Ansa News

martedì 19 luglio 2011

COMMUNIC - The Bottom Deep


Ho sempre avuto molta stima nei confronti dei Communic, perché in un mondo dove spesso si ascoltano molti dischi in fotocopia, privi a volte di una giusta personalità, loro hanno sempre cercato di evolversi in modo coerente, senza mai vendersi al mercato, cercando costantemente di creare uno stile proprio, senza dover pagare dazio a qualcuno per forza di cose. Per questo, ogni loro disco, è sempre un qualcosa che li rende sempre migliori rispetto al passato e questo ultimo The Bottom Deep non viene certamente meno a questo concetto appena espresso. Il gruppo norvegese, attivo ormai dal 2003, giunge alla pubblicazione del proprio quarto album in studio e fa ritorno sul mercato discografico a distanza di tre anni dal precedente Payment of Existence. Da un punto di vista strettamente musicale, i Communic possiamo inserirli nel filone più ruvido e robusto del progressive metal, ma sarebbe comunque un concetto molto limitativo, perché troviamo nella loro musica tracce puramente heavy ed anche power, che spesso si fondono con momenti melodici intensi e penetranti. In molti paragonano i Communic ai Nevermore ed in un certo senso dei punti in comune tra i due gruppi ci sono, più che musicali direi come approccio ed attitudine, se poi ci mettiamo che il cantante Oddleif Stensland a volte fa il verso al mitico Warrel Dane ecco che il gioco e fatto, ma è un fattore che a mio parere può creare solo tanta confusione. Il disco come intuibile è molto buono, suona molto moderno ed attuale e questo è merito senza dubbio di una produzione curata in modo dettagliato e maniacale. I brani hanno un impatto molto forte, la presa non è completamente immediata perché negli arrangiamenti c'è una marcata complessità di fondo, eppure non mancano mai gli elementi ipnotizzanti come nel caso della bellissima Denial. Tecnicamente il disco è di notevole valore da tanti e diversi punti di vista e francamente è tutto il gruppo a brillare nei propri rispettivi compiti. Consiglio infine di ascoltarlo più volte, perché solo così possono essere compresi fino in fondo tutti i dettagli di un gran bel disco.

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella

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