Chiedo venia per il ritardo, ma spesso i grandi dischi meritano qualche tempo in più e magari qualche analisi più profonda, per ottenere una recensione adeguata, almeno secondo il nostro punto di vista, anche professionale se vogliamo. Siamo di fronte ad un autentico appuntamento con la storia e non stiamo scherzando. In molti forse non sanno cosa possono rappresentare i Ghostrider per il metallo italiano, ma la loro importanza risulta assolutamente vitale. Per chi non lo sapesse, in questo gruppo milita un certo Peso, batterista dei Necrodeath, con un passato in gruppi come Sadist, Raza de Odio e Mondocane. Messe da parte queste note di cronaca, il gruppo ligure venne alla luce nel 1984, ma all'epoca i tempi non si rivelarono maturi per l'incisione di un disco e dopo tre demo, il gruppo si fermò. Oggi, a distanza di molti anni, i Ghostrider ci riprovano, pubblicando un disco che nel cuore e nell'anima, ha come fulcro lo spirito di quel periodo. Lo si sente in ogni nota, in ogni sospiro, in ogni tocco di chitarra, in ogni battito di pelli. E' un disco che consente di rivevere il metallo degli anni ottanta, attualissimo come contenuti e capaci di dimostrarci come l'idea musicale di questo gruppo fosse all'epoca innovativa e quindi oggi assolutamente attuale. Possiamo parlare di reunion in un certo senso, ma anche di esordio, perché questo è il primo disco di un gruppo di gran livello, che di esperienza ne ha davvero da vendere. Scendendo nel particolare, i Ghostrider suonano un metal estremo, oscuro nell'appeal e fautore di un mix tra un black in stile Venom, thrash/death tipico degli Slayer ed un sano heavy ottantiamo molto incline ai Mercyful Fate. Ne viene fuori un concentrato di potenza e brutalità, ma anche di tecnica e qualità mostruosa. C'è ovviamente molto dei Necrodeath, questo lo diciamo per i fan più accaniti, ma Ghostrider si dimostra un progetto molto personale dotato di un'idendità propria. Egregia la produzione, volutamante ispirata ai mitici anni ottanta. E' vero, abbiamo atteso tanto per pubblicare questa recensione, ma ne è valsa la pena. Gran disco, in tutti i sensi.
Voto: 8/10
Maurizio Mazzarella
Nessun commento:
Posta un commento