Ansa News

lunedì 20 settembre 2010

SOILWORK - The Panic Broadcast


I Soilwork sono una band in costante evoluzione. Un gruppo che cerca costantemente di rinnovarsi, evolvendosi, senza però mai perdere una certa coerenza di fondo. Con "A Predator's Portrait", la band scandinava raggiunse il massimo successo nei primi anni di attività e dal successivo "Natural Born Chaos" ebbe inizio un determinato processo evolutivo, che è proseguito in tutti gli album successivi. Oggi con questo nuovo "The Panic Broadcast", ovvero l'ottavo del proprio percorso artistico che giunge a distanza di tre anni dal precedente "Sworn to a Great Divide", recuperano diverse delle sonorità passate, senza però mai mettere da parte quelle sfumature modernistiche che hanno caratterizzato in modo netto la seconda parte della loro carriera. C'è la classica potenza dei Soilwork in queso disco, c'è sempre una moltitudine di energia e proprio l'impatto e la rabbia hanno il predomio al cospetto della tecnica e della nobiltà del suono. Ci sono però quelle voci pulite che caratterizzano marcatamente il sound dei Soilwork, anche se sono molte di meno rispetto al passato anche più recente. Il disco è molto buono, lo diciamo senza alcuna riserva e farà certamente felici sia i sostenitori dei primi album dei Soilwork, che in fans più recenti. Il dato oggettivo, resta quello che i Soilwork sanno fare della musica incredibile e che hanno delle doti compositive realmente invidiabili. Il problema ed anche il pregio del disco, è che evidentemente in questi tre anni di stacco tra gli ultimi due lavori, il gruppo scandinavo deve aver accumulato del rancore, che ha trasmesso in modo marcato in questo disco che ne giova quindi davvero molto. Un disco per concludere, fatelo vostro senza alcun indugio.

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella

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