Ansa News

venerdì 27 novembre 2009

KILLING TOUCH - One Of A Kind


A più un anno dalla defezione dai Vision Divine è giunto sul mercato il debutto della nuova band di Michele Luppi che noi purtroppo recensiamo con un po’ di ritardo. Incompatibilità caratteriali, tecnico - compositive e forse qualche altra ragione che non conosciamo esattamente e possiamo solo ipotizzare, hanno portato a questo split che ha fatto molto rumore nel mondo del metal italiano, soprattutto perche seguito dal rientro in formazione di Fabio Lione. Nel frattempo però l’ottimo Michele è riuscito a lasciare un segno nella storia dei Vision prestando le sue corde vocali, ma anche tutto il suo bagaglio tecnico (vedi la costruzione dei cori e la produzione da lui curata sulle parti vocali), a due autentici capolavori come Stream Of Consciousness e The Perfect Machine ed al buono The 25th Hour. Questa cosa è ulteriormente rimarcata se andiamo ad ascoltare questo One Of A Kind, un concept album ispirato al romanzo ‘La Zona Morta’ di Stephen King che il singer ha composto e prodotto coadiuvato dal chitarrista Michele Vioni e dal bassista Giorgio Terenziani, già compagni d’armi nella cover band Mr.Pig e con i quali ha posto le basi per la nascita dei Killing Touch. In tutto l’arco del lavoro è possibile cogliere la vena power prog dei Vision Divine fatta di duelli chitarra tastiere, voce sempre su tonalità altissime e ritmiche serrate perennemente in doppia cassa, il tutto però combinato a venature hard rock melodico ai confini con l’Aor, una delle influenze musicali principali del Luppi (vedi il solo album Strive ed il progetto Los Angeles) che vengono a galla specie nelle numerose parti di piano, sempre a cura di Michele, abilmente incastonate all’interno dei brani. Tutto questo è abbastanza lampante in The Touch con strofe ritmate e ritornello melodico, sino a culminare in un bellissimo intermezzo piano voce. Lasciano anche il segno la tirata Wheel Of Fortune, la hard Minicking Death e la title track, col piano che accompagna delle splendide parti vocali, come splendido è il lungo solo di chitarra che chiude il brano. Sia chiaro che il disco non è affatto facile da assimilare e necessita di più ascolti per essere apprezzato in tutte le sue sfumature, ma una volta interiorizzato vi rimarrà la sensazione che i Vision Divine, con tutto il rispetto per il Lione nazionale, si son lasciati scappare un grande singer ed un ottimo musicista…

Voto: 8/10

Salvatore Mazzarella

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