Ansa News

giovedì 10 settembre 2009

NECRODEATH - Phylogenesis


A meno di due anni dal precedente Draculea, con invidiabile puntualità, tornano in pista i nostri Necrodeath con questo nuovo concept sul tempo e sulla genesi umana.
C’è qualche novità, John dopo tanti anni ha lasciato amichevolmente la band per cercare nuove esperienze musicali mentre Pier Gonnella, fermo sino a data da definire con i Labyrinth, questa volta compare come membro effettivo della line up (nel precedente disco figurava come special guest) al posto del buon Maxx che ha anch’esso lasciato la band per motivi strettamente personali.
Metabolizzata quindi l’esperienza Draculea, che aveva suscitato qualche malcontento presso i fan più conservatori (a mio avviso invece validissimo platter che introduceva trame dark prog sviluppate in maniera efficace), i Necrodeath riassettano il tiro con un opera raffinatamente durissima, facendo si che la precedente esperienza sia stato un ponte necessario da attraversare per giungere all’odierno sound.
Ce ne accorgiamo dalla presenza di parti arpeggiate,numerosi cambi di tempo, improvvisi intermezzi lenti ed oscuri che creano un’atmosfera molto suggestiva, questa volta incastonati all’interno di partiture violente e fulminanti ma con refrain ficcanti, memorizzabili ma mai banali (come nella conclusiva Final War).
Evidente esempio di quanto appena detto sono le stupende Extreme Emotional Shock e Time Never Dies, poste una di seguito all’altra, ma ovunque sul disco si può apprezzare la maiuscola prestazione della band.
Flegias è diventato un maestro nel dettare il livello di tensione nelle song, ovunque cambia registro, ora sussurrando in modo terrificante nelle parti lente ed ora graffiando incredibilmente nelle parti veloci. Andy, pur con uno stile diverso si rivela degno sostituto di John e valido compagno per Peso.
Pier Gonnella poi, si rivela nuovamente quel gran chitarrista che è, autore di partiture ritmiche ed assoli fuori dal comune…già avevamo apprezzato la sua prestazione su Draculea, ma qui ha davvero spaccato.
E di Peso che dire ??? Come al solito la sua prestazione vale da sola l’acquisto del disco; è indiscutibilmente un caposcuola con uno stile del tutto originale, grande !!!
Detto ancora che il micidiale impatto sonoro del disco è prodotto ancora una volta negli Outer Sound di Giuseppe Orlando (un marchio d.o.c. ormai) che aspettate a farlo vostro?

Voto: 8/10

Salvatore Mazzarella

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