Ansa News

mercoledì 14 aprile 2010

AVANTASIA - The Wicked Symphony


Sarò sincero. Ho sempre apprezzato la musica di Tobias Sammet, con la sua band, gli Edguy ed ancora di più con il suo progetto Avantasia. Già con il primo capitolo, "The Metal Opera Part I", aveva stupito tutti ed ha sempre continuato a farlo nel corso degli anni. Oggi siamo nel 2010, sono passati ben nove anni dal primo capitolo e siamo tutti un po' cresciuti e maturati e come noi, lo ha ha fatto lo stesso Sammet con il suo Avantasia. Il buon Tobias ha voluto stupire tutti ed ecco non un solo nuovo capitolo targato Avantasia, ma ben due album. Sarebbe stato più facile fare un disco doppio invece no. "The Wicked Symphony" ci mostra un Sammet versatile, voglioso di raggiungere e riscuotere ampi consensi, con un disco sempre straordinariamente di power metal, ma contaminato da tracce di un hard rock incisivo ed affacinante allo stesso tempo. Siamo di fronte ad un disco che si apprezza dalla prima all'ultima nota, "The Wicked Symphony" piace per i suoi ritornelli accattivanti ed avvolgenti, ma anche perché fa della grinta e del carisma il proprio principale punto di forza. Il disco presenta un enorme spessore tecnico, un senso artistico di straordinario livello ed una qualità spiazzante, contenendo musica da brividi, da pelle d'oca. Sin dal primo brano, la title-track, si ha la sensazione di essere di fronte ad un'opera magnifica. Nove minuti di follia e seducente metallo. E che dire degli ospiti e dei musicisti che suonano in questo disco. Il buon Tobias, che oltre a cantare suona anche il basso, come sempre è accompagnato da Sascha Paeth alla chitarra e Michael "Miro" Rodenberg alle tastiere, mentre alla batteria troviamo per la maggiore ancora una volta il mitico Eric Singer. Poi c'è la lista degli ospiti. Bruce Kulick e Oliver Hartmann alle chitarre, Felix Bohnke e Alex Holzwarth alla batteria, Simon Oberender all'organo nel pezzo di chiusura "The Edge". Nomi da brividi, ma la lista dei cantanti ne fa venire ancora di più: Jørn Lande, Michael Kiske, Russell Allen, Bob Catley, Klaus Meine, Tim "Ripper" Owens, André Matos, Ralf Zdiarstek. Francamente c'è poco d'aggiungere. Il disco ha il sapore del capolavoro, scorre via che è una bellezza e la produzione è molto buona, il suono è pulito ed all'avanguardia ed i brani hanno un'impatto molto forte. Fatelo vostro!!!

Voto: 9/10

Maurizio Mazzarella

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