Ansa News

sabato 9 ottobre 2010

REVOLUTION RENAISSANCE - Trinity


I divorzi portano sempre sofferenza, su questo non c'è alcuna ombra di dubbio. Ma quando due parti non riescono più a convivere, la separazione si dimostra assolutamente necessaria. E' stato il caso degli Stratovarius. Il bravo Timo Tolkki non riusciva più a conviere con gli amici di una volta, così ha deciso di intraprendere una nuova avventura con i Revolution Renaissance. Il primo capitolo fu "New Era", un disco che riportò al presente i migliori Stratovarius e dove il chitarrista norvegese rispolverò il suo estro, dopo averlo temporanemente messo da parte. Con il seguente "Age of Aquarius" venne effettuato un passo intermedio ed oggi ad un solo anno di distanza, ecco arrivare questo preggevole "Trinity", un disco che non prende assolutamente le distanze dal sound degli Stratovarius, ma che ci mostra un Timo Tolkki capace di rendere più personale questo nuovo progetto, dimostrandoci ancora una volta che non ha perso il gusto di scrivere delle buone canzoni e che con la chitarra ci sa sempre davvero fare. "Trinity" è un disco che in certo senso ricorda più "Episode" che "Visions", dove la potenza e la melodia vanno di pari passo e dove la tecnica recita sempre un ruolo fondamentale, come è nei canoni della musica di Tolkki. Quando c'è di mezzo l'ascia scandinava, putroppo il paragone con "Visions" è quasi sempre d'obbligo. Difficilmente Tolkki terrà distante questo spettro, perché è innegabile che quello è il disco che ha rappresentato il momento più elevato della sua carriera. Tuttavia, "Trinity" non è "Visions", ne è ispirato come quel disco, ma non è certamente inferiore ad un qualsiasi altro album firmato dagli Stratovarius. Per farla breve, "Trinity" vale "Infinite", oppue uno dei due "Elements", anche se lo ribadiamo, il progetto Revolution Renaissance prende pondetaramente le distanze dagli Stratovarius, dando libero sfogo alla voglia di musica di Tolkki, che finalmente può comporre senza intromissioni. Il disco è complesso, è poco fluido, ma si dimostra scorrevole e non risulta assolutamente difficile da assimilare, inoltre giova di una buona produzione e sarà quindi sicuramante apprezzato da chi ha amato gli Stratovarius. Bravo Timo, continua così!!!

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella

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