Ansa News

mercoledì 20 ottobre 2010

ANTHENORA - L'Ultimo Comandamento


Intervista ai nostrani Anthenora in occasione del loro ultimo lavoro in studio "The Ghosts of Iwo Jima". Ci risponde il batterista della band Fabio "Smaro" Smareglia:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Questo è il nostro terzo album, dopo i precedenti The Last Command e Soulgrinder. E’ il secondo che esce per l’etichetta italiana My Grave Yard (The Last Command era uscito per la tedesca Locomotive). In linea generale l’album si pone in continuità di sound con i precedenti, recuperando un po’ di melodia e rendendo più lineari le strutture delle canzoni. Sicuramente si sente in maniera decisa l’influsso dei due nuovi componenti della band: Danilo Bar nelle parti di chitarra solista e ritmica e di Marco Kaste nelle parti di basso e di contrabbasso. Entrambi hanno partecipato attivamente alla composizione delle canzoni e il loro contributo si sente e differenzia in parte, agli orecchi attenti, la nostra produzione rispetto al passato. Parlando delle liriche, l’album si presenta, come da nostra tradizione, come un concept sulla II guerra mondiale, ma di questo parleremo dopo.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-La nostra band nasce nei primi anni novanta come band di heavy metal classico, legata alle sonorità di gruppi quali Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath, Saxon. Nella metà degli anni ’90, rimanendo fedeli alle sonorità heavy classiche, abbiamo registrato due promo tapes intitolati “Bring me to hell” e “Heretical Symphonies” presso i Dracma Studios di Torino e, dopo una prima fase di concerti in cui abbiamo proposto i nostri pezzi, abbiamo dato parallelamente vita ad un progetto di tributo agli Iron Maiden. L’esperienza del tributo è stata grandiosa ed entusiasmante. Grazie al tributo siamo entrati in contatto con Nicko McBrain e abbiamo potuto suonare con lui nei suoi “Total Mc Brain damage tours” in Italia e in Grecia nel 2002, 2003 e 2004. Allo stesso tempo, come abbiamo più volte ammesso, l’esperienza del tributo ci ha travolti, facendoci trascurare la produzione di canzoni nostre. Ci tengo a ricordare infatti, soprattutto per coloro che ci hanno conosciuto negli ultimi anni, che noi siamo nati come band interessata a proporre la propria musica e solo in un secondo momento il progetto di tributo ha preso il sopravvento. Per riequilibrare la situazione, spinti dalla voglia di riproporre la nostra musica, nel 2002 siamo entrati nuovamente in studio per la registrazione di un ep dal titolo: “The general’s awakening”, affidandoci per la produzione e la registrazione, ai Remaster Studios degli amici Tony “Mad” Fontò dei White Skull e “B.B. Nick” Savio. Il titolo dell’ep non è casuale: il generale è il protagonista, come vedrete, di molte nostre canzoni, ma anche, ci piaceva utilizzare l’immagine di un generale che si risveglia come simbolo della nostra rinnovata attività compositiva. L’ep ha avuto un’accoglienza estremamente positiva sia in Italia che all’estero, anche oltre le nostre più rosee aspettative. Abbiamo avuto contatti e recensioni positive da parte di fans, webzine e fanzine metal di tutto il mondo: dall’Argentina alla Germania, dal Canada alla Malaysia. L’ep ci ha permesso di entrare in contatto con la label ispano-tedesca Locomotive Record, che ha prodotto nel 2003 il nostro primo lp “The last command”. Infine nel 2006 è uscito il secondo album “Soulgrinder”, questa volta per l’etichetta italiana My Grave Yard Productions.

Come è nato invece il nome della band?

-Il nome Anthenora è ispirato alla Divina commedia di Dante Alighieri: l’Antenora è infatti uno dei gironi dell’inferno (Inferno, Ch XXXII). E’ il luogo dove vivono i traditori della patria, immersi in un lago di ghiaccio.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere?

-Solitamente non ci ispiriamo direttamente alla vita di tutti i giorni nello scrievere i testi delle canzoni. Nei nostri primi lavori, i testi per lo più erano riconducibili ad un filone a cavallo tra la fantascienza e la storia. Per quanto riguarda “The last command”, ad esempio, le canzoni erano legate tra loro da una storia ambientata tra la seconda guerra mondiale nella Francia occupata dalle truppe naziste intente ad organizzarsi per invadere l’Inghilterra con l’Operazione “Leone Marino” – da cui la nostra “Operation Sea Lion” – ed un prossimo futuro oscuro con ambientazioni alla Blade Runner. La figura che unisce le due epoche storiche è proprio quel Generale il cui volto compare già copertina dell’ep “The general’s awakening” del 2001, e la cui figura domina dall’alto le truppe di cyborg presenti nella copertina di “The last command”. Il titolo dell’ep: il risveglio del generale, è la chiave per capire il senso dei brani. In sintesi, la storia narra i tentativi degli scienziati nazisti di creare il soldato perfetto mezzo uomo e mezza macchina: il Generale “K”. Prima della fine della II guerra mondiale, il generale viene ibernato e si risveglia nel 2240 programmato per devastare e conquistare il sistema planetario. Il secondo album “Soulgrinder” prosegue in tale direzione. Invece con questo ultimo lavoro la nostra attenzione si è posata esclusivamente su aspetti legati in specifico alla II guerra mondiale: dalla battaglia di Iwo Jima a Stalingrado, dallo sbarco in Normandia alla battaglia dell’Atlantico. Ci teniamo a precisare comunque che, per quanto riguarda i testi, amiamo raccontare storie che hanno si delle radici nella storia, ma sono frutto di fantasia, senza alcuno specifico riferimento politico o religioso.

Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Per quanto detto sopra i testi hanno quindi per la nostra musica un’importanza molto elevata.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-La prima cosa che mi viene da dire per evitare equivoci è questa: pur essendo stati per molti anni quasi esclusivamente una tribute band dei Maiden, nei nostri album non trovi quasi riferimenti ai pattern tipici maideniani. E questo discorso vale per questo album come per i precedenti. Venendo in specifico all’album, gli aspetti significativi sono datai dalla presenza di canzoni con ritornelli molto più diretti e con strutture più lineari e fluide. Infine, l’inserimento di parti di contrabbasso in questo ultimo album, ha reso in certi brani il sound più completo.

Come nasce un vostro pezzo?

-Solitamente ci ritroviamo in sala prove a lavorare su dei singoli riff. Su questa base poi nasce la canzone. Si tratta quindi di un processo compositivo a cui collaborano tutti i membri della band. Non ci è quasi mai capitato che uno di noi arrivasse con un pezzo completo dall’inizio alla fine.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Il brano cui siamo maggiormente legati, soprattutto dal punto di vista emotivo, è sicuramente The old Guard. E’ uno dei brani che unisce i riferimenti alle vicende belliche che sono oggetto dell’album ad una metafora di noi stessi: “la vecchia guardia”.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Il nostro sound, nell’insieme, è frutto delle influenze esercitate dal metal inglese e tedesco degli anni ’80. In particolare, tutti noi abbiamo consumato gli album dei Maiden, dei Saxon, dei Judas, dei Rage, Helloween, Grave Digger, Gamma Ray. Essere stati per lungo tempo una tribute band rappresenta comunque una pesante eredità quando proponi canzoni tue. Chi ti ascolta cerca di scovare qualche riff, qualche passaggio che ricordi i Maiden, e tu che componi corri il rischio di cadere nella tentazione di ripercorrere sentieri già ampiamente tracciati. Il nostro sforzo è stato proprio quello di staccarci sempre più dai classici pattern ritmici e compositivi dei Maiden.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Per la promozione dell’album abbiamo fatto alcune date in primavera ed avremmo dovuto partecipare al prossimo Play It Loud festival che, purtroppo, è stato annullato. Stiamo ora programmando una serie di date promozionali con alcune band di nostri amici per i primi mesi del 2011.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-In questo momento no abbiamo programmata l’uscita di album live o dvd. Potrebbe essere una nuova sfida per il futuro ora che siamo ormai giunti al terzo album in studio.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-A parte le band italiane ormai storiche, sulle quali non mi soffermo perché inutile in quanto tutti ne riconosciamo il valore e verso le quali siamo tutti debitori, anche l’underground della scena musicale italiana è estremamente ricco di band interessanti. Rispetto a qualche anno fa, nell’ultimo periodo la principale difficoltà che si riscontra è quella di avere occasioni di suonare live.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Internet è un grande strumento per diffondere la propria musica e per noi è stato sicuramente un veicolo estremamente utile. Il lato negativo è rappresentato sicuramente dall’eccessiva diffusione del download.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-L’heavy metal è un genere musicale che, per le sensazioni che proviamo suonandolo, a nostro avviso permette di realizzarti pienamente come musicista sia dal lato tecnico che da quello emotivo e, in certi casi, quasi fisico.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-A titolo personale ti posso dire di aver già soddisfatto questo desiderio grazie alle esperienze avute con Nicko Mc Brain sia in Italia che in Grecia. Per tutti noi sono state esperienze molto formative sia dal punto di vista più strettamente musicale che da quello umano.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Un ringraziamento sincero a tutti i fans che nel corso degli anni ci hanno supportati e, tanto per essere un po’ pacchiani, riprendo una parte del testo di un brano per chiudere l’intervista: HEAVY METAL SPIRITS ALL AROUND THE WORLD, THE OLD GUARD IS COMING TO KILL AND CHOP YOU ALL.

Intervista di Maurizio Mazzarella

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