Ansa News

giovedì 16 luglio 2009

SKW - La legge dei grandi numeri


Intervista agli SKW, ci risponde il chitarrista della band Simone Anaclerio:


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?


-Noi deriviamo dal metal puro, ma questo album rappresenta la maturita’ artistica, anche l’album piu’ “alternativo” e meno metal in senso stretto, il risultato naturale di un processo artistico che sfocia finalmente in quello che vogliamo effettivamente comunicare a livello musicale. Diciamo che e’ un bel balzo rispetto al passato, si respira aria nuova ed e’ perfettamente quello che volevamo ottenere per interessare ogni ascoltatore, anche di variopinte preferenze musicali.


Quali ritenete siano le principali differenze tra il vostro ultimo disco ed il suo predecessore?


-“Alter Ego” e’ stato sicuramente l’anello di congiunzione tra i vecchi SKW e i nuovi, era fortemente metal, gia’ sperimentale rispetto ai primi due album, ma ancora non abbastanza. Con “Numbers” si intuisce che si puo’ essere estremi e potenti anche usando la melodia in modo diverso, componendo song che “suonano”, anche usando la voce come strumento musicale, anche osando con sonorita’ nuove. In Alter Ego questa cosa era appena intravedibile, ora e’ evidente.


Da dove è nata l'idea di dare come titolo al disco "Numbers"?


-Nei testi siamo stati sempre molto realistici, esperienze personali negli anni sono state raccontate metaforicamente con un linguaggio “industrial” e ora invece con un linguaggio piu’ simbolico (i numeri). Il concetto di numero e’ a volte pero’ anche una condanna, noi uomini siamo considerati spesso dei banali numeri, mentre e’ bene sempre ricordare che un uomo vale sempre in maniera particolare proprio perche’ e’ espressione della sua personalita’.


Quanto tempo è stato necessario per la registrazione?


-E’ stato volutamente un processo lungo, circa 2 anni totali, perche’ e’ entrato in gioco un quinto elemento fondamentale della band, cioe’ Frank Andiver, il produttore scelto, il cui lavoro assolutamente propositivo, ha porato arrangiamenti e idee che si sposavano alla grande con le nostre idee sul disco. Per questo la produzione e’ stata “lunga” e soprattutto creativa in ogni senso.


Cosa potete dirci invece della copertina? Chi l'ha ideata? C'è un significato particolare nell'immagine?


-E’ stata ideata dal grafico e fotografo scelto per questo disco da noi stessi. E’ Enrico Caputo della carosello lab di Roma, che ha fatto un ottimo lavoro. La scelta grafica combaciava con la sensazione che regala la parola “numero”. Chi non si e’ mai sentito un banale numero nella vita di tutti i giorni? E’ uno stimolo a conseguire qualcosa per cui sentirsi validi, il tuo goal personale. La donna della copertina ha un vestito “dark” perche’ era perfetto per formare un’iride, un occhio che visto dall’alto porta alla riflessione, al guardare e al non solo osservare in maniera distaccata. Poi abbiamo giocato, vestito dark, casetta oscura. Si perche’ ci teniamo a far sapere che il booklet e’ fatto anche per stuzzicare il gioco, ha una forma per cui si puo’ costruire una casettina. La parola numeri porta anche alla mente il concetto di ”gioco” inteso come enigma.


Quali ritenete siano gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?


-Non dovrei essere io a dirlo…ma dal mio punto di vista le sonorita’ esplorate, gli arrangiamenti e la musicalita’ di questo album possono colpire, ed e’ capitato svariate volte, anche chi non sgeue prettamente questo filone di rock metal moderno, piu’ vicino alla scena americana che a quella europea. Riusciamo ad essere, forse anche per esperienza, completi e freschi e la cosa giova a chi vuol emozione dalla musica in generale.


Come nasce un vostro pezzo?


-Solitamente da una idea mia alla chitarra, da bozze registrate su computer. Da li inizia il percorso della band in sala prove, e da li si capisce se funziona, se da emozione un pezzo…senza contare che poi la parte piu’ importante e’ l’arrangiamento del pezzo e tanta sala prove, attivita’ per la cui fase finale e’ utilissimo avere un produttore che puo’ sentire con orecchio diverso e distaccato quello che a noi sembra buono. Solitamente le parole vengono sempre dopo la musica.


Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?


-Probabilmente l’opener 1minute2lie, che abbiamo trasformato nel tempo fino a farne un singolo…e poi ci ha regalato la forza e la voglia di farne un video molto bello e professionale, di produzione eccelsa e americana, girato a Los Angeles.


Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?


-Noi arriviamo dal metal anni 90, Pantera e company, anthrax, metallica prima della svolta ecc…non possiamo di sicuro dire che dentro le canzoni di numbers ad esempio non ci siano alcuni spunti old school, pero’ di sicuro sono dei tasselli del DNA che risultano pero’ celati e integrati nel nuovo corso musicale che in realta’ ha poco a che vedere con quel vecchio filone…diciamo che i vecchi lavori sono parte del dna della band che ogni album pero’ cerca di rileggere con nuova linfa le esperienze passate per arrivare a dare emozioni nuove e personali agli ascoltatori.


Avete girato un video a Los Angeles se non erro, potete parlarci di questa esperienza?


-Assolutamente unica. La produzione era in pieno Hollywood Style. La produzione di Gianfilippo Pedrotti e il suo staff, assoluti professionisti ai quali anche vasco rossi ad esempio si e’ affidato quando e’ andato a girare la’ ultimamente. La regista ha gia’ lavorato con noi, e’ un’amica regista italiana che lavora nel cinema a Los Angeles appunto, molto in gamba si chiama Laura Stabilini. Essendo una film maker cerca sempre di realizzare un videclip che poi vuole anche essere una sorta di mini movie. L’anima del video e’ sua, poi e’ stato gratificante lavorare con una direttore della fotografia come Michael Pescasio abituato a gigantesche produzioni.


Che differenze ci sono nel lavorare tra l'Italia e gli Stati Uniti?


-Tra lavorare qui e farlo la, vi e’ differenza dalla A alla Z. Semplicemente perche’ negli states c’e’ professionismo su ogni fronte, qui in italia spesso invece si tratta sempre di fare qualcosa di serio ma non troppo. Questione di attitudine, ambiente, personaggi troppo diversi nella mentalita’.


Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?


-Ribadisco…noi siamo creativi da secoli per quel che riguarda l’espressione artistica e musicale. Per questo anche nel panorama alternativo secondo me raggiungiamo risultati eccelsi. Purtroppo pero’ siamo anche ancorati a certe mentalita’ molto classiche e popolari da una parte, molto troppo esterofile dall’altra. Bisogna saper anche guardare le cose in modo differente e chi ci riesce ne guadagna e fa smuovere le band italiane e i loro sacrifici. Una volta non c’erano molti mezzi per emergere ma c’era qualita’, ora ci sono moltissimi mezzi in piu’ ma tutto rischia di confondersi e in italia spesso ci sono ancora quelle invidie tra band davvero inutili.


Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?


-Diciamo che al nostro livello…essere potenzialmente visibili in tutto il globo e’ positivo…anche avere la tua musica ora e’ molto + facile…dall’altro lato pero’ e’ tutto piu’ facile…e quindi la quantita’ ha sopraffatto la qualita’ !


Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?


-Moltissimo…credo che il rock in generale ha le frontiere molto aperte..si puo’ essere rock e metal in mille sfumature, ti permette di sperimentare varie cose…invece il pop ha regole ferree…o non sarebbe pop..


Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?


-Certo…io lo dico sempre..non abbiate paura di alimentare la passione e la professionalita’ delle band meno conosciute, acquistando ancora alla vecchia maniera cd per una musica che magari regala molte emozioni a discapito dei soli prodotti che si trovano ovunque…aiuta a vivere meglio !


Intervista a cura di Maurizio Mazzarella


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