Ansa News

lunedì 20 luglio 2009

MADINA LAKE - Attics To Eden


A due anni di distanza dal proprio esordio sul mercato discografico, gli statunitensi Madina Lake ci riprovano con "Attics To Eden", dimostrando un netto miglioramento a livello di sound ed anche una certa maturità a livello compositivo. Diciamolo subito, questo non è certo un disco da strapparsi i capelli, è il classico insieme di canzoni rock fortementi commericiali, ma i Madina Lake hanno qualità e non è detto che creare un prodotto per le masse corrisponda ad un qualcosa di scadente. Il disco è piacevole d'ascoltare, ma fondamentalmente è destinato ad un pubblico giovane, che ancora deve forgiarsi a livello di gusti musicali. In più d'un frangente i Madina Lake fanno il verso ai Muse, tanto che in alcuni intermezzi viene da citarli per plagio, ma questo non vuol dire che sia un qualcosa di negativo, perché nel caso della band di Chicago c'è una costante voglia di cercare una propria idenità e con onestà, la personalità ai Madina Lake non manca di certo. Questo disco non è certo il disco che cambierà la musica, di questo tipo ce ne sono un folto numero in giro, ma si fa apprezzare senza fatica e forse questo era l'obiettivo della band. Passando all'album nel particolare, si parte con "Never Take Us Alive", un pezzo fresco che scorre in modo fluido e si fa scoltare con piacere, "Let's Get Outta Here" si assesta su ritmi lenti, ma ruvidi ed incisi, stesso dicasi per "Legends" dove ancora una volta sono i bassi ad esercitare un ruolo determinante, "Criminals" invece spiazza per le proprie sonorità all'avanguardia. Con "Through the Pain" si esplora la dimensione più intensa ed ispirata dei Madina Lake, differentemente in "Never Walk Alone" è il lato più estremo ad essere nettamente più ponderante, "Not for This World" ipnotizza ed incanta, mentre "Welcome to Oblivion" è un brano introspettivo dai forti contenuti commerciali. "Silent Voices Kill" è forse l'episodio di maggiore qualità da un punto di vista tecnico, "Statistics" rispolvera un sound più tradizionale, "Friends & Lovers" spiazza per le proprie sonorità sintetiche, la conclusiva "Lila, the Divine Game" infine, sintetizza i vari contenuti di un disco che aldilà dei generi preferiti merità un'ascolto.

Voto: 6/10

Maurizio Mazzarella

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