Ansa News

sabato 11 luglio 2009

WITCHFIELD - Sleepless


Attivi da circa tre anni, giunge per i Witchfiled il momento del proprio esordio sul mercato discografico con l'album "Sleepless", edito per la Black Widow Records. La formazione di questa band italiana vede Giovanni "John Goldfinch" Cardellino (L'Impero delle Ombre) alla voce, Andy Cardellino (L'impero delle Ombre) e Ilario "Piranha" Suppressa (Terremoto) alle chitarre, Baka Bomb (Paul Chain) al basso e Thomas Hand Chaste (Paul Chain, Death SS, Steve Sylvester) alla batteria ed alle tastiere. Musicalmente, lo stile dei Witchfield è saldamente ancorato ad un doom metal riconducibile ai primi lavori dei Black Sabbath e dei Candlemass, ma è palpabile anche la forte influenza della scena italiana del genere, per essere più chiari, sono molti i punti in comune con il primo periodo dei Death SS, quello con Paul Chain per intenderci e con i lavori solisti dello stesso chitarrista precedentemente citato. "Sleepless" nel suo genere e nel proprio complesso, è un disco che eccelle da ogni dimensione e da ogni punto di vista. La produzione valorizza nella giusta misura ogni singolo brano ed a livello compositivo, la band dimostra in ogni frangente di avere in dote straorinarie qualità, rinvigorite anche da punto di vista prettamente tecnico. Passando al disco, si parte con "The Burial of Count Orgaz", un intro intenso e strugegnte impostato sui rintocchi funerei delle tastiere, "Edina's Escape from Cancer City" a seguire, è un pezzo che si adagia su ritmi prevalentemente lenti, ma incisivi ed avvolgenti, corredati a sua volta da una melodia psichedelica ed ipnotizzante, "The Mask of the Demon" è un brano di notevole qualità, capace di racchiudere tutta la classe, il talento e le tante peculiarità della band supportate da un sound all'avanguardia, in "High Tide Symphony" invece, presenziano diversi spunti tecnici di vibrante interesse, ulteriormente valorizzati da una struttura egregia ed un'articolazione priva di pecche. "Void in the Life" è in assoulo uno dei momenti più elevati del disco, per il proprio arrangiamento curato dettagliatamente e per la propria capacità di spiazzare e sorprendere, "I Curse my Fate" è il brano che più rappresenta il concetto di doom come settore musicale, recuperando uno stile tradizionale, ma sempre efficace, differentemente "Totentanz", esalta il lato più versatile e disinvolto della band in un disco complessivamente dall'atmosfera oscura. "Inquisitor" e "Witchfield / The Black Widow" sono due cover rispettivamente di Death SS ed Alice Cooper che confermano nuovamente la grandezza di questo prodotto, con il secondo dei due episodi che si avvale della presenza del mitico Steve Sylvester in veste di guest. Nella parte finale del disco, "Imagination Vortex" racchiude l'essenza della band e riassume i contenuti di un disco che si chiude con "The Burial of Count Orgaz", un componimento molto profondo che si ricollega egregiamente con il brano d'apertura. Se amate questo genere è inutile dire che l'acquisto di questo prodotto è assolutamente obbligato.

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella

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