Notevole lo spessore della coltre esoterica che avvolge il debutto di questa band genovese, formatasi nel 2009 ma col cuore nella prima metà dei seventies e la testa impegnata a rielaborare e combinare in modo efficace tutte quelle influenze mutuate dall’ascolto di quelle correnti musicali che hanno attraversato gli anni interposti. C’è tanto dei Black Sabbath e di Tony Iommi nelle trame ritmiche, così come di Ritchie Blackmore negli assoli, della chitarra di Paolo Cruschelli, quasi un novello Paul Chain. La voce di Monica Santo è ora declamatoria, ora lirica come se i Pentagram si mescolassero ad Antonius Rex/Jacula. Le intuizioni compositive del bassista Enrico Lanciaprima, ottimamente coadiuvato dal batterista Andrea Di Martino, attraversano tre decadi di musica rock, andando ad incastonare nei suddetti riferimenti tasselli di psichedelia e dark wave anni ’80. E se lungo tutto il lavoro vi è disseminata qualche ingenuità ora nei passaggi vocali, ora negli assoli, il tutto contribuisce comunque a creare un’atmosfera unica. Il disco è ottimamente prodotto nei Nadir Studios di Tommy Talamanca (Sadist of course…) che ha impresso al sound un timbro del tutto particolare, vintage nelle sonorità ma moderno nella registrazione, ed è accompagnato da un’artwork affascinante e misterioso come il nome della band stessa. Esce sotto il patrocinio di Black Widow, che come al solito ci fa giungere tra le mani un lavoro che regalerà tante emozioni a chi cerca musica con gli attributi…
Voto: 8/10
Salvatore Mazzarella
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