Bravi, bravi davvero questi Headquakes, band friulana proveniente dalla provincia di Pordenone, attiva ormai circa otto anni, che con la pubblicazione di questo pregevole "Fallout Diaries" giunge alla pubblicazione del proprio secondo lavoro in studio, facendo ritorno sul mercato discografico a distanza di tre anni dall'omonimo album d'esordio. Da un punto di vista strettamente musicale, immagino che gli Headquakes siano fans, come il sottoscritto, dei ben noti Eldritch, non a caso il nome del gruppo è riconducibile ad un disco del gruppo livornese e molto del loro stile li ricorda, anche se la componente progressive ascoltando il disco viene leggermente meno, in favore di quella heavy e power, anche se fondalmente le differenze, almeno dal mio punto di vista, non sono così marcate da poter essere notate in modo palpabile. Vado subito al sodo e vi dico senza alcun problema che ci troviamo di fronte davvero ad un gran bel disco, questo a conferma di come la scena metal italiana sia cresciuta. Gli Headquakes ritengo sia una band di straordinario talento, che ha dinanzi a se un futuro roseo con un'ampia prospettiva. Da un punto di vista prettamente tecnico, ogni singolo componente è molto preparato, il lavoro delle chitarre risulta assolutamente eccellente, la sezione ritmica picchia duro senza sosta e le tastiere donano alle canzoni il giusto colore senza mai andare oltre i limiti. I brani hanno un impatto molto forte, sono complessi a livello di arrangiamento e non sono semplici da assimilare nell'immadiato, ma c'è intensità e passione e questo è intuibile sin da subito. Un plauso poi va alla produzione, davvero eccellente, il suono e moderno ed attuale, ma anche molto pulito e questo giova molto al disco stesso. Io faccio i miei più sinceri complimenti alla band e gli auguro ogni bene per il loro futuro. Un band da prendere da esempio per le generazioni future, il talento c'è, sosteniamo questi gruppi, sosteniamo il metallo italiano.
Voto: 8,5/10
Maurizio Mazzarella
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