Ansa News

mercoledì 9 dicembre 2009

HEAVENLY - Carpe Diem


Provenienti dalla vicinissima Francia, gli Heavenly sono in vita dal 1994, raggiungendo quindici anni di attività intensi e colmi di grandi album, capolavori autentici che hanno sempre confermato e rimarcato il notevole spssore artistico e tecnico della band, partendo dallo splendido "Coming from the Sky", seguito dallo sbalorditivo "Sign of the Winner", che in molti hanno definito come il terzo "Kepeer", fino ad arrivare a "Dust To Dust", ovvero il disco della consacrazione ed al seguente "Virus", quello della definitiva maturità. A tre anni dall'ultimo lavoro in studio, ecco arrivare forse l'episodio più elevanto del proprio percorso artistico, quello che mette in luce la classe e la raffinatezza della band, che si dimostra un punto di riferimento non solo per il proprio genere d'appartenenza, ma per tutto l'ambito musicale. No, non stiamo esagerando, perché siamo di fronte senza alcun dubbio ad un grandissimo disco di power metal, dove gli Heavenly prendono le distanze dai maestri del settore, creando un proprio stile, rimarcando la propria personalità e mettendo in mostra un'animo più rock che metal, tanto che in alcuni frangenti sembra di ascoltare i Queen più sinfonici ed ispirati, dove la voce di Benjamin Sotto, che ha scritto e composto tutto l'album, sembra quella del miglior Freddie Mercury, specialmente nei vocalizzi più alti. Un esempio? Ascoltate "Farewell", la chitarra sempre quella di Brian May ed il pezzo starebbe benissimo in un disco come "A Night At The Opera". Questo non significa che gli Heavenly non suonano più metal, affatto, "Farewell" per certi versi può sembrare un episodio isolato, ma hanno solo affinato il proprio stile, rendendolo più personale e particolare, senza limitarsi ad imitare Helloween o Stratovarius come fanno tante band del settore. Influenze sia chiaro ancora presenti, vedi "Fullmoon", ma comunque limitate all'essenziale, perché quando si scrive musica spesso è importante non porsi limiti per arrivare il più in alto possibile. "Carpe Diem" è un disco che suona attuale e che giova di una grande produzione, non esageriamo quindi se definiamo questo come il capitolo migliore della carriera degli Heavenly, che raggiunto il grandino più alto ora devono cercare di restarci il più a lungo possibile. Poche parole, grandissimo disco. Fatelo vostro.

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella

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