Ansa News

mercoledì 18 novembre 2009

HIGHLORD - The Death Of The Artists


Nati nel 1998, i torinesi Highlord con questo nuovo album "The Death Of The Artists" edito per la nostrana Scarlet Records, giungono alla pubblicazione del proprio sesto lavoro in studio, facendo ritorno sul mercato discografico a tre anni di distanza dal precedente "Instant Madness". Siamo nel campo del power metal di matrice melodica e dai ponderati connotati sinfonici, dove gli Highlord mostrano diversi punti in comune con i connazionali Vision Divine, soprattuto nei momenti più complessi e nel sound delle tastiere, mostrando una forte abilità nell'unire frammenti virtuosi ed armonici a fraseggi più energici e robusti. Per avere un esempio più concreto di questo concetto, basta infatti mettere a confronto il brano d'apertura "Simple Man", con il possente pezzo successivo "Every Thrash Of Me", nel quale è doveroso porre in evidenza lo splendido assolo di chitarra centrale di Stefano Droetto e la spledida "Canticle Of The Flesh" che ricorda i migliori Labyrinth. Nella sua totalità, "The Death Of The Artists" è davvero un gran bel disco, prodotto in maniera assolutamente eccellente, cosa che consente ai singoli brani di godere di un suono molto attuale e suonato in modo impeccabile, valorizzando al massimo quelle che sono le doti tecniche complessive della band, oltre che quelle compositive. "The Death Of The Artists" è un disco di notevole qualità e spessore artistico, che scorre in modo fluido e dinamico, senza mai un momento di pausa, o un momento di noia. La musica degli Highlord si ascolta con facilità e tutto d'un fiato, come lo scorrere di acqua gelida in gola nel mezzo di un deserto, risultando versatile, variegata e mai monotona. L'impatto delle canzoni è molto forte e risultano anche molto semplici da assimilare nonostante la propria evidente complessità strutturale. Chitarre taglienti e graffianti, momenti strumentali intensi ed incisivi, una sezione ritmica mastosa e puntuale, questa è la ricetta degli Highlord, tutto a corredo della splendida voce di Andrea Marchisio, autore di una prova dietro al microfono da brividi. Grande disco che conferma come il metal made in Italy sia di grande qualità e che non è assolutamente inferiore a quello di band provenienti da altre nazioni. Se amate questo genere non potete fare a meno di "The Death Of The Artists", fatelo vostro.

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella

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