Conosco bene questi Artas, band attiva da circa cinque anni e provenente dalla vicina Austria. Questo nuovissimo "Riotology" è il loro secondo album in studio e giunge sul mercato discografico a distanza di tre anni dal precedente "The Healing", disco che all'epoca ne sancì l'esordio assoluto. Già quel disco presentava delle buone potenzialità, ma ci mostrava un band ancora acerba, che però a differenza di tante altri gruppi alle prime esperienze aveva qualcosa da dire di molto diverso e cercava di farlo con tutte le proprie forze, per via di una proposta musicale interessante, ma che presentava ancora delle idee confuse. Oggi esce questo "Riotology", un disco più maturo e certamente più curato in ogni dettaglio, che però non consente ancora agli Artas di percorrere la via "madre". Nel senso che il loro thrash/death dai connotati moderni, con tanto di voci pulite a correndo, è senza dubbio gradevole, ma non ancora di quella qualità che ci può consentire di gridare al miracolo. L'impatto è buono, ma poteva essere migliore, mentre la tecnica onestamente non è male. La qualità compositiva ha ancora qualche limite, sintomo che ci sono ancora dei particolari da limare, come anche la produzione, discreta, ma che poteva anche in questo caso essere migliore. Le premesse per far bene sono buone, ma gli Artas sono come quell'alunno intelligente, che ha le qualità per andare bene a scuola, ma che non s'impegna come dovrebbe. Per ora sono promossi anche a pieni voti, ma c'è qualche riserva.
Voto: 6,5/10
Maurizio Mazzarella
Voto: 6,5/10
Maurizio Mazzarella
Nessun commento:
Posta un commento