Ansa News

lunedì 13 luglio 2009

RIPPER - The Dead Have Rizen


Giù il cappello gente, "The Dead Have Rizen" è un autentico capolavoro nel vero senso della parola. Band di culto statunitense proveniente da Houston nel Texas, i Ripper sfornano un altro lavoro in studio a ventisei anni di distanza da "...And the Dead Shall Rise" e non si può certo dire che è mancato il tempo per tirar fuori un disco di silime portata. Musicalmente, i Ripper suonano un heavy/doom metal ricondubibile ai primi Black Sabbath, impostato su trame prevalentemente horror, ma questo potrebbe risultare un concetto alquanto riduttivo per una band dotata di una personalità fuori dal comune. Il disco è ben prodotto, il suono è adagiato su uno stile ruvido che ben si sposa con la matrice complessiva dei Ripper e le canzoni giovano di una forte intentesità oltre che di atmosfere ipnotizzanti. Passando al disco, si parte con "The Grave", un intro introspettivo dall'atmosfere cupa e oscura, incentrato su uno strabiliante letto di tastiere, "Hemicidal" a seguire, è un brano possente e maestoso, dove la sezione ritmica esercita un ruolo fondamentale nella parte iniziale, per poi svilupparsi in una miscela di dinamismo e toni psichedelici, "Driller" si assesta su ritmi essenzialmente armonici, ma comunque incisivi e pungenti, "66 Angel Eyez" invece, è un chiaro tributo ai migliori Black Sabbath incentrato su egregie chitarre granitiche avvolte da un sound impenetrabile. "US Tank" conferma l'attitudine verso uno stile datato ed alquanto tradizionale, ma sempre molto efficace ed ispirato, "Love Me To Death" vede la band estremizzare al massimo il proprio sound, strizzando l'occhio a partiture ruvide e robuste, mentre "The Tall Man" è in assoluto uno dei momenti più elevati del disco dove è possibile riscontrare valori tecnici di notevole spessore soprattutto nelle partiture di chitarra. "God Of Thunder" è una cover dei Kiss ed in questo episodio, la band conferma una cura impeccabile degli arrangiamenti, differentemente "In The Raw", stupisce per la propria versatilità e riassume i contenuti di un disco eccellente che si chiude con l'outro "Dark Dominion", song dove la band mostra un sound all'avanguardia. Disco di grande spessore artistico, fatelo vostro.

Voto: 9/10

Maurizio Mazzarella

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