Ansa News

venerdì 10 luglio 2009

SUFFOCATION - Blood Oath


"On the road" da poco meno di venti anni e provenienti dagli Stati Uniti d'America, più precisamente da Long Island (New York), i Suffocation giungono con "Blood Oath", edito per la Nuclear Blast, al sesto album in studio e fanno ritorno sul mercato discografico a tre anni di distanza dal precedente album omonimo. Musicalmente, la ricetta musicale dei Suffocation non si scosta di un millimetro dal loro classico marchio di fabbrica, saldamante ancorato ad un death metal brutale quanto tecnico allo stesso tempo. "Blood Oath", per farla breve, è un buon disco, ben prodotto e suonato egregiamente, composto da brani snelli, maturi, efficaci e dall'impatto molto forte. La peculiarità principale di "Blood Oath" ad ogni modo, è tutta nella buona preparazione tecnica di ogni singolo componente della band, ma anche nella qualità complessiva di tutti i brani presenti nell'album. Si parte proprio con "Blood Oath", la title-track, un pezzo dai ritmi essenzialmente lenti, ma molto pungenti ed incisivi, avvolta in un clima brutale e struggente e corredata da un folto numero di spunti tecnici di vibrante interesse, "Dismal Dream" vede la band spingere di più sull'acceleratore e sviluppare maggiormente la propria componente violenta, rinunciando del tutto ad ogni tipo di virtuosismo, in "Pray for Forgiveness", la sezione ritmica esercita un ruolo assolutamente fondamentale e la voce di "Frank Mullen" diventa aggressiva e crudele, mentre in "Images of Purgatory" viene rispoverato uuno stile più tradizionale, ma sempre molto attuale. "Cataclysmic Purification" è l'episodio che racchiude tutta la rabbia e la cattiveria stagnante nella musica dei Suffocation, stesso dicasi per la ruvida "Mental Hemorrhage", mentre "Come Hell or High Priest" rimarca diverse componenti riconducibili a band come Obituary e Death. "Undeserving" è in assoluto l'episodio più estremo del disco, dove un parte preponderante viene eseguita delle chitarre, sempre puntuali e modulate in modo pressoché divino, differentemente "Provoking the Disturbed" esalta le buone doti tecniche complessive della band e conferma l'egregia cura degli arrangiamenti. La conclusiva "Marital Decimation" infine, racchiude l'essenza della band e riassume le peculiarità di un disco che gli amanti del settore apprezzeranno alla follia.

Voto: 7/10

Maurizio Mazzarella

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