Ansa News

martedì 19 ottobre 2010

MISTHERIA - Il Fuoco del Drago


Intervista al talentuoso artista e tastierista nostrano "Mistheria" (all'anagrafe Giuseppe Iampieri, in occasione della pubblicazione del suo ultimo lavoro in studio "Dragon Fire" edito su etichetta Lion Music:

Sei appena uscito sul mercato discografico con un nuovo album in studio, puoi presentarlo ai nostri lettori?

-Ciao a tutti i lettori e voi di Informazione Metal! Il mio nuovo album intitolato “Dragon Fire” esce per Lion Music, etichetta per cui ho realizzato diverse produzioni e che stimo davvero molto per l’impegno e la passione che ancora oggi dedica alla musica Metal e Prog-Metal, in particolare un grazie davvero al “patron” Lars Eric Mattsson e a Andy Craven per il lavoro promozionale. “Dragon Fire” è un disco Metal con influenze Prog, di cui non posso fare sicuramente a meno per rendere “concrete” le mie idee musicali. Sicuramente un album più accessibile del precedente “Messenger of the Gods”, i brani sono molto più “dritti” con un’attenzione particolare alle linee vocali che ho voluto ben definite, melodiche e che dessero un’impronta marcata al brano, riconoscibile già dal secondo ascolto.

Come è nata la tua “band” e quali sono le tue origini?

-La mia “one-man-band” è nata all’incirca nel 2001 quando sono stato invitato a suonare, con i miei musicisti di allora, al convegno dei Dream Theater, tenutosi a Roma, organizzato dal Fan Club Ufficiale Italiano. Da quell’esperienza ho deciso di iniziare a collaborare con vari musicisti e suonare i miei brani. Ne nacque un primo album auto-prodotto uscito a nome di quella band appena formatasi e denominata “Viracocha”. I brani erano un approccio a quello che sarebbe poi stata la vera destinazione delle mie idee musicali, un qualcosa di non completamente aderente al mio pensiero di band ma che, ad ogni modo, mi permise di registrare i miei brani di cui, sinceramente, ero convinto e contento solo a metà. Il valore di quel progetto fu, però, l’avermi permesso di capire quale strada seguire …

Come è nato invece il tuo nome d’arte?

-“Mistheria” nasce ancor prima della prima esperienza sopra citata, è nel 1996 quando ideai uno spettacolo musicale dal titolo “Metamorphosis” prima e “Imperator” dopo. Questo spettacolo che contemplava diverse forme artistiche (musica, danza, recitazione, grafica) mi diede l’idea di dover uscire con un nome appropriato, che non fosse un nome “normale” e che desse subito l’idea di qualcosa che fosse ben identificabile anche con l’artista-compositore-esecutore. Insomma, volevo qualcosa che facesse “presa” e restasse nella mente del pubblico. Avendo una personale curiosità e attrazione per la notte ed il mistero, per tutto quello che va aldilà della vita quotidiana, dei pensieri di tutti i giorni, cercavo un nome d’arte che racchiudesse questi elementi in una sola parola …

Ci sono delle tematiche particolari che tratti nei tuoi testi o ti ispiri alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella tua musica?

-I testi dei miei brani sono prevalentemente scritti dai cantanti stessi, solitamente io, invece, detto le tematiche, i punti da toccare, i sentimenti e le emozioni che descrivono con la parola le mie atmosfere musicali. A me piace scrivere i testi, ho sempre scritto in forma di poesia e prosa, ma nel caso specifico, in cui occorre scrivere in Inglese, preferisco affidarmi a cantanti di madre-lingua per dare la giusta importanza e correttezza ai testi stessi e “colorirli” di frasi idiomatiche, modi di dire e renderli metricamente perfetti; sono questi degli elementi a cui tengo davvero molto e che ovviamente (tranne che in pochissimi casi) solo un cantante madre-lingua può possedere. Nel caso di “Dragon Fire” i testi sono stati ispirati dalla quotidianità e da un periodo personale particolare in cui ho conosciuto una ragazza stupenda di nome Ivana Greguric con la quale ho instaurato un rapporto bellissimo sia dal punto di vista professionale (la stessa Ivana ha scritto il brano “The Beast” presente sul CD) che privato, tanto da portarmi a trasferirmi a Zagabria (Croazia) dove, tra l’altro, tutti i brani sono stati composti ed arrangiati (eccetto la ballade “Now it’s never” scritta nel 2006). Ciò mi ha ispirato davvero moltissimo ed i testi riflettono molto di questo momento della mia vita. Comunque, non ho resistito alla tentazione e ho scritto anch’io il testo di un brano, la title-track “Dragon Fire” che tratta un tema attuale: la contrapposizione tra il bene e il male, tra il potente e l’oppresso, il dualismo tra la moralità e la corruzione, la “guerra” tra il “santo” e il “diavolo” che sono in ognuno di noi, la dualità con cui conviviamo che ci fa sempre pensare di stare nel bene anche se, a volte, stiamo sull’altra sponda … è un duello che nel brano ho “rappresentato” con un meraviglioso duetto tra le voci di John West e Titta Tani. Il peso dei testi nei miei brani? Direi sicuramente importante perché credo nella forza della parola ma se questa forza non è supportata dalla giusta carica musicale non sono soddisfatto. Il mio calcolo compositivo non è 50+50=100 bensì 100+100=100. Matematicamente scorretto, emotivamente perfetto!

Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un tuo potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo album?

-Nella mia musica confluiscono tutte le mie esperienze musicali, sempre e comunque: Classica, Rock, Pop, New-Age, Metal. Impossibile per me prescindere da questa “alchimia sonora” o precludermi di spaziare e “incanalarmi” in un genere specifico perché credo che ogni esperienza ed ogni genere musicale abbiano qualcosa da aggiungere, mai da togliere, al processo compositivo di ogni musicista. “Dragon Fire”, molto più di “Messenger of the Gods”, lo sento come il “mio” album, un disco che davvero raccoglie ciò che ho assimilato e accumulato nel corso degli anni, inclusi gli anni di studio in Conservatorio, le esperienze concertistiche di musica Classica, il vivere un tour di musica Pop, la passione per l’Opera italiana ed in particolare per il “genio” della melodia Giacomo Puccini, lo scrivere musica per il Teatro e il lato “soft” delle mie produzioni New-Age. Tutte esperienze concentrate nei 13 brani che compongono il disco, ascoltare per credere …

Come nasce un tuo pezzo?

-Un particolare stato emotivo inconscio che sfocia in un’atmosfera sonora. Armonie, ritmi, linee melodiche e testo vengono dopo, quando il brano mi emoziona nel suonarlo al piano (lo strumento su cui compongo tutti i miei brani) significa che la strada è giusta e che melodia e testo scaturiranno autonomamente.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale ti senti particolarmente legato sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-La title-track “Dragon Fire”. È un brano che sento totalmente mio sia per averlo interamente scritto (musica, melodie e arrangiamento vocali, testo) sia per la “carica” che mi trasmette, per la forza emozionale e per il significato del testo. Tecnicamente, sia dal punto di vista esecutivo che compositivo, lo considero la mia “creatura” avendone studiato ogni dettaglio immaginandolo come un vero e proprio pezzo teatrale. Non a casa dà il titolo all’album, non a caso è la prima traccia. Proprio ad indicare all’ascoltatore: questo è “Dragon Fire”, questo è Mistheria.

Quali band hanno influenzato maggiormente il tuo sound?

-Innanzitutto le mie esperienze di musicista sono la mia prima stessa influenza. Ovviamente, tutto quello che si ascolta, si produce o solo si percepisce nell’aria si “attaccano” alle pareti della nostra conoscenza, consciamente o inconsapevolmente. C’è però sempre una capacità della nostra mente di “filtrare” le informazioni ed accettare in buona parte solo quelle che ci appagano e che quindi formano la nostra memoria uditiva ed il nostro “suono”. Voglio dire che non è l’ascolto di alcune bands a “forgiare” le nostre influenze musicali, ma sono le nostre stesse attitudini, quindi noi stessi, ad indicare cosa vogliamo conservare per noi e la nostra musica. Resta il fatto che alcuni gruppi musicali restano un riferimento per il lavoro eccelso svolto sia a livello compositivo che acustico-sonoro, e citerei sicuramente: Dream Theater, Symphony-X, Yngwie Malmsteen, Royal Hunt, Virgin Steele, Vanden Plas. Fates Warning. Ma dire, più di tutti, i miei veri maestri sono stati, fra i tanti geni della Classica, J. S. Bach, A. Vivaldi, L. V. Beethoven, F. Liszt, F. Chopin, G. Puccini. C’è poi un artista-tastierista che voglio citare per il suo estro compositivo ed esecutivo: Jens Johansson.

Quali sono le tue mosse future? Puoi anticiparci qualcosa? Come pensi di promuovere il tuo ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Oggi è diventato difficile fare dischi, allo stesso livello di difficoltà (se non ancor di più) è tenere concerti. L’attività dal vivo si basa principalmente sulla vendita dei dischi che danno indicazione di quanto pubblico un artista, o una band, possa raccogliere dal vivo e quindi suggerire ad un’agenzia di pensare ad organizzare dei concerti o un tour con quella band. Oggi di dischi se ne vendono pochi per ovvi problemi legati al download legale ma soprattutto illegale, per cui l’attività live è anch’essa pregiudicata. Un vero disastro economico ed artistico! Il download illegale è diventato il vero “cancro” della Musica dei nostri giorni. Quando qualcuno inizierà a capire il motto “No Artist-No Music” allora forse qualcosa cambierà. Se si vuole continuare ad ascoltare nuova musica, bisogna dare agli artisti la possibilità di produrre nuovi dischi che, per chi ancora non lo sapesse o lo ignorasse, è un lavoro enorme, gigantesco e costoso. Ripagare un minimo, giustamente, gli artisti di questo lavoro deve essere normale nella coscienza di tutti come consideriamo normale recarci al supermercato e pagare il nostro carrello della spesa. Perché si debba invece rubare Musica non riesco a capirlo e non capisco come possa essere ancor oggi un problema ignorato dalla morale civile e istituzionale! L’ho scritto anche nel booklet del CD: chi ama la Musica, compri la Musica. Chi la ruba non ama la Musica, checché ne pensi, ed è semplicemente un egoista inutile a tutti, anche a se stesso perché forse un giorno dovrà continuare ad ascoltare solo ed esclusivamente gli MP3 rubacchiati sulla rete anni prima dato che, forse ma non me lo auguro ovvio, un giorno non ci saranno più santi-musicisti a creare nuovi dischi da far rubare al cleptomane di turno …

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Questa risposta è tristemente legata alla precedente … comunque, al momento non ho in programma di realizzare un album dal vivo o un DVD perché, adesso, non ne sento forte l’esigenza dato che voglio dapprima produrre un nuovo album in studio. Dopo, credo, realizzerò un mini-tour e forse un album live e/o un DVD. Questo è nei miei progetti e solitamente quando inizio a pensare a un progetto … il grosso del lavoro è fatto …

Come giudichi la scena musicale italiana e quali problematiche riscontri come artista?

-Questa è stata sempre una domanda davvero dalla risposta problematica, oggi più che mai visto il momento di crisi generale in cui versa l’economia mondiale e di riflesso il mondo della musica e, per giunta, soprattutto in Italia dove la scena musicale del Metal (credo noi ci riferiamo a questo) non ha mai, onestamente, ingranato. Il mercato discografico, la programmazione radio-televisiva e l’attività concertistica legati al Metal hanno sempre avuto uno spazio irrisorio nel panorama musicale italiano. Purtroppo è così e a malincuore bisogna prenderne atto perché credo che un artista, più che denunciare la crisi e pagarne le conseguenze in prima persona, a continuare comunque a produrre dischi e tenere faticosamente dei concerti, non possa proprio fare. Un artista mette tutta la passione, l’impegno ed il lavoro in qualcosa che ripaga un milionesimo, se non meno, in termini economici ma, tuttavia, crea la propria musica che diventa realtà disponibile e fruibile. Poi se quella musica è ignorata da tutte le istituzioni ed entità che invece dovrebbero supportarla e custodirla, è un qualcosa che esula dal compito di un artista, ed in tal senso mi sento davvero “impotente” a differenza di tutta l’energia che invece cerco di trasmettere con le mie composizioni. Spero che l’Italia si svegli da questo letargo, oramai deleterio ed insopportabile, e possa affiancare all’oceano di musica Pop nazionale ed internazionale che ci sommerge quotidianamente un ruscello, piccolo ma importante, di musica che spazi dal Rock al Metal (ed includerei anche la Classica). Se ne sente davvero il bisogno e non se ne può più di questa ottusità musicale da parte, ripeto, delle istituzioni e delle entità dedicate (radio e TV) italiane.

Internet ti ha danneggiato o ti ha dato una mano come artista?

-Internet ha perso la bussola direi! Quello che era una efficace vetrina virtuale, una finestra sul mondo che tanto mi ha permesso di vedere e che tanto mi ha dato in termini di amicizie e collaborazioni musicali, si è trasformato in un odioso meccanismo di “saccheggio musicale” legalizzato. Quindi tanto mi ha dato, tanto più mi ha tolto. Non voglio dilungarmi oltremodo sull’argomento perché tutti sappiamo di cosa parlo ma non accetto, però, neanche giustificazioni di nessuna natura. Internet sta distruggendo gli artisti e tutta l’industria musicale. Quando questo verrà recepito dalla “massa” allora si aprirà una speranza … la speranza che ognuno di noi abbia nuova musica da ascoltare negli anni a venire, che il musicista non diventi una specie rara e neanche protetta e che la Musica possa continuare ad emozionarci.

Il genere che suoni quanto valorizza il tuo talento di musicista?

-Io spero di poter valorizzare la musica e le emozioni, il genere che scrivo e suono è secondario, il mio talento ancor meno importante. Prima di ogni cosa, desidero sempre che la mia musica giunga dritta nella testa e nel cuore delle persone, farle sobbalzare di un tanto ed emozionare. Quando tutto ciò accade dapprima a me personalmente, allora significa che il genere che suono valorizza il mio lavoro musicale, chiamalo anche talento se vuoi.

C’è un musicista con il quale vorresti collaborare un giorno?

-Certamente e forse più di uno … e non parlo dei nomi noti perché di quelli si sa già abbastanza e con i quali, magari, ho già orgogliosamente collaborato, avendo avuto la fortuna, sino ad oggi, di aver condiviso bellissime esperienze, sia in studio che dal vivo, con oltre cinquanta eminenti musicisti in tutto il mondo. Mi piacerebbe invece collaborare con alcuni musicisti che scopro casualmente, con cui vengo a contatto inaspettatamente e che invece possiedono un patrimonio musicale del quale vorrei immediatamente saperne tutto e immergerlo nella mia stessa musica.
Ti do comunque una risposta più realistica e diretta alla tua domanda che forse esaudisce anche la curiosità di qualcuno … tra i musicisti noti con cui non ho collaborato e con i quali invece mi piacerebbe, cito i chitarristi Yngwie Malmsteen e Steve Vai, i tastieristi Jens Johansson, Keith Emerson e John Lord, il bassista Billy Sheehan e Marcel Jacob (purtroppo Marcel ci ha lasciato anzitempo), i batteristi Virgil Donati e Shane Gaalas.

Siamo arrivati alla conclusione. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Spero che il mio nuovo album “Dragon Fire” vi faccia allo stesso tempo esaltare ed emozionare perché ciò significherebbe che il mio lavoro ha avuto un senso vero e la mia carriera uno scopo utile e importante per voi tutti. Per chi volesse commentare e discutere di musica, tastiere e del nuovo album “Dragon Fire”, può farlo sul Forum ufficiale del mio sito. Grazie a te Maurizio per l’interessante intervista e un arrivederci a presto a tutti i lettori di Informazione Metal!

Intervista di Maurizio Mazzarella

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