiamo lavorando per un tour Europeo.
E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?
-No per ora no. Siamo solo al secondo disco, mi pare eccessivo al momento.
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
-Mi duole in ogni intervista dire quello che sto dicendo, ma in Italia ci sono davvero band che meriterebbero molto di più di quello che hanno, e questa possibilità spesso e volentieri gli viene negata, semplicemente perché sono Italiani. Ma se le nostre band continuano di questo passo, sono sicuro che arriverà il giorno in cui sarà impossibile non notarle.
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
-Internet è un mezzo, e come tale a mio parere ha dei pro e dei contro. Per le band della nostra generazione ha sicuramente più lati positivi, molta gente non ci conoscerebbe se non fosse per la rete.
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
-Questo non te lo so dire. Questa è la musica che nasce dalla nostra voglia di comunicare qualcosa…il genere che ne scaturisce ne è frutto a sua volta. E il nostro “talento musicale” ne è il linguaggio.
C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
-Penso che ognuno dei membri abbia parecchi musicisti con cui vorrebbe collaborare! Se devo dirti il primo che viene in mente ti dico Maynard dei Tool e A Perfect Circle. Ma davvero più tempo ci metto a rispondere a questa domanda e più la lista si fa infinita, anche con i Prodigy e Aphex Twin ad esempio. Ecco l’ho detto!
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
-Vi ringraziamo molto per l’intervista e vi invitiamo ad ascoltare il nostro ultimo disco The King Is Fat’N’Old. E se sarà di vostro gradimento di seguirci sui nostri social network (Myspace, Facebook, Twitter, Wordpress) e naturalmente ai nostri concerti! Yo!
Intervista di Maurizio Mazzarella
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