Ansa News

lunedì 19 aprile 2010

KINGCROW - Il Grande Silenzio


Intervista ai laziali Kingcrow, ci risponde il tastierista della band Cristian Della Polla:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Si certo: ‘Phlegethon’ è il nostro quarto album che nasce al termine di 16 mesi di serrato lavoro nel nostro studio di registrazione. In questo lungo periodo abbiamo cercato mettere a frutto tutte le nostre conoscenze e capacità per ottenere il massimo livello qualitativo. Posso dire che si tratta del nostro terzo concept album, e contiene 12 brani tra cui due suite di circa 9 minuti e un brano strumentale. Gli argomenti trattati sono molteplici affrontati in una trama molto complessa dal punto di vista psicologico. In questo lavoro siamo partiti affrontando il tema dell’ amore e i suoi risvolti oscuri ma poi ci siamo trovati ad affrontare argomenti molto differenti e complessi su come avvengono i condizionamenti dei rapporti umani a seguito di situazioni estreme. Per il momento preferisco non addentrarmi troppo nel dettaglio del concept per non togliere il gusto del primo ascolto.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-La band è nata nel 1996 ad opera dei fratelli Diego e ‘Thundra’ Cafolla, rispettivamente chitarrista e batterista del gruppo. Inizialmente si trattava di una cover band dei classici del metal tra cui Iron Maiden e Black Sabbath, che man mano si è evoluta cominciando a sviluppare brani propri e passando dall’heavy metal classico al Progressive Rock a quello che è oggi.

Come è nato invece il nome della band?

-Il nome attuale del gruppo è stato ideato un anno dopo la fondazione, nel 1997, ed è stato ispirato dal poema di Edgar Allan Poe ‘The Raven’.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere?

-Visto che prediligiamo i concept album, tutti i testi seguono la story-line del racconto, ma possono anche essere presi singolarmente; in questo modo si hanno più chiavi di lettura a seconda dei punti di vista. Pertanto in genere affrontiamo più temi di carattere universale invece di soffermarci sulla quotidianità. Comunque tutta la trilogia di concept Insider - Timetropia - Phlegethon ruota attorno alle debolezze della natura umana e all’influenza del contesto sociologico sull’individuo.

Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Importante, ci piace che i nostri testi abbiano più livelli di lettura un po’ come la nostra musica, cosi che ad ogni ascolto si abbiano più spunti di riflessione. A nostro avviso anche la scelta di una singola parola può influenzare l’atmosfera complessiva di un brano. Senza dimenticare proprio la forza fonetica delle singole parole.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Direi innanzitutto che si tratta di un album con sonorità moderne, saranno poi gli ascoltatori a decidere quanto avanzate. Chi ha avuto la possibilità di ascoltare l’album in anteprima ci ha detto che nonostante ‘Phlegethon’ sia indubbiamente il nostro album più complesso, risulta straordinariamente diretto. Si tratta di una esperienza sonora che indubbiamente non lascia indifferenti, con importanti cambi di atmosfere emozionali. Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che sia stata raggiunta un ottima qualità di produzione: gli amanti dell’alta fedeltà non rimarranno delusi.

Come nasce un vostro pezzo?

-In tutti i nostri brani ciò che nasce prima è la musica, in genere è Diego che si occupa della prima stesura. Viene poi aggiunto il testo e poi insieme curiamo tutti gli arrangiamenti definitivi nella fase di produzione vera e propria. Il fatto che siamo maniacali per quanto riguarda tutte le fasi di produzione fa si che il processo sia piuttosto lungo. Per farti un esempio, perdere due giorni per un singolo suono di synth su una parte di 30 secondi non è per noi una cosa inusuale. C’è una profonda ricerca anche da questo punto di vista.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Dal punto di vista emozionale ti direi sicuramente l’accoppiata ‘The Slide’- ‘Timesfhit Box’ con la quale abbiamo aperto il Gods Of Metal 2008. Però se devo considerare entrambi gli aspetti probabilmente la suite ‘Numb’ è il brano che più mi ha soddisfatto, anche se probabilmente ognuno di noi potrebbe citarti brani diversi.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Diciamo che oltre le band già citate metterei i Queensryche in particolare per quanto riguarda l’album ‘Insider’ tuttavia negli ultimi due album pensiamo di aver raggiunto un sound indipendente e gli accostamenti diventano possibili solo tramite genere, quindi per ‘Timetropia’ direi le classiche opere Rock, mentre per ‘Phlegethon’ il Neo - Progressive moderno. Ormai la stampa fatica molto a catalogarci e spesso, soprattutto all’estero, definiscono il nostro sound come estremamente personale. Tuttavia c’è una band che penso sia il caso di citare sopra ogni altra, perché ci ha totalmente influenzato soprattutto sul modo di operare: i Rush. Cercare di realizzare album sempre totalmente diversi dai precedenti, mettere la tecnica al servizio della bellezza dei brani, essere così vari nel corso degli anni rappresenta per noi il modo ideale di lavorare e approcciarci alla realizzazione dei nostri lavori.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Attualmente stiamo completando sia la pianificazione della promozione del disco che delle date live, peraltro una prima a Perugia il 2 Luglio è già stata ufficializzata. Alcuni nostri brani sono già stati trasmessi da importanti radio tra cui Radio Rock a Roma e Radio Popolare a Milano. Non ti nascondo il nostro obiettivo è quello di andare in tour in Europa ed a questo che il nostro managment sta lavorando alacremente.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Ci piacerebbe molto realizzare un DVD live, ma vorremmo che fosse un DVD di un certo livello qualitativo per cui non sappiamo ancora quando potremmo realizzarlo.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-A mio avviso la scena italiana è ricca di band interessanti che non sfigurano affatto se paragonate con le band europee, anzi. Penso che basterebbe poco per far si che la scena italiana sia competitiva anche a livelli di volumi di vendita ma occorrerebbero degli importanti investimenti che per ora visto la situazione economica nessuno è in grado di garantire.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Internet è un mezzo di comunicazione molto potente che noi usiamo in maniera massiccia, e quindi tutto sommato ci dà una mano. Anche se è difficile dire come sarebbero state le cose se non ci fosse periodo nero della discografia.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Direi il Progressive è un genere che ti porta ad essere sempre in continua sfida con se stesso, che lascia sempre un pizzico di insoddisfazione in quel che fai, perché cerchi sempre di dare di più. Tuttavia penso sia il genere che ci ha permesso di crescere maggiormente. Ogni nuovo lavoro rappresenta un vero balzo in avanti sotto tutti gli aspetti rispetto a quanto fatto prima.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Sicuramente ci piacerebbe lavorare con i Rush, con Fripp e senza andare troppo lontano con i nostri amici Moongarden.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Vi ringrazio della vostra attenzione, spero che abbiate la possibilità di ascoltare presto i nostri nuovi brani, alcuni sono già disponibili sul nostro sito www.kingcrow.it e myspace www.myspace.com/kingcrowband, e di venirci ad ascoltare nelle prossime date live. Alla Prossima!

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella

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