Nati nel 2004, questo nuovo Of Doom And Death è il secondo capitolo dei Savage Circus, che esce a quattro anni di distanza dall'esordio Dreamland Manor. Nella band non c'è più Thomen Stauch alla batteria, al suo posto troviamo l'ex Rage Mike Terrana, assieme al noto Piet Sielck alla chitarra ritmica. Musicalmente siamo nel campo del power metal ed il solido marchio di matrice teutonica è ben presente nella musica dei Savage Circus, che evidenziando nel disco in modo evidente diverse similitudini con lo stile dei Blind Guardian. Nonostante ciò, pur non scoprendo nulla di nuovo, i Savage Circus hanno sfornato un autentico capolavoro, ben prodotto e suonato in modo magnifico, lasciando l'ascoltatore estasiato dalla prima all'ultima nota. E' vero, c'è molto del sound dei Blind Guardian in Of Doom And Death, ma questo non incide sullo spessore artistico e la preparazione tecnica di una band dotata di una fortissima personalità. Passando ad analizzare il disco in modo più approfondito, la partenza è affidata a Of Doom And Death, ovvero la title-track, un pezzo dall'inzio introspettivo, che sterza immediatamente verso uno stile compatto e dall'impatto molto forte, puntanto su partiture rabbiose ed aggressive, supportate da chitarre graffianti e granitiche, cori maestosi ed una melodia seducente, The Ordeal a seguire, dona spazio a sonorità più cupe ed oscure e vede la band puntare su un sound molto moderno ed all'avanguardia, con una struttura da un punto di vista tecnico di notevole qualità, Devil's Spawn invece, è impreziosito da un'atmosfera tetra nella parte inziale, per poi nei secondi successivi del brano assestarsi su un'articolazione possente e maestosa, capace di rimarcare l'eccellente contributo di Mike Terrana. Nel proseguo del disco, Chasing The Rainbow risulta un pezzo complesso, privo di particolari punti di rifermimeno e dotato della giusta imprevedibilità, a conferma del notevole spessore artistico dei Savage Circus, caratteristica palpabile anche in Empire, song energica e versatile che pone in luce la pregevole sinergia tra le chitarre di Emil Norberg e Piet Sielck, mentre Ballad Of Susan esplora territori più intensi ed ispirati, in un brano dai contenuti passionali e dalle trame poetiche. Nella parte finale del disco, Legend Of Leto II affascina grazie ai propri connotati progressivi, con pregevoli cambi tempi accattivanti, From The Ashes conferma la cura minuziosa e maniacale degli arrangiamenti, riassumendo le peculiarità di un disco sbalorditivo che si chiude con Dreamland, uno strumentale che in poco meno di tre minuti racchiude l'essenza dei Savage Circus, capaci di sfornare un autentico capolavoro. Non aspettate altro tempo, fate vostro questa gemma di autentico metallo d'autore.
Voto: 9/10
Maurizio Mazzarella
Voto: 9/10
Maurizio Mazzarella
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