Un disco monumentale e nel complesso direi che c'è davvero poco o altro da aggiungere. Facciamo un balzo nel passato di circa venti anni e proviamo a vivere quel periodo glorioso per quanto riguarda il metal, un periodo poi rovinato da altri genere musicali oggi sepolti, ma questa è un'altra storia. Il concerto di Donington del 1990 è un momento storico per i Whitesnake, che vivono il loro periodo maggiormente florido. E' stato da poco pubblicato il mastodontico "Slip of the Tongue", ma alle spalle ci sono altri grandi album di spessore, come "1987", "Saint &Sinner", "Lovehunter", "Slide It In" e chi più ne ha più ne metta. Poi c'è la famosa collaborazione con il mitico Steve Vai e scusate se è poco. Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad un disco sensazionale, una testimonianza storica certamente di notevole spessore, ma soprattuto un album dal vivo di grande valenza soprattutto da un punto di vista tecnico. Il pubblico è molto partecipe e questo penso sia merito sia della qualità dei brani, che della capacità di coinvolgimento del gruppo stesso. La scaletta è immensa, i grandi classici dei Whitesnake ci sono tutti ed ogni brano è una piccola perla di grande musica, io ad esempio adoro "Still Of The Night" che conclude il doppio cd, ma diciamo che vengono accontentati tutti i gusti, quindi è davvero un peccato citare alcuni brani a scapito di altri, perché sono tutti di vibrante importanza. Il disco poi non è stato ritoccato, è molto fedele rispetto a quello che è stato lo show della band e consente di vivere al massimo un momento storico sia per la band, che per tutto il mondo del rock e della musica a 360°. Il voto? Il massimo, su questo non ci sono dubbi e da oggi possiamo dire che come per i Deep Purple c'è lo storico "Made In Japan", per i Whitesnake c'è questo "Live At Donington 1990" e non stiamo dicendo certamente un'eresia. Cosa fate ancora inchiodiati alla sedia? Andata a comprare questo disco!!! E' un ordine!!!
Voto: 10/10
Maurizio Mazzarella
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