Ansa News

giovedì 22 ottobre 2009

HYPOCRISY - A Taste of Extreme Divinity


Ennesimo capolavoro targato Hypocrisy, che giunge sul mercato discografico ad un anno di distanza da Catch 22 (V2.0.08) ed a quattro da Virus. Inutile fare troppi giri di parole, perché questo è un grandissimo album, che gode di una eccellente produzione ed è suonato in modo assolutamente egregio, mettendo alla luce le grandi doti tecniche e compositive della band e la fortissima personalità. Lo stile degli Hypocrisy è rimasto immutato, rispetto ai lavori precedenti non ci sono grosse differenze, anche se in alcuni frangenti Peter Tägtgren e compagni compiono un passo indietro, puntando sul lato più duro ed energico della loro musica, a scapito di quello melodico che comunque è sempre presente in modo ponderato. Passando ad analizzare il disco in maniera maggiormente approfondita, la partenza è affidata a Valley Of The Damned, ovvero un concentrato di tecnica e brutalità, dove la band rinuncia nel complesso ad eccessivi virtuosismi, puntando su uno stile più diretto e granitico, ma sempre e comunqe di notevole spessore artistico, Hang Him High a seguire, si assesta su ritmi più armonici, ma costantemente pungenti ed incisivi, con a supporto una struttura molto pesante impreziosita da pregevoli cori di corredo, Solar Empire è un pezzo più dinamico e versatile, dove l'aspetto più ruvido della musica firmata dagli Hypocrisy, lascia il posto ad uno stile più articolato e variegato, che allo stesso tempo non perde di energia e robustezza, differentemente Weed Out The Weak è un'autentica dichiarazione di guerra, dove Peter Tägtgren e compagni estremizzano al massimo il proprio sound, lasciadosi andare ad una rapidità d'esecuzione da pelle d'oca. Nel proseguo del disco, No Tomorrow è un'autenica perla musicale, che giova di una struttura assolutamente impeccabile e si districa tra partiture di vibrante qualità, seducendo con un ritornello coinvolgente ed accattivante, Global Domination è un altro momento avvolgente, dove gli Hypocrisy riesumano lo stile di quell'autentico capolavoro dal titolo The Final Chapter, Taste The Extreme Divinity esalta la dimensione più malvagia ed introspettiva della band, in un vortice di rabbia e potenza, mentre Alive rimarca il notevole contributo di una sezione ritmica massacrante e massiccia. Nella parte concslusiva del disco, The Quest pone l'accento sul lato più malinconico della musica degli Hypocrisy, ma anche su quello più intenso e struggente, Tamed "Filled With Fear" conferma ulteriormente la cura maniacale degli arrangiamenti evidenziando la modulazione impeccabile delle partiture di chitarra e la conclsuiva Sky Is Falling Down infine, racchiude l'essenza della musica degli Hypocrisy, ricordando i fasti dell'album omonimo e riassumendo le peculiarità di un disco di notevole qualità e spessore artistico. Poche parole, fate vostro A Taste of Extreme Divinity a prescindere dal genere che amate ascoltare, questa è grande musica ragazzi, non lasciatevela sfuggire.

Voto: 9/10

Maurizio Mazzarella

Nessun commento:

Posta un commento