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lunedì 21 settembre 2009

TWINSPIRITS - The Forbidden City


Secondo capitolo per i Twuinspirits che tornano sul mercato discografico a due anni di distanza dall'esordio "The Music that Will Heal the World". Andando dritti al sodo, "The Forbidden City" è un egregio album di progressive metal, ben prodotto e strarodiarimante suonato, dove i Twinspirits evidenziano diversi punti in comune con band di grosso calibro come Dream Theater e Symphony X, anche se in ogni episodio del disco è palpabile la forte personalità di una band dotata di un notevole livello tecnico e pregevoli doti compositive. Pur non scoprendo nulla di nuovo, i Twinspirits componsono della buona musica e "The Forbidden City" si lascia apprezzare per la sua spontaneità e per la propria freschezza. Passando ad analizzare l'album più nel dettaglio, la partenza è affidata a "The Forbidden City", ovvero la title-track, che si segnala subito come un pezzo maestoso, dai tratti possenti, capace di rimarcare in ogni nota l'immenso spessore artistico della band, in un componimento complesso da un punto di vista strumentale, ma dalla presa particolarmente semplice, "Taste the Infinity" a seguire, si segnala come un brano molto intenso, dai toni ispirati e dotato di una fortissima componente emozionale oltre che di una palpabile dose di passionalità, "Number One" vede la band puntare su uno stile più energico e ruvido e su ritmi sempre incisivi e pungenti, "Everything" invece, giova di sonorità particolarmente attuali ed all'avanguardia, rimarcando il pregevole contributo delle tastiere di Daniele Liverani. Nel proseguo del disco, "One of Us" decolla in modo armonico, echeggiando nel proprio complesso i Dream Theather di "Images And Words", stesso dicasi per "BTR" dove viene più alla mente "Awake", mentre in "Hide This Feeling" la poesia incontra la musica, incantando, seducendo ed ipnotizzando. Nella parte finale del disco, "My Future" dona spazio a sonorità più oscure ed introspettive, ma anche ad uno stile più versatile ed accattivante, "Reaction" riscopre uno stile più datato e tradizionale, ma sempre efficace e di grande effetto, la conclusiva "I Am free" infine, racchiude l'essenza della band, riassumendo le peculiarità di un disco altamente consigliato a chi ama questo settore musicale.

Voto: 7,5/10

Maurizio Mazzarella

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