Ansa News

martedì 16 marzo 2010

THE SWEAT - La Futilità della Vita Ordinaria


Intervista ai nostrani The Sweat, ci risponde Matteo Caldari, voce e basso della band:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Ciao a tutti, il disco si chiama "The futility of a well-ordered life" e ha visto la luce lo scorso Luglio 2009 dopo un periodo molto travagliato. Prodotto da Gherardo Monti e Paolo Favati, registrato al Larione10 di Firenze e masterizzato ai Marcussen Studios di Hollywood, CA. è stato stampato con il supporto di Inconsapevole Records. L'artwork è di Winston Smith (Green Day, Ben Harper, Dead Kennedys).

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-Il progetto ha origine nel 2005 da componenti di Appaloosa, Bad Love Experience, Seed'n'feed e Radio Mosquito. L'attuale line-up formata da Rolando Cappanera (batteria), Diego Caldari (chitarra) e Matteo Caldari (basso, voce) è insieme dal Giugno 2007.

Come è nato invece il nome della band?

-Il sudore è uno dei frutti del rock n' roll, il più sporco ma genuino.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-I testi sono molto importanti e variegati, si trattano temi sociali come in "Control" e "Too fast", ma anche molto intimi e personali come in "Please, dont kill me" o "Back to rock".

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Sincera energia sudata.

Come nasce un vostro pezzo?

-Solitamente io o mio fratello portiamo un'idea, un riff di chitarra, un ritornello e da quello partiamo fino ad arrivare alla canzone finita.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Dal punto di vista tecnico "Right now" con la sua velocità è quello che ci mette maggiormente alla prova sul palco, dal punto di vista emozionale in particolar modo direi "Back to rock" dedicata ad un amico che in passato ha avuto problemi di salute, ma che ora è tornato a solcare palchi.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Ce ne sono tante... dico qualche nome del passato e del presente come Ac/Dc, Led Zeppelin, Motorhead, Danko Jones, Foo Fighters, Gluecifer, Hellacopters.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Abbiamo già suonato in giro per l'Italia e nel 2010 faremo altrettanto, grazie anche alla collaborazione con Ale di Machada Booking. In estate probabilmente andremo in Europa a promuovere il disco.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Non ancora, ma presto cominceremo a scrivere materiale nuovo per il secondo disco.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Povera, solo poche eccezioni che però faticano ad emergere: il rock purtroppo ha una piccolissima parte nella cultura italiana. Le problematiche sono tante, infatti siamo dovuti ricorrere per l'ennesima volta all'autoproduzione.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Ci da una mano, è più facile promuoversi ma allo stesso tempo questo fa si che ci sia una concorrenza elevata.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Diciamo che spesso ci mette alla prova, soprattutto visto che abbiamo deciso di suonare solo in tre.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-A me personalmente piacerebbe avere le voci di Biff Malibu dei Gluecifer o di Nicke Royale degli Hellacopters su un nostro brano.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-It's a long way to the top if you wanna rock'n'roll!

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella

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