Ansa News

venerdì 7 maggio 2010

SAWTHIS - Fusione ed Istinto


Intervista agli italianissimi Sawthis in occasione della pubblicazione del loto nuovo disco EGod, ci risponde il batterista della band Michele Melchiorre:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Certo! Il nome del nuovo studio album è “Egod” ed è composto da 10 tracce. E’ un album che, crediamo, possa soddisfare chiunque ricerchi musica vera, fatta di sudore, sangue, lacrime e rabbia! Non ci siamo posti limiti compositivi ne abbiamo puntato a restituire una visione caricaturale delle nostre idee eccedendo in virtuosismi o tecnicismi inutili. Abbiamo soltanto cercato di fare l’album che avremo sempre voluto ascoltare! Ogni traccia ha le sue aspirazioni espressive ed è proprio questo che le rende funzionali al concetto di fondo che le ha generate.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-La nostra band è nata per passione! Ed è il nostro amore per la musica che, dopo tutti questi anni, ancora ci fa incontrare in una sala prove. Questo amore, ad un certo punto, ha maturato in noi l’esigenza di “esprimerci con parole nostre” arrivando a produrre un paio di demos (“The Seven Lies” (2001) ed “Instinct” (2002) che, superando ogni nostra aspettativa, ci hanno proiettato nello sterminato mondo dell’underground metal nazionale. Nel 2006 poi, siamo usciti con “Fusion” (T.O.N./ Edel), prima vera release ufficiale distribuita in tutta Europa, che ci ha permesso di condividere il palco praticamente con tutti i mostri sacri della scena thrash/ death europea, ci ha fatto girare in lungo ed in largo la nostra penisola, ampliando il nostro seguito ed ha reso possibile il nostro nuovo studio album “Egod”.

Come è nato invece il nome della band?

-Perché ci hanno querelato! (ride n.d.r.) Fino ad un paio di anni fa ci chiamavamo Sothis ma un gruppo omonimo, dopo aver registrato il nome come marchio comunitario, ci ha intimato a cambiare nome! Non scorderò mai la mattina in cui mi svegliai con la lettera dello studio legale sul tavolo! Pensa solo che erano 10 anni che investivamo nella promozione del nostro nome e questo rischiava di vanificare ogni nostro sforzo! In seguito ci siamo resi conto che non avremmo retto il “trauma” di sentirci chiamare in un altro modo, perciò ci è venuto in mente di trovare un nome che avesse un’assonanza a livello di pronuncia, per questo oggi siamo i Sawthis!Nome bellissimo, non trovi? (ride n.d.r.)


Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Si, la quotidianità è sempre la prima fonte da cui attingiamo! Del resto la vita è una fonte sempre verde di ispirazione. Per questo i testi sono fondamentali, perché restituiscono la nostra personale visione della vita. Sono momenti di intimità, di sincerità, con noi stessi e con gli altri, che ci permettono di storicizzare un’esperienza, distaccarcene e trasformare la “sofferenza” in “esperienza”.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Secondo me il più grande pregio di Egod è la capacità di sintesi e la varietà degli elementi e delle soluzioni presenti. Tutte le tracce presentano elementi fortemente caratterizzanti e soluzioni che, pur se complesse, si declinano sempre in modo naturale. Sono orgoglioso di questo traguardo perché, secondo me, chi ha veramente confidenza con la propria “dottrina” riesce sempre a comunicarla con parole semplici rendendola accessibile a tutti.

Come nasce un vostro pezzo?

-La stesura di Egod è stata un lavoro praticamente individuale. Quando si compone in gruppo ci sono molti momenti di “verifica” perché il risultato che si raggiunge è sempre una “sintesi” di idee diverse che si cerca di far coesistere. Il metodo che avevamo usato in passato, vedeva i chitarristi coinvolti nella composizione dei riffs e me nella successiva stesura degli stessi in una struttura completa. In questo caso invece, tutto quello che ascolti in Egod; linee vocali, liriche e almeno l’80% delle musiche, è composto da me. Questo mi ha costretto ad un approccio appassionato ma anche obbiettivo. In realtà, questo metodo ha razionalizzato il lavoro portandoci ad un livello di controllo superiore dei brani ulteriormente perfezionato in post-produzione, con arrangiamenti e sovra incisioni. Questo non vuol dire che sia il metodo migliore ne che rimarrà in futuro ma in questo caso ha risposto con naturalezza alle mie necessità.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-(ride n.d.r.) Non puoi chiedermi questo!!! (ride n.f.r.) E’ come scegliere il figlio preferito! Ognuno di noi ha le sue preferenze, però, se devo proprio scegliere, ti dico “Twonity” (parafrasi di “due unità”), perché il testo è dedicato a mio Padre, deceduto ormai 2 anni fa. Ricordo che, registrando le liriche in studio, non riuscivamo ad approcciare in maniera “easy” al pezzo. C’era molto nervosismo e avevamo paura di violare qualcosa di sacro. Poi, in quel pezzo, ho cantato anche la prima strofa oltre che il ritornello in cui ho anche pianto! Ringrazio Alessandro (il nostro cantante) e Paolo (il nostro fonico in studio) perché li ho esposti ad una situazione non facile ma loro mi hanno dato grande forza. Per ovvi motivi non ho mai avuto una visione obbiettiva su quel pezzo, ma ascoltandolo respiro una disperazione incredibile e questo mi fa stare meglio, perché sono felice di aver fermato quello stato d’animo in una canzone che, secondo me, è splendida.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Credo moltissime ma non so risponderti perché non saprei dirti in che misura i nostri ascolti diventino poi influenze musicali. Però posso dirti che ascoltiamo moltissime bands. Io amo i Megadeth da sempre e credo che Nick Menza abbia contribuito in maniera decisiva alla mia formazione batteristica come credo che il riffing dei Metallica ci abbia fortemente influenzato, o il groove dei Sepultura e dei Pantera. In realtà credo che stiamo parlando dell’ABC del metal moderno, bands senza le quali il metal non sarebbe lo stesso. Inoltre abbiamo scoperto il valore del “feeling” nella musica e da un percorso del genere non si torna più indietro! Per questo credo che, oggi, le nostre influenze principali non siano più altre bands, ma sentimenti umani.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Si! Adesso il nostro obbiettivo è promuovere “Egod” nel modo più capillare possibile. Cercheremo di far sapere a tutti che il 17 Maggio esce “Egod”! Poi cercheremo di proporci dal vivo il più possibile e nelle zone più varie. Siamo convinti che la nostra musica dia il meglio di se in sede live, per questo non trascureremo questo aspetto. Inoltre stiamo per intraprendere un tour europeo di supporto ai Vader che ci vedrà impegnati dal 25 Maggio al 8 Giugno. Tornati da questa esperienza cercheremo di replicarla anche in terra nazionale. Speriamo che la somma di tutte queste iniziative ci proietti verso un esposizione soddisfacente.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Magari! (ride n.d.r.) Valuteremo questa possibilità, se sarà il caso, con la nostra etichetta. Sarebbe bellissimo ma queste iniziative vanno sempre ponderate a dovere!

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-L’Italia ha fatto passi da gigante! L’underground italiano, ad esempio, è fortemente competitivo. Questo è un bene ma fino a quando non ci saranno figure professionali che riusciranno a coordinare in maniera programmatica, razionale e produttiva la mole di iniziative e di realtà che vivono e sopravvivono in Italia, non potremo mai parlare veramente di “Scena”. E questa è una situazione che non riguarda solo i semiprofessionisti, ma tutti. Io, quando penso alla realtà italiana, penso sempre a una concomitanza di iniziative private (quelle delle bands) che si immettono in un contesto che non è una vera rete! I locali non investono, si accontentano di far suonare “a giro” i tanti gruppi locali, le bands si slanciano in spese improponibili e non proporzionate al tipo di risposta a cui possono ambire, registrano dall’amico invece che nei tanti studi professionali che esistono. Questo immette tanta musica mal prodotta nel mercato e crea un enorme confusione. Ma ci sono, comunque, molte bands che hanno le carte in regola per proporsi ad alti livelli e che aspettano soltanto un investimento serio e credibile su di esse. Ma oggi la situazione è quella dell’eterna gavetta!

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Internet è gestito dal basso e non ha barriere di entrata, quindi va bene! Non ho le competenze per valutare se siano più i “pro” o i “contro” ma la sensazione che ho è che aiuti molto l’esposizione dei gruppi. Certo, molte bands oggi, hanno un myspace prima di avere una demo e questo è assolutamente ridicolo! Promuovere una band significa promuovere la musica di quella band! Senza musica non esiste nessuna band! Paradossalmente questo sfugge a molti perché ormai, anche nel circuito metal, conta più l’immagine che la sostanza! Quindi si usa un ottima opportunità in maniera sbagliata: come vedi, tutte le cose possono essere buone o cattive, dipende dall’uso che se ne fa!

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Per niente! Ed è giusto che sia così! Se qualcuno, vedendomi suonare, nota la mia preparazione tecnica va bene, ma io sto eseguendo una partitura! Non sto facendo un assolo! In quel momento sto usando le parole più semplici per farmi capire, non sto facendo uno sfoggio delle mie capacità. Sono due cose profondamente diverse! Comporre un pezzo è il risultato di una ricerca estetica! Chi “usa” un brano per i propri virtuosismi mortifica la “Musica”! Ma è solo la mia idea!

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Ennio Morricone! (ride n.d.r.) Scusami! Non è presunzione! E’ solo che se mi chiedi chi è il top io posso solo nominare lui! Indubbiamente il più grande visionario della storia della musica: lui riesce ad entrarti nell’anima! Però si potrebbe fare un “progettino” in studio con Iommy, Mustaine e Hetfield!!! (ride n.d.r.) Ma lasciamo perdere, sennò mi commuovo!

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Certo! Prima di tutto Ti ringrazio per questa chiacchierata e Ti faccio i complimenti per le splendide domande, spero di essere stato esaustivo! Poi volevo dire a tutti i ragazzi che ci stanno leggendo che, se vogliono, possono ascoltare l’opener di Egod, Mr.Zero, sul nostro myspace (myspace.com/sawthismusic ) e farsi così un’idea della nostra musica! Lasciateci pure un vostro commento e speriamo di vederci in giro! Grazie ancora! Sawthis rules: check your hate! Ciao e grazie ancora.

Intervista di Maurizio Mazzarella

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