Ansa News

martedì 28 dicembre 2010

KOZA NOZTRA - Intervista alla Band


Intervista ai nostrani Koza Noztra in occasione della pubblicazione del loro ultimo ed interessantissimo lavoro in studio:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-(Il Diacono) Tragedia Della Follia In Un Supermercato Dell'Hinterland è la naturale prosecuzione del nostro primo album del 2008 (Koza Noztra). E' una specie di viaggio nell'attuale inferno italiano, un'immersione in apnea nella realtà degradata e cinica in cui viviamo e in cui, tutto sommato, ci troviamo pure bene, come maiali che grufolano nella propria merda.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-(Il Diacono) La band è nata alla fine del 2006 ma la formazione attuale si è stabilizzata solo nella seconda metà del 2007, con l'ingresso dell'Onorevole mentre l'acquisto più recente della cosca è Calibro 9 al basso, entrato solo alla fine del 2009.

Come è nato invece il nome della band?

-(Il Diacono) La mafia è stato il prodotto d'esportazione italiano più di successo di tutti i tempi. Ma non come organizzazione criminale, come pensa la gente. La mafia non è una cosca o una banda di gangster. La mafia è un’idea: farsi i cazzi propri, gli interessi del proprio clan fino alle estreme conseguenze. In poche parole, el mio proprio particulare, come diceva Francesco Guicciardini. E quest’idea in Italia ha vinto. Siamo tutti mafiosi, chi in grande chi in piccolo. Tutti noi italiani siamo devoti ad una sola idea: le “cose nostre”. Delle cose degli altri – soprattutto di quelle dello Stato – ce ne fottiamo.

-(L’Onorevole) “Il nome Koza Nostra è appunto servito a chiarire meglio quei concetti che il cantato in italiano evidentemente non bastava a chiarire, si evidenzia come ciò che è illegale funziona sempre meglio di ciò che è legale, in questo paese, con poche eccezioni, pochissime”

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-(Il Diacono) I testi sono fondamentali. Sono scritti secondo un principio che si chiama “autobiografico collettivo”, ovvero la trasposizione in prima persona di tutto ciò che ispira un nostro brano. E in genere è sempre la cruda realtà, l’apocalisse quotidiana in cui sguazziamo e che ci ammorba l’esistenza ogni giorno. La realtà è sempre più folle di qualsiasi fantasia, più sporca, devastante, e persino più scenografica. E la realtà che viviamo oggi in Italia è fatto di valori ben saldi e consolidati: violenza, esaurimento nervoso, droga, morbosità, indottrinamento televisivo e perversioni sessuali. Direi che il materiale non manca...

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-(Il Diacono) Il nostro obiettivo è fare in modo che in ogni canzone chi ci ascolta trovi una parte di se stesso. Questo è il senso dell'autobiografico collettivo. Ogni brano è una sorta di cortometraggio, un'inquadratura sulla scena madre di una storia di un ipotetico noir che ci vede tutti come protagonisti.

Come nasce un vostro pezzo?

-(Il Diacono) Moltissimi nostri pezzi sono già stati scritti da molto tempo. Ogni brano è una storia da raccontare e ne abbiamo accumulate così tante che quelle che stiamo scrivendo oggi vedranno al luce solo tra dieci anni. Comunque, ti posso garantire che i Koza Noztra non andranno avanti all’infinito. Abbiamo materiale per 5-6 album. Una volta che tutto quello che avremo detto tutto quello che dovevamo dire, ci scioglieremo. I pezzi nascono dalle idee e niente è più triste che vedere in giro vecchie band senza idee che continuano a fare dischi dicendo che li hanno composti nei ritagli di tempo.

-(L’Onorevole) “Dipende.E’ capitato di completare la base musicale in 10 minuti, altre volte si parte da un’idea di uno di noi e la si sviluppa in un po’ più di tempo.Una cosa è certa:non c’è nulla di predefinito, è tutto molto spontaneo.Il maggior apporto lo danno sicuramente i due co-fondatori, bisogna darne loro merito”.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-(Il Diacono) Sicuramente Nero. Narra di un tizio che, ad un certo punto, fa una strage in supermercato, raccontando il perché. Quel tizio potrebbe essere chiunque di noi. Per fare una cosa del genere, basta pochissimo perché queste non sono “cose da pazzi”, oppure “tragedie della follia”, come la società e i media vogliono farci credere, ma cose “da persone normali” e “tragedie della lucidità”… E se provi a chiederlo a chi conosci, scopri che quasi tutti siamo stati ad un passo, prima o poi, a fare una cosa del genere…Personalmente, poi, amo molto anche Hercules, L'Inferno Verrà, L'Onorevole e Arrivano Gli Sciacalli ma ogni nostra canzone non è mai veramente finita, dato che viene “aggiustata” e ritoccata praticamente ad ogni esibizione dal vivo.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-(Il Diacono) Ognuno di noi ha le sue influenze e sono anche poche le band su cui ci troviamo tutti d’accordo. Tra queste direi Judas Priest, AC/DC, Ozzy Osbourne, Motörhead e Metallica. Da parte mia, metto Alice Cooper, WASP, Accept, Rammstein, il musical rock e il punk metal degli anni Settanta. L'Onorevole e Tritolo sono grandi fan anche degli Iron Maiden, metnre Recupero Crediti e una miscela di Zakk Wylde, Slash e Dimebag Darrell, oltre a condividere con Calibro 9 una particolare predilezione per il metal estremo.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-(Il Diacono) Suoniamo dal vivo solo quando tutte le condizioni sono adatte per proporre per intero la nostra scaletta. Non dobbiamo promuovere niente, non siamo dei piazzisti. Noi facciamo uno spettacolo e lo facciamo solo quando siamo sicuri di poterlo fare per intero. Che poi davanti a noi ci siano cinque persone o cinquemila non fa nessuna differenza. Sicuramente, nel corso del 2011 metteremo mano già al nuovo album, dal titolo Cronaca Nera, i cui pezzi, sostanzialmente sono già pronti.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-(Il Diacono) Sì, ma non abbiamo ancora stabilito quando, né se uscirà nel corso del 2011 e del 2012.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-(Il Diacono) Noi non facciamo testo, siamo stati censurati un discreto numero di volte per via dei nostri testi e del nostro nome. Al Metal Disorder del 2009 ci dissero tre giorni prima della manifestazione che avremmo potuto suonare solo se avessimo tolto alcuni brani dalla scaletta. Ovviamente rifiutammo, come abbiamo fatto anche in altre occasioni. Per quanto riguarda la scena italiana, da troppi anni è sempre la stessa: ansiosa di imitare i gruppi stranieri e spaventata dalla prospettiva di guardarsi allo specchio ed essere se stessa. Ogni tanto leggo di gruppi siciliani che fanno “death metal svedese” o di band venete che fanno “glam losangeleno”. Però non ho mai visto una band svedese che dichiara di fare “black calabrese”... Manca la personalità, la voglia di usare la musica per esprimere se stessi e la propria vita, invece della vita di qualcun altro. Ma questo non vale solo per la musica rock e metal. Vale per tutta la società.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-(Il Diacono) Internet è un dono degli dèi e mi meraviglio che l'umanità non sia attenta a questi segnali che arrivano. Dovrebbe apprezzarli e sfruttarli meglio. E' l'unica vera grande rivoluzione degli ultimi venti anni e i tecnici che l'hanno creata sono solo degli strumenti inconsapevoli che l'hanno portata all'umanità per ordine di divinità dai fini oscuri. Si dice che il “www” sia il vero “666”, ovvero il Numero della Bestia. Bene, siamo già tutti alleati della Bestia. Del resto, è noto che offre di più...

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-(Il Diacono) Non è importante la cifra tecnica ma le idee e questo indipendentemente dal genere che fai. E oggi di tecnica ce n'è tantissima in giro, persino troppa. Sono le idee che latitano.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-(Il Diacono) Da parte mia, Jim Steinman. Ma so già che lui non accetterebbe mai di collaborare con qualcuno a cui non può dare ordini. Però penso che se c'è un genio del rock, questo è lui.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-(L’Onorevole) “Venite ad un nostro concerto, non ve ne pentirete”

Intervista di Maurizio Mazzarella

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