Ansa News

mercoledì 14 ottobre 2009

PORCUPINE TREE - The Incident


Sentimenti contrastanti sono quelli che accompagnano l’ascolto di questa nuova release della band inglese, un concept album che solo una persona enigmatica ma geniale come Steven Wilson poteva ideare, osservando dal vivo le immagini di un incidente stradale mentre era in coda con la sua automobile,traendo riflessioni sull’imprevedibilità della vita e sul senso di smarrimento che ci può avvolgere in momenti così cruciali.
Il lavoro è composto da due cd concettualmente separati: sul primo trova posto l’intera suite che dà il titolo al disco della durata di 55 minuti, praticamente un'unica traccia divisa in 14 movimenti,sul secondo trovano posto quattro pezzi slegati dal concept principale a mò di bonus ep.
Dal punto di vista musicale ad una prima impressione sembra ci troviamo di fronte ad un rimescolamento delle esperienze musicali che si sono lentamente snodate nel corso degli anni nei precedenti lavori della band, ma in realtà il disco necessità di ripetuti ed attenti ascolti per essere compreso appieno, per quanto a mio confutabilissimo giudizio è piuttosto ostico e pretenzioso.
A brani irruenti e che lasciano il segno come The Blind House, The Incident e Time Flies, che cita in più punti per sonorità e riff di chitarra l’album Animals dei Pink Floyd (le prime note della schitarrata sono quelle di Sheep) si alternano brani cupi ed un po’ noiosi come Drawing The Line,Your Unpleasant Family e The Yellow Windows Of Evening Train.
Certo è che troviamo comunque gli ingredienti fondamentali di un disco dei Porcupine Tree come dei riff di chitarra fuori dal comune, le eleganti tastiere di Richard Barbieri (ex Japan) ed il drumming fantasioso ma allo stesso tempo cronometrico di Gavin Harrison (session man molto apprezzato in Italia con Alice,Finardi,Battiato e Baglioni tra gli altri…) che faranno la felicità dei fans, a cui è strettamente consigliato.

Voto: 6,5/10

Salvatore Mazzarella

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