Ansa News

lunedì 14 settembre 2009

DEVASTATOR - Invasione Alcolica


Intervista ai toscani Devastator, ci risponde il batterista Luca Bianchi:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-“Underground ‘N’ Roll” è il nostro terzo album, uscito ad aprile 2009. E’ un album molto vario, contiene in esso molte influenze musicali, dal thrash metal all’hardcore, dal punk al rock ‘n’ roll, passando per lo stoner rock. Se volete passare una mezz’ora di fuoco divertendovi ascoltatelo immediatamente!

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-La band è nata nel 2001 sotto il nome Violent Overture, per mano mia e di Rob. Solo un anno più tardi abbiamo cambiato nome in Devastator. Io e Rob al tempo volevamo solamente creare una band di metal estremo, suonando le canzoni dei nostri gruppi preferiti. All’epoca sia io che Rob stravedevamo per il thrash metal in ogni sua forma. Sin dagli inizi abbiamo cominciato a scrivere musica nostra, visto che per noi proporre brani inediti è tutto.

Come è nato invece il nome della band?

-Il nome della band l’ho scelto io. Volevo che la mia band fosse devastante sotto ogni punto di vista, quindi il nome Devastator mi è venuto subito spontaneo ehe! A parte di scherzi, il nome è stato scelto per due motivi principali: il primo deriva dal fatto che io sono da sempre un appassionato dei mitici Transformer. Se vi ricordate esisteva un mega robot composto dai veicoli da cantiere. Il suo nome era appunto Devastator. Ho scelto inoltre questo nome perchè Devastator era pure il nome della Star Destroyer ammiraglia di Darth Vader, grandioso protagonista della saga di “Guerre Stellari”, il mio film preferito in assoluto.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-I nostri testi parlano di tutto quello che ci passa per la mente. Ogni singolo avvenimento o pensiero della nostra quotidianità personale può diventare un testo. Non abbiamo mai voluto parlare di argomenti seri o importanti, abbiamo sempre voluto mantenere un’impostazione goliardica anche nei nostri testi. Dall’inizio dei Devastator a “Underground ‘N’ Roll” i nostri testi hanno avuto un semplice ruolo riempitivo, avendo sempre dato più importanza alle parti musicali. A breve ci sarà una notevole svolta dal punto di vista vocale, aspettate e vedrete!

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-La nostra musica è veloce, pesante, incazzata è molto divertente, a mio avviso. Chi cerca roba seriosa rimarrà sicuramente deluso… Questa è una qualità del nostro disco. Gli aspetti però che secondo me caratterizzano al massimo il nostro album sono la sua varietà, la sua freschezza e la sua imprevedibilità.

Come nasce un vostro pezzo?

-Premetto che è Rob che scrive quasi totalmente la musica dei Devastator. I pezzi possono nascere in due modi. Rob a casa scrive un pezzo nella sua interezza, lo mette su Guitar Pro e ce spedisce via mail. Noi ce lo studiamo e in sala prove lo suoniamo. Se il pezzo ci soddisfa tutti (e non accade quasi mai) manteniamo l’idea iniziale di Rob. Altrimenti ci mettiamo a modificarlo tutti insieme. Può accadere che l’idea iniziale di Rob resti tale e quale, ma anche che venga completamente stravolta e modificata. Una volta quindi definito il pezzo cominciamo a studiare gli arrangiamenti. Fino a che il pezzo non soddisfa in pieno tutti e tre non entrerà mai in studio. Il secondo modo in cui un nostro pezzo può nascere è in sala prove. Ci mettiamo lì e tiriamo fuori idee tutti insieme, cercando di comporre un nuovo pezzo. Fortunatamente Rob è un pozzo di idee, per cui i pezzi sono l’ultima cosa che ci manca ehehehe!

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Tutti, nessuno escluso. Quello che senti su “Underground ‘N’ Roll” è una selezione dei brani che avevamo composto per questo disco. Erano circa venti, ma poi in studio ne sono entrati solo quindici. Per cui siamo legati a tutti nello stesso modo. Ci piacciono molto e siamo soddisfatti di come suonano, segno che abbiamo lavorato bene in sede di arrangiamento. Ovviamente dal vivo alcuni brani fanno più emozionare di altri. Da parte mia posso dirti che “Here We Go” e “Hypocrisy” dal vivo sprigionano un’energia eccezionale. “Cemetery Beach” e “Desert” invece sono divertentissime da suonare… Potrei andare avanti all’infinito…

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-La lista delle band che ci ha influenzato è veramente lunghissima. Posso dirti solo alcuni dei nomi più importanti: Motorhead, Sodom, Sepultura, Ramones, Kyuss, Queens Of The Stone Age, Skruigners, Bulldozer, Municipal Waste, Suicidal Tendencies.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Presto torneremo in studio per registrare un promo di quattro brani inediti. Ci teniamo molto a fare questo promo perché vogliamo presentare a tutti la nuova formazione a tre, con Rob chitarrista e cantante. Inoltre come dicevo prima ci saranno grosse novità sia dal punto di vista musicale che vocale, per cui restate sintonizzati! Stiamo già promuovendo “Underground ‘N’ Roll”. Fin’ora abbiamo avuto un sacco di ottime recensioni, e moltissime altre stanno arrivando! Stiamo anche programmando il tour di supporto, fino a ora sono arrivate molte date, per cui siamo più che soddisfatti!

E’ un programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Abbiamo sicuramente in cantiere la registrazione di un nostro live album, con canzoni tratte dai nostri tre album. Sicuramente in futuro lo registreremo, bisogna solo trovare il posto giusto! Registrare un Dvd poi sarebbe un sogno, speriamo di poterlo realizzare in futuro!!!

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-La scena musicale italiana è molto valida, piena zeppa di band con i controcazzi. Il problema è che nessuno ha le palle per puntarci sopra. Noi ad esempio in otto anni abbiamo fatto tutto con le nostre sole forze, senza appoggiarci né a agenzie di promozione né di booking. Siamo abbastanza conosciuti in Italia, ma ci siamo fatti un culo clamoroso. Altre band invece innaffiano di soldi ogni tipo di agenzia e si comprano pubblicità e concerti. Io non condivido affatto, però i soldi sono i loro, per cui li usino come credono! Un’altra problematica non indifferente è legata al fatto che molti locali preferiscono far suonare le tribute bands. Abbiamo scritto un pezzo in proposito, andate a leggervi il testo!

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Internet è stato il trampolino di lancio per farci conoscere in giro. Mi ricordo come se fosse adesso che nel 2003 uscì il nostro primo demo live di quattro pezzi “Live To Make War”. Furono proprio le recensioni delle webzines che crearono curiosità intorno al nostro nome. Per cui devo solo ringraziare internet per l’aiuto che dà a band come le nostre di emergere dalla massa.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?


-Sia io che Rob che Ricca siamo tre musicisti discreti. Ovviamente non siamo né dei cessi né dei fuoriclasse, diciamo che suoniamo molto bene la musica che ci piace, la nostra musica. E visto che ci piace così tanto la suoniamo con voglia e passione, quindi valorizza alla grande la nostra capacità di suonare!

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?


-Beh, sicuramente Lemmy dei Motorhead! Chi non vorrebbe collaborare con uno come lui?

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Grazie mille a Informazione Metal per aver reso possibile questa bella intervista! Invito tutti a visitare la nostra pagina myspace www.myspace.com/devastatorcrew per ascoltare la nostra musica, guardare i nostri video e lasciare ogni tipo di commento! PROUD TO BE UNDERGROUND!

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella

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