Intervista agli italici Urto, ci risponde il chitarrista della band Mimmo Saladino:
Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
-"Upside down" è la concretizzazione dei nostri sforzi e delle nostre velleità compositive. Tutto ciò che abbiamo creato negli ultimi anni,dopo varie vicissitudini, è finalmente venuto alla luce. Secondo molti critici,abbiamo fatto un bel balzo in avanti rispetto a "Numbers" del 2004. In effetti, i brani sono più maturi, meglio strutturati, le linee melodiche risultano più incisive e tecnicamente siamo più preparati. Per quanto concerne il titolo, ho tratto ispirazione dall’opera “La Dottrina del Mondo alla Rovescia” dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano. Il libro è veramente notevole per il suo sguardo globale verso ciò che ci circonda, ma anche per la sottile ironia e l’incredibile sarcasmo da cui è permeato. Mi ha stregato per la sua attualità e per la sua spietata luicidità...vi consiglio di farlo vostro.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
-Il gruppo è nato nel lontano 2000 per volere mio e di Jaco "Tractor", batterista originario. Inizialmente, mi sono occupato delle vocals oltre che delle chitarre, ma presto mi sono reso conto che il lavoro di riffing e le parti vocali erano inconciliabili, così con la new entry Francesco Gioia al basso ci siamo messi subito alla ricerca di un singer. Ne abbiamo provati un bel pò, ma non ne abbiamo trovato uno all’altezza del compito da svolgere. La cosa bizzarra era che il singer ce l'avevamo alla chitarra solista, ma eravamo ignari di tutto ciò: ebbene sì, Alessandro è stato per alcuni mesi il nostro chitarrista solista. La line-up si è stabilizzata con l’ingresso di Giuseppe Campisi alla batteria e Giovanni Labita alla chitarra solista. La line-up si completa definitivamente con l’innesto di Alessandro alla voce che, in tutta onestà, coglie tutti di sorpresa. Nell'estate del 2003, con questa formazione, siamo entrati negli studios dei Thy Majestie per la registrazione del nostro E.P. di debutto "Numbers", uscito poi nel 2004.
Come è nato invece il nome della band?
-Avevamo già composto alcuni riff, ma non avevamo ancora un nome. Tra una bevuta e l'altra, è sbucato fuori il monicker Urto, il quale,non tralasciando le nostre radici italiane, ben si adatta alla musica che suoniamo e alle nostre liriche che spesso si scagliano con il potere costituito.
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
-Negli Urto, i testi sono importanti quanto i riff di chitarra o le linee vocali. Ci piace confrontarci crtiticamente con la realtà che ci circonda, dunque, le tematiche possono diversificarsi ma, allo stesso tempo, hanno molto in comune. In “Requiem for brainwork”, il nostro sdegno si riversa su quelli che Huxley ha chiamato gli “assolutisti del potere”. Il potere è sempre esistito ed ha sempre cercato di manipolare i sudditi, ma quello odierno possiede mezzi che le vecchie dittature (quelle visibili) non possedevano. La dittatura odierna è subdola e per questo più difficile da estirpare. Dall’alto stanno cercando di dissipare il pensiero individuale e noi assistiamo inermi allo spettacolo. In “Remote Control Seizure”, in modo ironico, trattiamo del modo in cui i media distolgono le masse dai problemi reali tramite l’uso massiccio di demente intrattenimento che, a lungo termine, può inebetire gli spettatori. Come puoi notare, tutto tremendamente attuale.
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
-Sono la persona meno indicata per rispondere a questa domanda. Alcuni mi hanno riferito di esser catturati dai riff, altri sono attratti maggiormente dalla voce di Alex...in generale, penso che l'impatto della nostra musica unita a partiture meno immediate sia il nostro punto di forza.
Come nasce un vostro pezzo?
-Beh, nasce in maniera molto spontanea...da un riff di chitarra, che poi si evolve in un altro riff per dare il via ad un sempre più complesso amalgama sonoro in cui ognuno può dare il suo contributo senza, però, perdere di vista la compattezza del brano che sta per prender forma. Su quello che è l'embrione sonoro vanno poi ad innestarsi le linee vocali...è un processo lungo, anche perchè se qualcosa non ci convince, iniziamo a limare fino a quando non siamo totalmente soddisfatti della sonorità globale del brano.
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
-Si tratta di una domanda molto personale, ognuno dei componenti risponderebbe in maniera diversa. Non saprei, sono legato a tutti i brani in egual misura, forse "Remote Control Seizure" ha qualcosa in più, per la sua carica dirompente e perchè (da un punto di vista meramente musicale) è un pezzo veramente assassino, anche se forse è il pezzo meno tecnico dell'intero album.
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
-Non saprei dirti con precisione quali band ci influenzano maggiormente, forse gli ascoltatori possono avere maggior consapevolezza riguardo a ciò. Ovviamente, non possiamo nascondere il fatto che il thrash metal come genere rimane tra i nostri ascolti prediletti, anche se ultimamente gira parecchia musica classica sui nostri impianti, vedi Bach o Prokofev, così come altri gruppi lontani dal metallo pesante come King Crimson o Gong.
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
-Al momento,stiamo pianificando un mini-tour in giro per l'Italia da svolgersi nei primi mesi del 2010, ma non c'è nulla di confermato in tal senso...motivo per cui non posso aggiungere altro. Di certo, ci esibiremo nei mesi a venire...non vediamo l'ora di suonare i pezzi nuovi!
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
-Essere una band italiana non è la cosa più bella che ti può capitare e le cose vanno ancora peggio se sei una band del Sud. Devi sbatterti a destra e a manca per farti valere e per farti conoscere anche perchè la situazione live dalle nostre parti non è delle migliori. Molta gente ci conosce perchè ci siamo esibiti all'Evolution Festival o al Circolo degli Artisti di Roma, non perchè ci ha visti all'opera in Sicilia. La Punishment 18 Records ci sta dando una buona visibilità e penso che le cose andranno sempre meglio da questo punto di vista. La scena musicale italiana è in ascesa e ci sono band che hanno poco da invidiare a quelle estere. Quello che dovrebbe scomparire è il fattore "invidia" tra i gruppi (che sicuramente non fa bene all'intera scena) a favore di una reciproca collaborazione volta a valorizzare le diverse realtà metalliche sparse per la penisola.
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
-Molta gente ci ha conosciuto per caso grazie alla rete. Molta gente compra il disco tramite la rete. Un tale di nome Rick Ernst ha scaricato "Bugger off" dalla rete e ci ha contattato per inserire la nostra musica nel suo documentario sul thrash metal con il risultato che siamo l'unica band italiana e una della due band underground europee (gli altri sono i svedesi The Law) coinvolta in questo progetto. Certo, molta gente scarica il disco dalla rete e questo ha anche i suoi lati negativi perchè il gruppo viene privato del necessario sostegno economico che può risultare fondamentale per la sua sopravvivenza, soprattutto se si tratta di una band giovane. Tuttavia, credo che chi conosce gli URTO comprerà il disco, anche perchè la qualità sonora del cd originale non è lontanamente paragonabile a qualunque cosa scaricata dal web. Come puoi capire, c'è un dualismo di fondo che caratterizza il rapporto band/web.
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
-Credo che suonare un solo genere, qualunque esso sia, sia un pò castrante, perchè il musicista non può dare totalmente sfogo alla sua verve. Ad ogni modo, penso che il tipo di musica che proponiamo valorizzi alla grande quelle che sono le nostre capacità tecniche. Di tanto in tanto, noi tendiamo ad inserire nel nostro sound anche elementi che potrebbero sembrare "altri" rispetto al nostro genere (mi viene da pensare all'intro iniziale di violoncello su "Requiem for brainwork" o alla parte "samba" di batteria su "Remote control seizure) e questo ci permette ampliare maggiormente i nostri orizzonti tecnici oltre che musicali.
C'è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
-Pupo. Ah ah ah.Parlando seriamente...sarebbe fantastico poter collaborare con Devin Townsend o con i Nevermore,anche perchè si tratta, a mio avviso, dei migliori artisti che il metal abbia partorito negli ultimi anni.
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
-Saluto tutti i bangers on-line e invito tutti i curiosi a visitare la nostra, pagina web - www.myspace.com/urtoband - per avere un'idea della nostra musica. Ringrazio Informazione Metal per lo spazio dato agli URTO. Coloro i quali sono impegnati nella fruizione di un qualunque reality, stiano alla larga dal nostro space!!!
Intervista a cura di Maurizio Mazzarella
Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
-"Upside down" è la concretizzazione dei nostri sforzi e delle nostre velleità compositive. Tutto ciò che abbiamo creato negli ultimi anni,dopo varie vicissitudini, è finalmente venuto alla luce. Secondo molti critici,abbiamo fatto un bel balzo in avanti rispetto a "Numbers" del 2004. In effetti, i brani sono più maturi, meglio strutturati, le linee melodiche risultano più incisive e tecnicamente siamo più preparati. Per quanto concerne il titolo, ho tratto ispirazione dall’opera “La Dottrina del Mondo alla Rovescia” dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano. Il libro è veramente notevole per il suo sguardo globale verso ciò che ci circonda, ma anche per la sottile ironia e l’incredibile sarcasmo da cui è permeato. Mi ha stregato per la sua attualità e per la sua spietata luicidità...vi consiglio di farlo vostro.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
-Il gruppo è nato nel lontano 2000 per volere mio e di Jaco "Tractor", batterista originario. Inizialmente, mi sono occupato delle vocals oltre che delle chitarre, ma presto mi sono reso conto che il lavoro di riffing e le parti vocali erano inconciliabili, così con la new entry Francesco Gioia al basso ci siamo messi subito alla ricerca di un singer. Ne abbiamo provati un bel pò, ma non ne abbiamo trovato uno all’altezza del compito da svolgere. La cosa bizzarra era che il singer ce l'avevamo alla chitarra solista, ma eravamo ignari di tutto ciò: ebbene sì, Alessandro è stato per alcuni mesi il nostro chitarrista solista. La line-up si è stabilizzata con l’ingresso di Giuseppe Campisi alla batteria e Giovanni Labita alla chitarra solista. La line-up si completa definitivamente con l’innesto di Alessandro alla voce che, in tutta onestà, coglie tutti di sorpresa. Nell'estate del 2003, con questa formazione, siamo entrati negli studios dei Thy Majestie per la registrazione del nostro E.P. di debutto "Numbers", uscito poi nel 2004.
Come è nato invece il nome della band?
-Avevamo già composto alcuni riff, ma non avevamo ancora un nome. Tra una bevuta e l'altra, è sbucato fuori il monicker Urto, il quale,non tralasciando le nostre radici italiane, ben si adatta alla musica che suoniamo e alle nostre liriche che spesso si scagliano con il potere costituito.
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
-Negli Urto, i testi sono importanti quanto i riff di chitarra o le linee vocali. Ci piace confrontarci crtiticamente con la realtà che ci circonda, dunque, le tematiche possono diversificarsi ma, allo stesso tempo, hanno molto in comune. In “Requiem for brainwork”, il nostro sdegno si riversa su quelli che Huxley ha chiamato gli “assolutisti del potere”. Il potere è sempre esistito ed ha sempre cercato di manipolare i sudditi, ma quello odierno possiede mezzi che le vecchie dittature (quelle visibili) non possedevano. La dittatura odierna è subdola e per questo più difficile da estirpare. Dall’alto stanno cercando di dissipare il pensiero individuale e noi assistiamo inermi allo spettacolo. In “Remote Control Seizure”, in modo ironico, trattiamo del modo in cui i media distolgono le masse dai problemi reali tramite l’uso massiccio di demente intrattenimento che, a lungo termine, può inebetire gli spettatori. Come puoi notare, tutto tremendamente attuale.
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
-Sono la persona meno indicata per rispondere a questa domanda. Alcuni mi hanno riferito di esser catturati dai riff, altri sono attratti maggiormente dalla voce di Alex...in generale, penso che l'impatto della nostra musica unita a partiture meno immediate sia il nostro punto di forza.
Come nasce un vostro pezzo?
-Beh, nasce in maniera molto spontanea...da un riff di chitarra, che poi si evolve in un altro riff per dare il via ad un sempre più complesso amalgama sonoro in cui ognuno può dare il suo contributo senza, però, perdere di vista la compattezza del brano che sta per prender forma. Su quello che è l'embrione sonoro vanno poi ad innestarsi le linee vocali...è un processo lungo, anche perchè se qualcosa non ci convince, iniziamo a limare fino a quando non siamo totalmente soddisfatti della sonorità globale del brano.
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
-Si tratta di una domanda molto personale, ognuno dei componenti risponderebbe in maniera diversa. Non saprei, sono legato a tutti i brani in egual misura, forse "Remote Control Seizure" ha qualcosa in più, per la sua carica dirompente e perchè (da un punto di vista meramente musicale) è un pezzo veramente assassino, anche se forse è il pezzo meno tecnico dell'intero album.
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
-Non saprei dirti con precisione quali band ci influenzano maggiormente, forse gli ascoltatori possono avere maggior consapevolezza riguardo a ciò. Ovviamente, non possiamo nascondere il fatto che il thrash metal come genere rimane tra i nostri ascolti prediletti, anche se ultimamente gira parecchia musica classica sui nostri impianti, vedi Bach o Prokofev, così come altri gruppi lontani dal metallo pesante come King Crimson o Gong.
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
-Al momento,stiamo pianificando un mini-tour in giro per l'Italia da svolgersi nei primi mesi del 2010, ma non c'è nulla di confermato in tal senso...motivo per cui non posso aggiungere altro. Di certo, ci esibiremo nei mesi a venire...non vediamo l'ora di suonare i pezzi nuovi!
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
-Essere una band italiana non è la cosa più bella che ti può capitare e le cose vanno ancora peggio se sei una band del Sud. Devi sbatterti a destra e a manca per farti valere e per farti conoscere anche perchè la situazione live dalle nostre parti non è delle migliori. Molta gente ci conosce perchè ci siamo esibiti all'Evolution Festival o al Circolo degli Artisti di Roma, non perchè ci ha visti all'opera in Sicilia. La Punishment 18 Records ci sta dando una buona visibilità e penso che le cose andranno sempre meglio da questo punto di vista. La scena musicale italiana è in ascesa e ci sono band che hanno poco da invidiare a quelle estere. Quello che dovrebbe scomparire è il fattore "invidia" tra i gruppi (che sicuramente non fa bene all'intera scena) a favore di una reciproca collaborazione volta a valorizzare le diverse realtà metalliche sparse per la penisola.
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
-Molta gente ci ha conosciuto per caso grazie alla rete. Molta gente compra il disco tramite la rete. Un tale di nome Rick Ernst ha scaricato "Bugger off" dalla rete e ci ha contattato per inserire la nostra musica nel suo documentario sul thrash metal con il risultato che siamo l'unica band italiana e una della due band underground europee (gli altri sono i svedesi The Law) coinvolta in questo progetto. Certo, molta gente scarica il disco dalla rete e questo ha anche i suoi lati negativi perchè il gruppo viene privato del necessario sostegno economico che può risultare fondamentale per la sua sopravvivenza, soprattutto se si tratta di una band giovane. Tuttavia, credo che chi conosce gli URTO comprerà il disco, anche perchè la qualità sonora del cd originale non è lontanamente paragonabile a qualunque cosa scaricata dal web. Come puoi capire, c'è un dualismo di fondo che caratterizza il rapporto band/web.
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
-Credo che suonare un solo genere, qualunque esso sia, sia un pò castrante, perchè il musicista non può dare totalmente sfogo alla sua verve. Ad ogni modo, penso che il tipo di musica che proponiamo valorizzi alla grande quelle che sono le nostre capacità tecniche. Di tanto in tanto, noi tendiamo ad inserire nel nostro sound anche elementi che potrebbero sembrare "altri" rispetto al nostro genere (mi viene da pensare all'intro iniziale di violoncello su "Requiem for brainwork" o alla parte "samba" di batteria su "Remote control seizure) e questo ci permette ampliare maggiormente i nostri orizzonti tecnici oltre che musicali.
C'è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
-Pupo. Ah ah ah.Parlando seriamente...sarebbe fantastico poter collaborare con Devin Townsend o con i Nevermore,anche perchè si tratta, a mio avviso, dei migliori artisti che il metal abbia partorito negli ultimi anni.
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
-Saluto tutti i bangers on-line e invito tutti i curiosi a visitare la nostra, pagina web - www.myspace.com/urtoband - per avere un'idea della nostra musica. Ringrazio Informazione Metal per lo spazio dato agli URTO. Coloro i quali sono impegnati nella fruizione di un qualunque reality, stiano alla larga dal nostro space!!!
Intervista a cura di Maurizio Mazzarella
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