Ansa News

venerdì 16 aprile 2010

GRINNING SHADOWS - Le Macchie del Peccato


Intervista ai lombardi Grinning Shadows, ci risponde il chitarrista del gruppo Simone Cirani:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-“The New Curse” é un EP album composto da 5 nuove tracce. E’ sicuramente il nostro miglior lavoro finora sia in termini di produzione che di qualità dei pezzi. A livello musicale, ci poniamo in una dimensione che spazia tra il gothic metal e il death metal di stampo svedese con alcuni elementi sinfonici. Ci sono voluti quasi 3 anni per completare i lavori, sia per la complessità degli obiettivi che ci eravamo prefissati, sia per l’uscita di alcuni membri della band. Dopo tutte le difficoltà che ci si sono presentate adesso siamo veramente fieri del lavoro svolto, speriamo che anche il pubblico la pensi come noi!

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-L’idea è venuta da me (Simone)… si va indietro al 2003 per questo. Avevo iniziato a scrivere del materiale mio e dopo un periodo di inattività di gruppo sentivo la necessità di iniziare un nuovo discorso, specialmente per girare pagina anche a livello personale. Un pomeriggio alcolico insieme a Mario (Farina) e a Jacopo (Matticchio, il nostro vecchio bassista) ha fatto scattare la scintilla giusta e dopo un paio di telefonate ai miei vecchi compagni in altri gruppi come Lorenzo (Pini) e Daniele (Roverato) la band era già pronta per partire! Abbiamo infine contattato Sara (Rossi) per completare la line-up e grazie all’entusiasmo e alle tante idee che avevamo nel giro di nemmeno un anno abbiamo già registrato il nostro primo full-length ”Elegy in Blood”.

Come è nato invece il nome della band?

-Stavamo cercando qualcosa che ci definisse a livello personale… accostare i concetti di ombra e ghigno è stato quasi naturale. Siamo persone che si sanno divertire quando se ne ha l’occasione ma siamo anche seri ed introspettivi. L’ossimoro di questi aspetti si sposa perfettamente con l’immagine di ombre ghignanti!

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-I testi sono riflessioni su esperienze di vita vissuta, volta per volta adattate al mood del lavoro che stiamo producendo. I nostri lavori sono finora stati tutti dei concept. “Elegy in Blood” è stato il più impegnativo sotto questo punto di vista perché si tratta di una storia d’amore dannata da una morte precoce che si sviluppa da capo a fine e che ha nella musica la dimensione sonora. “Stains of Sin”, il nostro secondo lavoro, ha invece avuto come oggetto la donna, nei vari aspetti in cui puó condizionare la vita di una persona, dai sentimenti piú puri a rabbia ed odio, passando per le perversioni più totali. “The New Curse” tratta invece il tema del distacco da una persona cara, sotto diverse ottiche. La separazione da una persona a cui si è legati è una cosa estremamente difficile e il modo di affrontarla è qualcosa di molto personale ed interessante e per questo ci siamo voluti concentrare su questo concept.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-La nostra proposta musicale si colloca come ti ho detto prima tra il gothic metal ed il death metal scandinavo. Cerchiamo di integrare riff e tempi più tirati con aperture sinfoniche e qualche escursione di matrice magari un po’ più moderna, il tutto condito da un mix di ben 3 voci: femminile, maschile pulita e growl. Ci poniamo come scopo quello di non restare imbrigliati in gabbie di etichetta, l’evoluzione del sound che abbiamo avuto in questi suoni ne è sicuramente una prova. Descrivere la nostra musica a parole non mi risulta facile perché per me scriverla è la cosa più spontanea del mondo, ma parlarne diventa complicato. Il modo migliore per farsene un’idea è semplicemente ascoltarla e poi trarre le proprie conclusioni!

Come nasce un vostro pezzo?

-Tipicamente un pezzo nasce da una mia idea che cerco di portare in sala prove al punto più maturo possibile. La tecnologia al giorno d’oggi facilita molto i lavori in questo senso perché in casa posso tranquillamente scrivere le parti di quasi tutti gli strumenti e avere già un’idea sulla resa complessiva. Quando il pezzo è sufficientemente maturo lo sottopongo al vaglio degli altri ragazzi con cui concordiamo eventuali modifiche e arrangiamenti.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Per quanto mi riguarda non ti posso dare assolutamente una risposta a questa domanda, perché è un po’ come decidere chi è il figlio preferito in famiglia! Forse a “Missing” siamo legati tutti in maniera particolare sia per dal punto di vista dei testi che come esecuzione. E’ stato l’ultimo pezzo ad essere terminato e forse anche per questo ci risulta più vicino.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Attualmente ti risponderei Dark Tranquillity, che adoro, e Dark Lunacy, l’esperienza coi quali è stata un arricchimento personale di estremo valore per me. Ma anche i lavori di band come i Lacuna Coil o la musica classica ci hanno indubbiamente influenzati. Poi se andiamo indietro, magari una volta c’era forse più l’influenza di Cradle of Filth o Tristania.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Per il futuro stiamo cercando di pianificare dei live per poter promuovere al meglio il nostro lavoro. E’ sicuramente il modo migliore per portare in giro la propria musica oltre che ad essere un divertimento per tutti noi ed in fondo uno dei principali motivi per cui suoniamo è sentire l’adrenalina quando sali sul palco! Dal punto di vista promozionale, ci siamo invece affidati alla Nadir Music. Altro non ti posso rivelare!

-E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Credo che non sia una cosa all’ordine del giorno. I nostri passi futuri saranno esclusivamente promuovere questo lavoro e iniziare la preparazione del prossimo che sarà un full length e che richiederà sicuramente tutte le nostre energie.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-In Italia ci sono tantissime band veramente valide e musicisti in grado di competere assolutamente con proposte che vengono dall’estero. Credo che l’Italia paghi molto una serie di fattori tra cui una sorta di esterofilia, per cui un gruppo italiano non potrà competere con uno straniero a prescindere. Ho assistito a diversi concerti dove gruppi italiani facevano figure eccezionali di fianco a nomi blasonati e comunque sentire commenti non sempre gratificanti e per me senza troppo fondamento. Dal punto di vista di musicista, invece, mi tocca constatare una grande difficoltà nel riuscire a suonare dal vivo. Troppi locali attuano politiche che rendono molto dura suonare live per gruppi emergenti e che hanno il coraggio e la capacità di scrivere musica propria. Finché non cambierà la concezione dei live, imparando in questo caso sì da altre nazioni, sarà difficile per i gruppi italiani farsi conoscere al pubblico nazionale e farsi le ossa per magari fronteggiare platee importanti anche all’estero.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Per quanto mi riguarda, reputo Internet una grande opportunità. E’ uno straordinario strumento per quanto riguarda la promozione dei gruppi e crea la possibilità di instaurare anche un contatto diretto coi fans. Ovviamente questo discorso è valido se lo si applica a band che non hanno un mercato diffuso, per cui il file sharing diventa un danno economico notevole che finisce per ripercuotersi poi anche sui gruppi minori che cercano contratti in giro. Comunque sia, Internet è ormai una realtà ineliminabile e talmente diffusa da rendere necessario un ripensamento dei ruoli all’interno dell’industria musicale.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Cerchiamo di sempre di anteporre l’aspetto artistico a quello tecnico nel nostro lavoro. Sicuramente ci interessa e appassiona di più curare melodie ed armonizzazioni e riuscire a plasmare musica che si sposa con i testi. Credo che ci sia notevole spazio d’azione in questo senso nel nostro genere, anche perché non stiamo troppo attenti a sottilizzare sui canoni di un genere piuttosto che di un altro.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Mi piacerebbe collaborare con Fernando Ribeiro dei Moonspell! Ha una voce eccezionale, profonda, potente ed estremamente espressiva. Non so ma mi piacerebbe vedere cosa potrebbe uscirne!

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Visitate il nostro sito web ufficiale www.grinningshadows.com e il nostro MySpace www.myspace.com/thegrinningmaskofevil per dare un ascolto a qualche teaser del nostro nuovo album e avere notizia dei live, vi aspettiamo! Supportate il Metal italiano!

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella

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