Sempre trepidanti per l’incerto futuro dei Savatage dettato da news ambigue sull’eventualità di una reunion con la line-up dello storico Dead Winter Dead ma confortati dall’imminente ristampa dell’intero catalogo,ci consoliamo (per modo dire) con quella che oggi rappresenta l’anima metal di Jon Oliva (la sinfonico-classica-operistica è rappresentata dalla Trasiberian Orchestra) e che è diventata una realtà consolidata da quello che è attualmente il quarto album. Questo Festival può considerarsi il più completo e maturo uscito sino ad ora,dove tutto funziona a meraviglia. Grandi composizioni (si composizioni,non canzoni) con molti richiami anche a livello di sonorità al progressive degli anni ’70,con sfuriate heavy e riffs pesantissimi intervallati ora a dolci parti acustiche, ora a intermezzi bluseggianti, ora a partiture più classicheggianti. Addirittura nel brano Afterglow tocchiamo l’anima più sperimentale di J.O.Pain dato che vi fa capolino anche il jazz. Jon oltre che gran compositore si rivela grande arrangiatore in un lavoro dove sono presenti massice dosi di tastiere, sempre da lui perfettamente suonate, e strumenti ad arco. Che dire poi della sua prova vocale: immensa,specialmente per quel che riguarda l’interpretazione e la veicolazione emotiva. Menzione particolare anche per il fido chitarrista Matt LaPorte, autore di assoli molto emozionanti. Insomma un gran bell’album (difficile così non fosse quando c’è Jon Oliva di mezzo) indispensabile a chi ama i Savatage, consigliatissimo per tutti gli altri.
Voto: 8,5/10
Salvatore Mazzarella
Voto: 8,5/10
Salvatore Mazzarella
Nessun commento:
Posta un commento