Ansa News

mercoledì 10 marzo 2010

SADIST - Il Grande Freddo Invernale


Intervista ai mitici Sadist, ci risponde il chitarrista della band Tommy Talamanca:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-La particolarità di "Season In Silence" è che per la prima volta abbiamo realizzato un concept album che, dalla musica ad i testi, rispecchia perfettamente il momento storico in cui è stato fatto. Dal clima fuori dallo studio di registrazione, alla musica, quello che traspare è una freddezza ed una cupezza che fino ad ora avevamo solo sfiorato, ed è sicuramente azzeccata l'idea di farlo uscire proprio sul finire dell'inverno: l'ultima zampata di un'inverno davvero "heavy"!

Quali sono le principali differenze tra questo ultimo disco ed il suo predecessore?

-Forse "Sadist" era un disco più raffinato, e pure nei momenti più tirati manteneva sempre un'impronta di eleganza (nei limiti consentiti dal genere ovviamente). "Season in silence" è ruvido dall'inizio alla fine, e la nostra intenzione era quella di provocare nell'ascoltatore un qualcosa di simile a quello che provoca il freddo invernale sulla pelle, una specie di screpolatura quasi. Non è il disco più veloce che abbiamo mai fatto, ma sicuramente è il più cupo.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Come già detto, tutto l'album è un complesso concept sul freddo, in sostanza sulla stagione più dura e oscura che esista: l'inverno. E per rendere il concept interessante la musica è stata molto influenzata dai testi di Trevor. Per molte band heavy fare dischi vuol dire concatenare una serie di riff più o meno interessanti uno dietro l'altro, ma dai tempi di "Tribe" e "Crust" in avanti per i Sadist non è così semplice. La qualità di un disco, a prescindere dai gusti musicali di ognuno, secondo noi si misura anche nella cura con cui lo stesso viene concepito.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Chi conosce e segue la band da qualche tempo potrà risponderti sicuramente meglio di me. Io credo che la dinamicità sia la caratteristica principale della band: non fare mai un disco uguale all'altro. Questo sicuramente ci potrà rendere più ostici ad un primo ascolto (almeno ad un ascoltatore distratto), ma non vogliamo correre il rischio di annoiare il nostro pubblico, e credo che anche in questo album in tal senso ci siamo adoperati per tenere fede a questa missione!

Come nasce un vostro pezzo?

-Suonando, in sala o singolarmente quando ognuno lavora sul proprio strumento. Di certo non nasce quando siamo in giro a suonare, siamo troppo presi a mangiare e ad impigrirci nei backstage.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Non c'è un brano in particolare, diciamo piuttosto che ci può essere magari una canzone più accattivante rispetto alle altre, ed allora si decide di puntare su quella per promuovere il disco, ma ogni brano ha ragion d'essere all'interno dell'album. Quello che finisce sul disco è lì in virtù del fatto che a noi piace ed emoziona al 100%.

Ritenete ci sia un vostro disco sottovalutato da stampa e pubblico che però voi amate profondamente?

-Personalmente ogni disco rappresenta un momento storico della band ed è come una fotografia che coglie in un attimo qualità e difetti dell'oggetto della fotografia stessa. Poi, parlando di musica, che è una forma di espressione ma anche e soprattutto una forma di intrattenimento (il concetto di arte è un po' inflazionato di questi tempi!) è suscettibile del gusto di chi l'ascolta. Da persone concrete quali cerchiamo di essere non amiamo spendere troppo tempo a fare dietrologia, ma cerchiamo sempre di guardare avanti e migliorarci giorno per giorno.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-L'unico motivo per cui si fan dischi è per poter poi provuomerli dal vivo, e quindi dall'uscita del disco in avanti suoneremo in giro per l'Italia e l'Europa tra festival e tour: intanto l'Italian Gods a Milano il 21 marzo, i Metal Fest in Austria ed in Ungheria a maggio, il Gods il 26 giugno oltre a qualche altra data "importante" di cui stiamo aspettando conferma, il Metal Camp il 6 luglio, l'Armageddon In The Park il 31 luglio, e così via fino alle date autunnali nei club.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Se ne parla, anche in virtù del fatto che nel 2011 Sadist compie 20 anni, e l'idea di fare qualche cosa di particolare ci è balenata in testa già da un po'. Per il momento siamo ancora troppo concentrati sulla promozione del nuovo album che sta partendo, quando saremo un po' più liberi vedremo.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Come tutte le altre scene musicali è fatta di alti e bassi: in linea di massima ci sono tante giovani band veramente valide, ed alcune addirittura esaltanti (Nerve e Bad Bones). Poi altre meno giovani che ci inorgogliscono in quanto italiani, mi vengono in mente Dark Lunacy ed Infernal Poetry, ma la lista potrebbe continuare. Sicuramente farsi strada in un mercato così saturo e monopolizzato dalle grosse strutture straniere non aiuta le nuove band ad emergere, però, con un po di autocritica mi chiedo: perchè se dalla Polonia (con tutto il rispetto) escono tante band e raggiungono buoni livelli di notorietà internazionale consolidando già in patria il loro successo, noi dall'Italia fatichiamo a fare lo stesso?

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Lamentarsi di internet è come combattere i mulini a vento! Voglio dire, anche le automobili inquinano e uccidono, ma dubito che qualcuno pensi di tornare al calesse ed al mulo! Tutte le nuove tecnologie portano con se aspetti positivi e implicazioni negative, e come in tutte le attività umane, l'intelligenza ci spinge a trarre vantaggio dalle attività umane, spesso a scapito delle implicazioni morali ed etiche. Internet è talmente vasto e complesso che è impossibile ridurre la questione in termini di buono o cattivo!

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Non è importante. A 20/25 anni, quando come musicista sei più edonista ed egocentrico, e quindi più concentrato su te stesso e la tua tecnica, cerchi di suonare ciò che valorizzi il più possibile le tue capacità. Poi man mano che cresci ti rendi conto che ciò che davvero conta è quello che riesci a trasmettere alla gente, e siccome la musica è un linguaggio, se metti troppe parole e troppo velocemente in un'unica frase rischi di non farti capire, o semplicemente di parlarti addosso. Non lo dico per dire, ma davvero la tecnica è un mezzo, non il fine!

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Parlo a titolo personale, e spero di condividere l'opinione degli altri all'interno della band, ma personalmente sto già suonando con i musicisti migliori con i quali potrei voler suonare. Poi ci sono così tanti ottimi musicisti/amici in giro con cui è divertente suonare, ed anche per questo è nato il progetto Metal Gang. Da un po' di tempo a questa parte Trevor ed io stiamo cercando di organizzare qualche cosa anche con musicisti non italiani con cui si è lavorato spesso insieme, ed anche se gli impegni sono sempre tanti, ci piacerebbe concretizzare a breve un progetto con alcuni personaggi importanti della scena internazionale, ma per scaramanzia preferisco non dire altro.

Che musica ascoltano oggi i Sadist? Questi ascolti hanno influenzato la stesura di questo nuovo disco?

-Io purtroppo faccio un lavoro che mi obbliga ad ascoltare spesso musica prescindendo dal piacere in se stesso, anche se mi reputo un privilegiato, perchè ciò che da adolescente era un hobby oggi è una professione che mi mantiene e mi da grandi soddisfazioni. Il musicista deve essere prima di tutto un ascoltatore, e come tale tutto quello che ascolta, volente o nolente, finisce in qualche modo per influenzarlo.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Niente messaggi e proclami, quelli li lascio a prelati e politici... ci vediamo da qualche parte, sul palco di qualche festival o di qualche fumoso club! STAY BRUTAL!!!

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella

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