Ansa News

mercoledì 16 settembre 2009

IGNITOR - The Spider Queen


Buon disco per gli statunitensi Ignitor, che con "The Spider Queen", edito per l'etichetta Cruz Del Sur Music", giongono alla terza opera del proprio percorso artistico dopo "Take To the Sky" del 2004 e "Road of Bones" del 2006. Andando dritti al sodo, questo "The Spider Queen" è un disco heavy/power metal, con forti venature epiche ed un'atmosfera completamente fantasi. Musicalmente, gli Ignitor fondono il meglio del metallo anni ottanta, spaziando tra i classici Iron Maiden, Manowar e Judas Priest principalmente, ma sono i Mercyful Fate e King Diamond che più sembrano abbiamo influenzato lo stile di questa band. Il disco scorre fluido ed anche se gli Ignitor non hanno scoperto nulla di nuovo, "The Spider Queen" si ampiamente apprezzare. Passando ad analizzare il disco più nel dettaglio, la partenza è affidata a "Magnum Opus", un pezzo maestoso e possente, incentrato su una melodia ipnotizzante e momenti tecnici di notevole qualità, "Evil Calling" a seguire, si assesta su ritmi essenzialmente armonici, ma sempre particolarmente pungenti ed incisivi, dove risulta fondamentale il ruolo gicoato dalle chitarre, taglienti e penetranti, "I Never Knew" giova di una straodinaria intensità, dimostrandosi uno dei momenti più ispirati del disco, "The Games Begin" invece, mostra la dimensione più rabbiosa ed aggressiva della band, che in questo caso punta su uno stile tradizionale. Con "Angels Descend" viene rimarcata la buona qualità compositiva della band, con sonorità nell'occasione più morbide e ritmate, "Spider Queen" sembra fuoriuscito dalla penna del miglior Steve Harris, con qualche sfumatura Helloween dei temp d'oro, stesso dicasi per "Rune Of Power" che ipnotizza grazie alle sye splendide cavalcate di chitarra, mentre "What Love Denies" è un autentico tributo ai migliori Mercyful Fate. Nella parte finale del disco, "Construct Of Destruction" è forse il pezzo più duro ed energico del disco, ma anche quello che più ricorda i Judas Priest, "My Heart Turns To Dust" conferma una buoan cura degli arrangiamenti, la conclusiva "Dynasty Od Darkness" infine, racchiude l'essenza della band, riassumendo le peculirità di un buon disco esclusivamente consigliato agli amanti di queste sonorità.

Voto: 6,5/10

Maurizio Mazzarella

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