Ansa News

lunedì 21 settembre 2009

DYING FETUS - Descend into Depravity


Provenienti dagli Stati Uniti e formatisi nel 1991, per i Dying Fetus questo "Descend Into Depravaty" rappresenta il sesto disco della propria carriera, che viene dato alle stampe a due anni di distanza dal precedente "War of Attrition". Musicalmente i Dying Fetus sono fautori di uan pregevole fusione tra death metal, grindcore ed hardcore e lo fanno con una preparazione tecnica fuori da comune, oltre che con una eccellente personalità. Diciamolo subito quindi, "Descend Into Depravaty" nel suo complesso è un gran bel disco, ben prodotto e ben suonato, capace di scorrere in modo fluido e dinamico, lasciandosi apprezzare dalla prim all'ultima nota, non risultando mai banale e scontato. Passando ad analizzare l'album più nel dettaglio, la partenza è affidata a "Your Treachery Will Die With You", un pezzo brutale, violento e pungente nel proprio complesso, ma dotato di un pregevole dinamismo e diversi spunti tecnici di notevole interesse, "Shepherd's Commandment" a seguire, è un brano compatto e dall'impatto imemdiato, imposttao su sonorità massicci, granitiche ed impenetrabile, dove le chitarre si ritagliano un ruolo da protagonoste assolute, "Hopeless Insurrection" invece, giova di una maggiore intensità rispetto agli altri brani e vede la band puntare su una rapidità d'esecusione incredibile. Nel proseguo del disco, "Conceived Into Enslavement" spiazza per l'eccellente contributo della sezione ritmica, massacrante e maestosa, oltre che per l'incredibiel malvagità contenuta, in "Atrocious By Nature" i Dying Fetus puntano su ritmica più armonici, ma sempre incisivi, pungenti e martellanti, mentre in "Descend Into Depravity" la band punta su sonorità più tradizionali e scontate in un certo senso, ma sempre di grand eeffetto. Nella parte finale del disco, "At What Expense" è un'autentica dichiarazione di guerra dove i Dying Fetus mettono in mostra tutta la propria dimensione più estrema, la conclusiva "Ethos Of Coercion" infine, nei propri dieci minuti complessivi, racchiude l'essenza della band riassumendo le peculiatà di un disco assolutamente discreto.

Voto: 6,5/10

Maurizio Mazzarella

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