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venerdì 8 luglio 2011

DAMA – Eirwen


I Dama sono un parto della volontà artistica di Barbara Schera Vanoli, cantante, e Pierfrancesco Tarantino, batterista e arrangiatore. Loro provengono da Milano e dintorni ed "Eirwen" è un debutto di un certo spessore, per il materiale musicale ma anche per la quantità di quest'ultimo. Infatti "Eirwen" è strutturato in due CD: il primo prende il titolo di "Immaginario", otto pezzi, mentre il secondo ha per titolo "Imaginary", cantato in inglese, e propone sette pezzi, con alcuni del primo disco. I Dama si destreggiano tra gothic, rock e il cantato d’autore, il tutto studiato con l'intenzione di creare spesso situazioni e atmosfere romantiche, intimiste ed emotive. L'idea di realizzare un album in doppia lingua è stata una scelta importante, anche nel trovare un'etichetta disposta a concedere loro attenzione; lo ha fatto poi la Ravenheart Records. "Eirwen" è un lavoro costruito attorno alla Vanoli, la quale ha il dono di una voce quasi celestiale e ben inserita nel tessuto musicale finendo con l'esservi in simbiosi. E' giusto dare il merito di menzione per il lavoro svolto agli altri tre musicisti, Danilo Di Lorenzo tastierista e anche tecnico del suono, il bassista Roberto Gelli e il chitarrista Cristian Comizzoli. “Regina d’Inverno”, “Aprile” sono pezzi sospesi tra il gothic e il rock, davvero sorprendente la delicatezza di “Scarlet Thoughts in Room”, realizzata con piano e voce. “Lei”, tanto bella da sembrare un tantino fuori contesto rispetto al tenore dell’album, mentre “Scatola di Vetro” è meno rock di quanto voglia far credere. C’è spazio anche per una cover, quella di “Live to Tell” di Madonna. “Eirwen” è un ottimo lavoro, però mi permetto di dire che realizzare un unico CD avrebbe offerto una coesione superiore. Soprattutto alla luce di alcuni pezzi davvero di classe che però a volte sono seguti da qualche trovata, per esempio “Seta” e “Ombre”, che ripercorre sound altrui, vedi ad esempio i Nightwish. Di questo i Dama non ne hanno bisogno, vista la loro bravura.

Voto: 7,5/10

Alberto Vitale

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