Ansa News

lunedì 14 settembre 2009

MOONSTONE PROJECT - Rebel On The Run


Seconda tappa per lo studio project del chitarrista Matt Filippini, ancora una volta caratterizzata da un lotto di composizioni hard rock di altissima qualità, ma con la differenza che questo lavoro risulta essere più meditato, ben strutturato e meno dispersivo.
Sicuramente il motivo è da ricercarsi nella decisione di limitare la pur pregevole parata di stelle (che anche qui comunque non mancano), di avvalersi maggiormente della collaborazione in tutte le fasi di Alessandro Del Vecchio (che questa volta risulta cointestatario del progetto) e soprattutto nella decisione di affidare tutte le parti vocali al navigato James Christian (House of Lords) autore, com’era lecito aspettarsi, di una prestazione maiuscola. Dal canto suo Matt, contrariamente al fatto che si possa credere un maniaco emulo di Ritchie Blackmore, si dimostra un chitarrista hard blues di classe sopraffina non celando affatto anche l’influenza della Deep Purple Mark IV e di un chitarrista come Tommy Bolin, evidente nelle venature hard funk di alcuni brani.
Addirittura nella title track chiudete gli occhi ed immaginate chi stia suonando il magistrale assolo, vi sembrerà sia David Gilmour, ma vi assicuro è l’ottimo Matt.
Lungo tutto il platter gli assoli sono limitati ma ben calibrati, il riffing risulta più roccioso ed aggressivo, mentre notevole è il lavoro di rifinitura a base di numerosi contrappunti chitarristici disseminati ovunque nei brani; da sottolineare il magnifico lavoro di basso svolto da Nick Mazzuconi (Edge Of Forever).
Grande la classe messa in mostra da James Christian (grazie al quale Matt ha anche ottenuto la presenza ai cori della sua consorte, la grande Robin Beck); ritroviamo anche l’amico Glenn Hughes coautore ed interprete dell’ipnotica Closer Than You Think ma anche Ian Paice e Roberto Tiranti.
Inoltre prestigiosa è la presenza in due brani di Ken Hensley, autore di un magistrale e cattivissimo assolo di Hammond su Madman.
Il disco esce per la Blistering Records, la stessa che pubblica negli States i dischi di Glenn Hughes, con l’auspicio che porti maggior fortuna al nostro evitando i problemi avuti per il precedente cd con la vecchia etichetta.
Imperdibile per tutti gli amanti del genere, davvero come pochi se ne producono al mondo, ma meritevole di ascolto anche da parte del pubblico più giovane che si ciba di generi più moderni, ….per crescere…!!!

Voto: 7,5/10

Salvatore Mazzarella

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